Servizio rifiuti, opposizioni lericine: “Consulenze, avvocati, progetti: quali i costi sostenuti dal 2018?”

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“La posizione del Comune di Lerici a seguito della sentenza del Consiglio di Stato 7 febbraio 2025” e il “dettaglio dei costi sostenuti dal 2018 ad oggi per incarichi legali e spese di rappresentanza e difesa dell’ente, costi sostenuti per consulenze e incarichi per l’elaborazione di progetti circa la gestione e organizzazione del servizio rifiuti, costi sostenuti per spese per liti relative alle varie sentenze”: è quanto chiedono di sapere le opposizioni lericine attraverso un’interrogazione presentata congiuntamente dai consiglieri dei tre gruppi di minoranza.

“Il Consiglio di Stato il 7 febbraio ha pronunciato sentenza circa la revocazione della sentenza dello stesso Consiglio di Stato, sezione quarta, del 20 novembre 2023 a seguito del ricorso fatto dal Comune di Lerici con impugnazione di detta sentenza del 2023 in merito al contenzioso apertosi dallo stesso Comune contro la Provincia della Spezia nei confronti di Acam Ambiente S.p.A e Iren S.p.A – scrivono nell’interrogazione i consiglieri Bucci e Fresco di Cambiamo con passione, Agnellini di Lerici sogna e Nebbia Colomba e Ratti di Siamo il Golfo dei poeti -. Con ricorso per revocazione, il Comune di Lerici ha impugnato la sentenza del Consiglio di Stato ( 20 novembre 2023 ) con cui è stato respinto l’appello proposto dallo stesso Comune avverso la sentenza del Tar per la Liguria del 2019 di rigetto del ricorso del medesimo ente locale avverso la deliberazione del consiglio della Provincia della Spezia, sulla base del parere regionale in materia di valutazione ambientale strategica (delibera di giunta regionale n. 1168 del 27 dicembre 2017). La contestazione fatta dal Comune riguardava sostanzialmente l’affidamento del servizio gestione rifiuti con la relativa continuazione del rapporto contrattuale con Iren S.p.A. Il Consiglio di Stato nel 2023 aveva chiarito inequivocabilmente il giudizio della sentenza Tar (del 2019), anche a seguito di una rimessione alla Corte di giustizia dell’Unione europea (12 maggio 2022) e ha rigettato l’appello del Comune di Lerici ritenendo che: a) la dismissione del pacchetto azionario da parte del Comune di Lerici è avvenuta dopo il perfezionamento dell’operazione di aggregazione (ossia quando il Comune di Lerici era ancora socio di Acam S.p.A.), con la conseguenza di dover ritenere che al momento dell’espletamento della procedura di gara da parte di Acam S.p.A., il Comune di Lerici non poteva considerarsi estraneo a quest’ultima, cui è subentrata a seguito di gara pubblica a doppio oggetto Iren S.p.A. b) il Comune di Lerici non ha più competenza in materia di gestione integrata dei rifiuti, che è stata attribuita alla Provincia quale Autorità d’area. c)nessuna lesione effettiva delle prerogative istituzionali del Comune si è concretizzata con riguardo alla procedura di valutazione ambientale strategica. d) il piano di investimento attuato dalla società Iren S.p.A. ha tenuto conto anche della adesione del Comune di Lerici all’accordo di investimenti tra Acam S.p.A. e Iren S.p.A. con delibera consiliare n.2 del 16 gennaio 2018. e) al momento della individuazione di Iren S.p.A. come soggetto aggregatore il Comune faceva ancora parte della compagine societaria di Acam S.p.A, e, quindi, partecipava alle relative decisioni gestionali e organizzative, mentre al momento della dismissione del pacchetto azionario da parte del Comune, quest’ultimo aveva già perduto la competenza in ordine al servizio integrato dei rifiuti, che è stata attribuita alla Provincia”.

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“Inoltre viene evidenziato che il Comune di Lerici, pur avendo approvato l’accordo di investimento tra Acam e Iren – proseguono Bucci, Fresco, Agnellini, Nebbia Colomba e Ratti -, come socio venditore e non come socio sottoscrittore, ha cominciato a prendere le distanze da questo modello di gestione e, pur avendo sottoscritto l’accordo di investimento tra Acam e Iren, ha alla fine dismesso la propria partecipazione azionaria relativa alle azioni di Acam in favore di Iren, facendo venir meno secondo la valutazione del Comune di Lerici i requisiti dell’in house providing. La sentenza chiarisce che il passaggio della gestione da Acam ad Iren non è avvenuta automaticamente, ma sulla base di una gara pubblica, svolta da Acam (quando sussistevano ancora i presupposti dell’in house providing) conclusasi con la deliberazione di Acam (23 giugno 2017) ossia quando pacificamente il Comune era ancora socio di Acam. Tale procedura di gara era anche una gara cosidetta a doppio oggetto, essendo finalizzata non solo alla scelta del partner commerciale, ma anche alla individuazione del miglior operatore per la prosecuzione della gestione del servizio, secondo un meccanismo considerato del tutto conforme alle regole comunitarie”. Continuano i consiglieri dell’opposizione: “Con ricorso per revocazione il Comune di Lerici ha impugnato la suddetta sentenza e con la successiva sentenza del 7 febbraio 2025 il Consiglio di Stato ha definitivamente dichiarato tale ricorso inammissibile con la condanna per la parte ricorrente al pagamento delle spese per lite di 6.000 euro a favore della parte costituita oltre le spese generali. Oltre al grossissimo quantitativo di soldi spesi per consulenze varie e affidamenti di incarichi agli avvocati nel corso di questi anni. Ai costi per assistenza legale, vanno aggiunti quelli dei vari progetti per un nuovo arbitrario servizio che come poi, in via definitiva, il giudice amministrativo ha sentenziato e confermato essere di competenza esclusiva dell’Ato e della Provincia”.





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