LOMBARDIA, ENPA: “NO ALLA LISTA NERA DI RAZZE PERICOLOSE”

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Oggi, durante l’audizione in Commissione regionale sulla Proposta di Legge al Parlamento n. 4 della Regione Lombardia, l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) ha ribadito con fermezza la propria opposizione a un provvedimento che si basa su presupposti errati e inefficaci.

“La proposta, che introduce una “lista nera” di razze canine considerate pericolose, ignora completamente i fattori sociali e gestionali alla base del fenomeno e rischia di aggravare il problema dell’abbandono e del sovraffollamento nei canili, senza offrire soluzioni concrete per la sicurezza pubblica e il benessere animale”.

Negli ultimi anni, si è registrato un aumento significativo degli ingressi nei canili sanitari e rifugi di cani appartenenti alle tipologie molossoidi e terrier tipo bull. Questo fenomeno è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui la gestione inadeguata da parte di proprietari impreparati, sequestri per maltrattamento e l’uso illecito di questi animali per attività criminali. Tuttavia, attribuire a determinate razze una maggiore pericolosità rispetto ad altre è un approccio errato e privo di basi scientifiche, che non tiene conto dell’ambiente e del contesto sociale in cui questi cani vengono allevati e detenuti.

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Questa normativa si scontra inoltre con il principio sancito dall’articolo 9 della Costituzione italiana, che tutela il benessere animale e impone alla legislazione di promuovere la protezione degli esseri viventi con misure efficaci, proporzionate e non discriminatorie.

I PUNTI CRITICI DELLA PROPOSTA DI LEGGE

Attribuzione errata di pericolosità a specifiche razze: La pericolosità di un cane non è determinata dalla razza, ma dall’educazione e dalla gestione del proprietario. La proposta ignora l’importanza della socializzazione, dell’addestramento e dell’ambiente in cui l’animale cresce.
Sovraccarico dei canili e delle strutture di accoglienza: L’introduzione di restrizioni ingiustificate porterà all’aumento degli abbandoni e dei sequestri, contribuendo al collasso delle strutture pubbliche e private e aumentando i costi per enti locali e associazioni di volontariato.
Nessuna strategia di prevenzione sociale e controllo del fenomeno criminale: La proposta ignora il fatto che il possesso irresponsabile di alcune tipologie di cani sia spesso legato a fenomeni di devianza sociale. Senza un’adeguata prevenzione e un maggiore coinvolgimento delle forze dell’ordine, il rischio è che questi animali continuino a essere strumentalizzati da persone dedite ad attività illecite.
Obblighi discriminatori e sanzioni sproporzionate: L’imposizione di patentini, test comportamentali e assicurazioni obbligatorie esclusivamente per alcune razze crea una disparità di trattamento senza alcuna giustificazione scientifica.
Inapplicabilità delle misure previste: L’articolo 9 della proposta di legge introduce una clausola di invarianza finanziaria che impedisce di destinare risorse adeguate per l’attuazione della legge. Questo significa che né la formazione, né i controlli, né il sostegno ai canili avranno fondi sufficienti, rendendo di fatto inefficaci le misure proposte.
LE PROPOSTE DI ENPA
L’Enpa chiede una revisione della proposta di legge basata su un approccio scientifico e su misure realmente efficaci per la tutela degli animali e la sicurezza pubblica:

Valutazione individuale di cani e proprietari: Superare la discriminazione di razza e adottare criteri di sicurezza basati su un’analisi oggettiva del comportamento del cane e dell’idoneità del proprietario.
Percorsi formativi obbligatori per tutti i proprietari: Prevedere un’educazione obbligatoria alla gestione responsabile dei cani, indipendentemente dalla razza, per ridurre il rischio di incidenti e limitare il numero di abbandoni.
Maggiori investimenti nella gestione dei rifugi e nel supporto alle adozioni: Finanziamenti mirati per evitare il sovraffollamento dei canili e favorire percorsi di adozione responsabile, evitando la permanenza a vita di animali nei rifugi.
Rafforzamento delle misure di prevenzione sociale e del contrasto al possesso illecito di cani: Un maggiore coordinamento tra le forze dell’ordine, i servizi sociali e veterinari per prevenire situazioni di degrado e utilizzo illecito di determinati cani in contesti criminali.
Promozione della sterilizzazione per contrastare la riproduzione incontrollata: disincentivare la vendita online degli animali che è spesso sinonimo di non sufficiente conoscenza della provenienza. Incentivare campagne di sterilizzazione per ridurre il numero di cucciolate indesiderate, evitando che finiscano nelle mani di proprietari impreparati o nei circuiti illegali.
Istituire un gruppo di lavoro tecnico formato da professionisti di settore con qualifiche adeguate certificate e che includa anche le associazioni animaliste
L’Enpa ribadisce che la sicurezza pubblica e il benessere animale non possono essere garantiti con misure semplicistiche e discriminatorie, ma devono basarsi su prevenzione, educazione e responsabilizzazione dei proprietari. Solo con un approccio equo e sostenibile, in linea con la Costituzione italiana e con le migliori pratiche internazionali, sarà possibile una gestione efficace e responsabile della convivenza tra esseri umani e animali.



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