taglio delle tasse su petrolio e gas, ma stop alle trivelle nel Mare del Nord

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Home > News > Gas > Energia, UK: taglio delle tasse su petrolio e gas, ma stop alle trivelle nel Mare del Nord

Il governo britannico ha presentato nuove proposte che potrebbero ridurre il carico fiscale sul settore petrolifero e del gas offshore, ma ha confermato anche il divieto di nuove licenze di trivellazione nel Mare del Nord. Le nuove proposte bilanciano la necessità di stabilità economica con l’impegno verso un futuro energetico più sostenibile.

Le proposte del governo UK per ridurre il carico fiscale su industria del gas e del petrolio

Il governo del Regno Unito ha presentato nuove proposte che potrebbero alleviare la pressione fiscale sul settore petrolifero e del gas offshore, pur confermando il divieto di nuove licenze di perforazione per promuovere la transizione energetica nel Mare del Nord.

Abolizione della tassa sugli extraprofitti dal 2030

La cosiddetta “windfall tax” sulle trivellazioni nel Mare del Nord, introdotta nel 2022 per sostenere le famiglie di fronte all’aumento delle bollette energetiche dopo l’invasione russa dell’Ucraina, verrà abolita a partire dal 2030, come confermato dal Tesoro britannico.

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In sostituzione, il governo consulterà le parti interessate per introdurre un nuovo regime fiscale che adegui le imposte ai prezzi globali dell’energia. Secondo l’industria, questa misura garantirà maggiore certezza agli investitori.

Transizione energetica e protezione dei posti di lavoro

Parallelamente, il governo ha annunciato una consultazione di otto settimane su come gestire la transizione dal petrolio e gas a fonti di energia più pulite, cercando di evitare perdite di posti di lavoro su larga scala. Le proposte fanno parte della strategia britannica per raggiungere il Net Zero entro il 2050 , che include anche lo stop alla concessione di nuove licenze di trivellazione. Tuttavia, secondo quanto riportato dal Guardian, le compagnie petrolifere potrebbero ugualmente espandere i propri giacimenti, appigliandosi all’estensione delle licenze già in essere.

Dichiarazioni del governo e reazioni dell’industria

Ed Miliband, Segretario all’energia, ha sottolineato che la consultazione aiuterà a evitare la perdita di posti di lavoro nel settore petrolifero del Mare del Nord, facilitando il passaggio all’idrogeno, alle energie rinnovabili e a tecnologie come la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Miliband ha dichiarato:

Il Mare del Nord sarà il cuore del futuro energetico della Gran Bretagna. Per decenni, i suoi lavoratori, le imprese e le comunità hanno fornito energia al nostro Paese e al mondo.

I sindacati GMB e Unite hanno espresso preoccupazione per il divieto di nuove trivellazioni, evidenziando possibili rischi per l’occupazione e la sicurezza energetica. In particolare, Gary Smith, segretario generale del GMB, ha definito la decisione ‘una follia’ nel contesto geopolitico attuale. Unite ha avvertito che la chiusura prematura del Mare del Nord senza adeguati piani di transizione potrebbe avere effetti devastanti simili alla crisi delle comunità minerarie del carbone nel passato.

Nuovo regime fiscale per il settore petrolifero dal 2030

Attualmente, le compagnie petrolifere del Mare del Nord pagano una tassa del 40% sui profitti, oltre alla tassa sugli extraprofitti del 38% introdotta dal precedente governo a causa dell’aumento dei prezzi di petrolio e gas dopo l’invasione dell’Ucraina.

Secondo le nuove proposte, dal 2030 le aliquote fiscali saranno più strettamente legate ai prezzi globali all’ingrosso dell’energia. Questo potrebbe significare una riduzione della pressione fiscale nei periodi di stabilità economica o di domanda energetica inferiore.

L’associazione di categoria Offshore Energies UK (OEUK) ha accolto con favore il piano del governo, affermando che un sistema fiscale flessibile garantirà maggiore stabilità agli investitori e proteggerà i posti di lavoro nel settore.

Le reazioni degli ambientalisti

Greenpeace ha elogiato il governo per la decisione di porre fine alla dipendenza dal petrolio e gas del Mare del Nord. Tessa Khan, direttrice esecutiva del gruppo Uplift, ha dichiarato:

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“Come primo Paese del G7 a fermare le nuove licenze di trivellazione, il Regno Unito sta dimostrando una leadership cruciale nel contrasto ai cambiamenti climatici.”

Mel Evans, responsabile della campagna climatica di Greenpeace UK, ha aggiunto che la transizione alle energie rinnovabili offre opportunità economiche e posti di lavoro stabili per il futuro.



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