In alcune serie, complice il lavoro prezioso che stanno compiendo le Film Commission dal post pandemia, i luoghi diventano personaggi a tutti gli effetti. Paradossalmente, rispetto ad una vecchia abitudine di concentrarsi sul centro e soprattutto sul Sud Italia, c’è stata parecchia valorizzazione del territorio nordico.
Un esempio su tutti è sicuramente Rocco Schiavone, la serie Rai con Marco Giallini tratta dai romanzi di Antonio Manzini. Mentre ogni mercoledì in prima serata su Rai2 prosegue la sesta stagione (giĂ disponibile interamente in anteprima gratuita su RaiPlay), cogliamo la location al balzo per esplorare i luoghi iconici che hanno caratterizzato finora la fiction, proprio quest’anno che ci sono delle interessanti new entry in tal senso.
Rocco Schiavone: guida alle location
Il vicequestore con il volto di Marco Giallini viene trasferito per motivi disciplinari da Roma ad Aosta, in un clima differente con persone diverse a quelle che era abituato a frequentare a Trastevere – come gli amici di sempre Brizio (Tullio Sorrentino) e Furio (Mirko Frezza). Il punto di vista è quindi quello di chi si sente in punizione, che guarda la giĂ impervia montagna, con le sue temperature sotto zero e la sua difficile scalata, in modo ancora piĂ¹ ostile. L’attore, dopo sei annate, è oramai di casa da quelle parti, è diventato Valdostano onorario per davvero nel 2019, quando gli hanno conferito l’Ami de la VallĂ©e d’Aoste.
Dove vive e dove lavora il protagonista nella serie Rai
La casa del vicequestore si trova nel Palazzo Ansermin, storico edificio cittadino di fine ‘600, nello specifico sopra lo stemma. C’è Piazza Severino Caveri e infine Piazza Chanoux, luogo di ritrovo centrale cittadino, dove lui è solito prendere il caffè: sotto il porticato del Municipio, allo storico Caffè Nazionale che frequenta abitualmente. C’è la Questura in cui lavora insieme ai colleghi: il commissariato è stato infatti ricostruito nell’area dismessa dall’acciaieria Cogne, nella zona meridionale della cittĂ .
C’è poi l’antico Teatro Romano, che si intravede dalla finestra di casa, dove il personaggio è solito incontrare il fantasma della moglie Marina (nelle prime quattro stagioni col volto di Isabella Ragonese, dalla quinta quello di Miriam Dalmazio). Un altro simbolo dell’Aosta romana che si vede nella fiction sono l’Arco di Augusto e la Porta Pretoria. Questo perchĂ© Aosta è soprannominata ‘Roma delle Alpi’, dato che venne fondata nel 25 a.C. come Augusta Praetoria. Un simbolismo per la fiction, dato che proprio in questi luoghi il protagonista deve affrontare il proprio passato.
Una cittĂ che nella fiction appare molto piĂ¹ umida e fredda di quanto non sia in realtĂ . Una cittĂ di confine, come ci ricorda il caso della premiere della quinta stagione, e che quindi vive una doppia identitĂ proprio come Brennero, l’altro serial targato Cross Productions tra i monti.
I luoghi dei casi
Di indagine in indagine Rocco Schiavone scopre nuovi posti: il Chiostro della Collegiata di Sant’Orso dove avviene un apparente suicidio, e anche il comune di Saint-Nicolas, visto nel secondo episodio del ciclo inaugurale La costola di Adamo. Nel terzo, invece, intitolato Castore e Polluce, si vede lo storico Cimitero di Sant’Orso. Sempre in quella puntata c’è ovviamente spazio per il paesaggio montano – il Dente del Gigante da Punta Helbronner – che fin dal primo episodio, Pista nera, l’aveva fatta da padrone proprio come scontro culturale, visivo e narrativo per il protagonista – Champoluc nella Val d’Ayas e il villaggio di CunĂ©az.
Un gruppo di architetti vuole scalare il Polluce, alto oltre 4.000 metri, sul massiccio del Monte Rosa. Il Criptoportico Forense è un’occasione di aggiornamento coi colleghi, quindi un luogo che è anche funzione pragmatica delle indagini. Per investigare sul rapimento di una ragazzina, Schiavone prende la telecabina da Aosta a Pila, localitĂ sciistica del comune di Gressan, dove gli amici della capitale sono venuti in vacanza. Nel quinto episodio, Era di Maggio, avviene un incidente stradale mortale sul ponte sul torrente Buthier nei pressi di Valpelline.
Nella seconda puntata della stagione 2, Tutta la veritĂ , Schiavone si reca sulla passerella panoramica delle Terme di PrĂ©-Saint-Didier. Gli ultimi due episodi del terzo ciclo sono invece ambientati nel noto Casino di Saint-Vincent, meta di turisti e non solo da tutto il mondo. Nell’ultimo episodio della quarta stagione protagonisti sono stati il corridoio e la sala delle corna del Castello Reale di Sarre, residenza di caccia dei Savoia per una scena romantica decisiva. Nel quinto ciclo vediamo la Skyway, la funivia un po’ futuristica del comune di Courmayeur che conduce a Punta Helbronner (all’altezza di 3.466 metri), sul massiccio del Monte Bianco, sotto cui si trova il rifugio Torino.
Le nuove location della sesta stagione
La stagione 6 è composta da quattro puntate che si basano rispettivamente sui romanzi Le ossa parlano (2022), ELP (2023), _Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America? (2023) oltre al racconto breve La ruzzica de li porci contenuto nella raccolta Carnevale in giallo (2014). Le riprese sono iniziate a Marzo e concluse a Settembre 2024, dividendosi per la prima volta su tre cittĂ e due continenti.
Non solo Aosta, ma anche Roma nella seconda parte della prima puntata, con il processo a Mastrodomenico e la vendita della casa che aveva con Marina, per andare finalmente avanti. Non mancherĂ nell’ultima puntata, come si puĂ² dedurre dal titolo, la trasferta a Buenos Aires quando Brizio e Schiavone sono costretti a volare in Argentina alla ricerca dell’amico Furio misteriosamente scomparso sulle tracce di Sebastiano (Francesco Acquaroli), che li ha traditi e abbandonati da tempo, causando la morte di Marina, dalla quale il vicequestore non porta piĂ¹ la pistola d’ordinanza.
L’opinione del regista
Simone Spada, che ha preso le redini della serie a partire dalla terza stagione, ha raccontato che la sfida piĂ¹ grande quest’anno è stata soprattutto a livello di organizzazione del lavoro. Nel primo episodio, La ruzzica de li porci, la troupe ha dovuto girare in uno chalet isolato a 2.200 metri, a Pila, raggiungibile solo con i gatti delle nevi, in cui si rifugia un gruppo di giovani ricchi e in cui avviene una morte misteriosa. Anche la Valle di Cogne e la Val di Rhemes sono state posti utilizzati per le riprese.
Non è stato facile trasportare l’attrezzatura fin su e a quelle temperature, eppure Rocco mantiene ostinatamente il look che oramai lo contraddistingue in mezzo agli autoctoni: il giubbotto Loden e le Clarks ai piedi, che deve cambiare spesso perchĂ© si bagnano e riempiono di neve; una sorta di armatura contro il mondo che lo contraddistingue immediatamente.
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