Legambiente, torna Premio Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali: candidature fino al 30 aprile

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Far conoscere i vantaggi ambientali e sociali delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali (C.E.R.S.) realizzate in Italia affinché questo modello di consumo virtuoso, che permette risparmi in bolletta e contribuisce ad abbattere le emissioni, possa essere d’ispirazione per altre realtà territoriali.

Con questo obiettivo Legambiente, insieme a Generali Italia, lancia la seconda edizione del bando “Premio Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali”, che fino al 30 aprile 2025 sarà aperto per accogliere le candidature delle Comunità Energetiche Rinnovabili e le Configurazioni di Autoconsumo Collettivo registrate sul portale del GSE e realizzate con esplicite finalità sociali e solidali.

Presentato al Key – The Energy Transition Expo di Rimini, nel corso di un incontro sulle comunità energetiche rinnovabili e solidali organizzato da Legambiente, Kyoto Club e AzzeroCO2 per raccontare gli sviluppi e le buone pratiche del progetto BeComE dedicato alla realizzazione delle CER nei piccoli comuni, il nuovo bando di quest’anno è promosso in collaborazione con Generali Italia e in media partnership con Nuova Ecologia, Quotidiano Energia e Alleanza contro la Povertà Energetica.

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Con la promozione del Premio C.E.R.S. Legambiente punta alla creazione di un network virtuoso per valorizzare le esperienze di innovazione energetica e sociale che le comunità rinnovabili hanno sviluppato sui territori non solo per ottimizzare l’uso delle rinnovabili ma anche per favorire il benessere delle comunità, migliorare la qualità della vita e ridurre le disuguaglianze energetiche. Per questo motivo, in fase di candidatura, le Comunità Energetiche Rinnovabili e le Configurazioni di Autoconsumo Collettivo devono specificare in un apposito form come requisito fondamentale le iniziative e azioni che le contraddistinguono come modelli di energia partecipativa e solidale.

Il Premio C.E.R.S. nasce anche per incoraggiare una diffusione più capillare di configurazioni di autoconsumo diffuso. Secondo gli ultimi dati del GSE, ad oggi sono state approvate oltre 400 domande di configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile (C.A.C.E.R.) – di cui il 42% sono CER -, con una potenza media per ciascuna configurazione di 143 kW. Sulla base di queste informazioni Legambiente ha avviato una mappatura sperimentale per conoscere il numero delle comunità energetiche rinnovabili rintracciabili pubblicamente in Italia. Ad oggi se ne contano 161, perlopiù concentrate al Nord (92), in particolare modo in Piemonte che ne registra 28 e Lombardia dove è possibile individuarne 22. A seguire, nelle regioni del Centro Italia se ne contano 39, mentre al Sud 30 su 8 regioni complessive, con Sicilia e Sardegna in vantaggio numerico data la rintracciabilità di sei comunità rinnovabili ciascuna.

Al di là dei numeri che quantificano la presenza a livello nazionale delle configurazioni energetiche rinnovabili, Legambiente indaga le possibili soluzioni agli ostacoli che ad oggi rallentano l’ampia diffusione e reale attivazione delle CER come volano della sostenibilità, dell’efficienza energetica e supporto ai consumatori vulnerabili.

Per l’associazione ambientalista è necessario non solo rivedere il sistema incentivante, pensato unicamente su misura per gli impianti solari fotovoltaici, ma anche semplificare gli iter e le procedure di attivazione delle CER.

Anche per questo è stato saggio da parte del ministero dell’Ambiente predisporre una proroga per l’accesso alla piattaforma del GSE per accedere al fondo PNRR ed è anche comprensibile puntare all’allargamento della platea dei possibili beneficiari innalzando il numero di abitanti dei Comuni ammessi al finanziamento.

Inoltre, Legambiente propone di massimizzare i vantaggi delle Cacer tramite lo scorporo in bolletta della quota di energia condivisa a favore dei clienti domestici, il superamento della saturazione virtuale delle reti e l’accelerazione delle connessioni. L’attuale funzionamento del sistema pone il rischio che i progetti – anche di grandi impianti – che abbiano fatto richiesta di connessione alla rete saturino la disponibilità del sistema stesso. Questo mette in difficoltà le CER, che devono far fronte a costi molto alti a causa dell’obbligo di connessioni lontane che superano il perimetro delle cabine primarie. In questa maniera il rientro dell’investimento è di fatto impossibile insieme alla garanzia di benefici per la collettività. A questo si aggiunge la necessità di definire le regole per gli accumuli e i profili fiscali allo scopo di programmare i tempi di ritorno dell’investimento e il funzionamento nel tempo. Infine, per Legambiente è necessario chiarire l’ammissibilità di adesione alle CER per la maggior parte dei soggetti pubblici con POD sui territori, quali ad esempio gli Istituti Case Popolari o le Agenzie regionali energetiche.

Ulteriori dettagli del PREMIO C.E.R.S.: a decidere chi salirà sul podio del Premio C.E.R.S. ci sarà una giuria composta da esperti del settore, giornalisti e partner del Premio, i quali valuteranno le proposte sulla base del modello messo in pratica, dei vantaggi sociali che derivano dalle esperienze, della loro replicabilità e infine, degli aspetti innovativi. I primi tre classificati della premiazione, che si terrà a Roma contestualmente alla presentazione dell’annuale rapporto Comuni Rinnovabili di Legambiente tra maggio e giugno prossimi, riceveranno un premio in denaro nonché la visibilità a livello nazionale del progetto messo in atto e delle iniziative solidali che promuovono con le CER.

Il bando completo è disponibile sul sito di Legambiente. 

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