La situazione non si sblocca. Anzi, peggiora. Gli agricoltori continuano a ricevere cartelle di pagamento dal Consorzio di bonifica Centro Sud Puglia, a fronte tuttavia – è la lamentela dei diretti interessati – di servizi inesistenti. Copagri denuncia addirittura incrementi sul costo dell’acqua del 100%.
A fronte di contributi sempre più onerosi, i canali di scolo e le opere di bonifica restano in stato di abbandono. La costituzione del consorzio unico non ha insomma rappresentato la svolta sperata, rendendo necessario un nuovo piano di classifica che eviti di scaricare esclusivamente sulle aziende agricole i costi della manutenzione ordinaria. Oltre il danno la beffa, per una protesta che prosegue e che vede tra le associazioni in prima linea Confagricoltura Puglia: «Senza un intervento diretto del Consiglio regionale – denuncia Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia – il tributo resterà un’imposizione ingiusta, priva di effetti tangibili sul territorio. I fondi raccolti, insieme ai finanziamenti regionali, dovrebbero servire alla manutenzione dei canali e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Eppure, le infrastrutture idrauliche versano in condizioni critiche, con argini invasi da erbacce e detriti, mentre gli agricoltori continuano a pagare per servizi inesistenti».
La Cassazione
Il 19 dicembre 2023 la Corte di Cassazione ha sancito un principio: il contributo ai consorzi di bonifica è dovuto solo se i proprietari di immobili all’interno del perimetro consortile traggono un vantaggio diretto e specifico dalle opere eseguite. Non è sufficiente un beneficio generico o indiretto derivante dall’inclusione nel territorio consortile. Un principio che proprio Confagricoltura Puglia ribadisce con forza, e chiede alla Regione un intervento immediato per garantire una gestione trasparente delle risorse e la reale manutenzione del territorio: «Non si può continuare a chiedere agli agricoltori di finanziare un sistema inefficiente – conclude Lazzàro –. È inaccettabile che chi lavora la terra venga gravato da tasse senza ricevere nulla in cambio. La Regione deve assumersi le proprie responsabilità e garantire servizi adeguati, restituendo dignità e fiducia a chi sostiene l’economia agricola del territorio».
«Gli aumenti retroattivi del prezzo dell’acqua per gli utenti del Consorzio di Bonifica Centro Sud che emergono dalle cartelle di pagamento notificate in questi giorni, dalle quali si evince un incremento che sfiora il 100%, rischiano di creare una sorta di concorrenza sleale sui costi di gestione, visto che per le aziende agricole che utilizzano l’acqua dei pozzi gestiti dall’Arif le cifre sono pari alla metà», aggiunge il presidente della Copagri Puglia Michele Palermo, chiedendo per tali ragioni un confronto urgente con l’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia.
«Ad aggravare la situazione c’è il fatto che tale aumento si sia concretizzato senza il minimo confronto con le organizzazioni agricole», prosegue il presidente, ad avviso del quale «è altrettanto paradossale che i rapporti con il Commissario straordinario del Consorzio Unico di Bonifica Centro Sud Francesco Ferraro siano esclusivamente di natura epistolare, nonostante la grande rilevanza e delicatezza del suo incarico».
«Basti pensare al caso delle prossime imminenti elezioni per il Consiglio di amministrazione del Consorzio, del quale siamo stati messi a conoscenza esclusivamente via mail, senza alcun confronto preventivo e senza, soprattutto, avere alcun tipo di indicazione relativa alle modalità operative per lo svolgimento delle stesse», osserva Palermo, ricordando che «tutti questi episodi fanno il paio con quelli avvenuti appena sei mesi fa, quando i due subcommissari dell’Ente, fra i quali il direttore della Copagri Puglia Alfonso Guerra, rassegnavano le loro dimissioni proprio a causa della mancanza di confronto e coinvolgimento. Per queste e altre ragioni, la Copagri Puglia non ha alcuna intenzione di partecipare alle elezioni del nuovo CdA; tale decisione, oltre che alla già citata mancanza di confronto, è legata alla situazione debitoria dell’Ente, che ignoriamo completamente, e alla modifica del piano di classifica vigente, che deve necessariamente essere rivolto all’ampliamento della platea dei contribuenti, mutuando il principio secondo cui a sostenere il costo per fronteggiare il rischio idraulico e idrogeologico deve concorrere la maggioranza della popolazione pugliese e non soltanto i proprietari di terreni situati nelle aree più difficili della Regione”, conclude il presidente della Copagri Puglia, appellandosi a Pentassuglia affinché raccolga e faccia proprie le legittime istanze del comparto.
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