Colline Teramane: il Montepulciano d’Abruzzo in tutte le sue sfumature

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In principio fu il Montepulciano d’Abruzzo, vitigno autoctono che da secoli incarna l’essenza di questa regione austera. Oggi le nuove generazioni di enologi e vignaioli hanno saputo valorizzare il ricco patrimonio vitivinicolo locale, dando vita a una nuova e vasta gamma di vini la cui produzione totale nel 2024 è stata di circa 580 mila bottiglie.

Le colline vitate con uve Montepulciano in Abruzzo

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La tutela delle denominazioni di origine

Per tutelare e valorizzare le denominazioni di origine regionali Montepulciano d’Abruzzo Doc, Trebbiano d’Abruzzo Doc, Cerasuolo d’Abruzzo Doc, Abruzzo Doc, Villamagna Doc, Controguerra Doc già nel 2002 venne creato il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo che dal 2024 tutela anche la prima denominazione di origine controllata e garantita: la “Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg”.

Il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg in breve: Montepulciano minimo 90%, Sangiovese fino al 10%, ma la maggioranza dei produttori lo vinifica in purezzaGiovane, con un periodo minimo di invecchiamento obbligatorio di un anno a partire dal 1 novembre dell’annata di produzione delle uve, con due mesi di affinamento in bottiglia.

Riserva, con un invecchiamento di almeno tre anni, di cui almeno uno in botti di legno ed almeno due mesi di affinamento in bottiglia. Per attuare specifiche azioni di promozione è stato attivato un “Comitato di denominazione”. Grazie ad esso abbiamo potuto conoscere meglio l’area di produzione di Colline Teramane con un’iniziativa, ha detto il presidente Enrico Cerulli Irelli “Nata per far emergere le peculiarità di un vino che racconta la storia, la cultura e la passione dei produttori delle Colline Teramane”.

Un territorio tra mare e montagna

Siamo in una zona splendida, fortunatamente non ancora battuta dal turismo di massa, che si estende dal litorale adriatico alle ampie colline su cui vigilano, spesso ammantati di neve, i grandi complessi montuosi del Gran Sasso e dei Monti della Laga, in pratica da zero a 2912 metri di altitudine.

Colline Teramane: il Montepulciano d’Abruzzo in tutte le sue sfumatureIl panorama delle Colline Teramane

Le colline nascondono dei piccoli e grandi tesori: le aziende vitivinicole, alcune con pochi ettari di vigna ed altre, più rare, i cui vigneti si estendono per decine e decine di ettari. Tutte sono caratterizzate da proprietari che esprimono un grande amore per il territorio e per le tradizioni che sanno sapientemente coniugare con una visione moderna dellagricoltura e della gestione delle cantine. I quattro fiumiVomano, Tordino, Salinello, Vibrata – che scorrono lungo le vallate garantiscono una riserva idrica, ancor più preziosa in questi ultimi anni caratterizzati da forte siccità.

Sapori e tradizioni enogastronomiche

Attraversarla significa fare un viaggio nella natura ancora intatta e nei profumi e nei sapori più tradizionali e genuini. A seconda della dislocazione – in collina o al mare – i ristoranti offrono esperienze sublimi con piatti del territorio di antica memoria. Ad Atri, a pochi metri dalla splendida Basilica di Santa Maria Assunta, c’è Fondaci Italiani, dove si possono gustare la trippa all’Atriana, le scrippelle ‘mbusse, delle crespelle leggerissime farcite di pecorino e cotte direttamente nel piatto in cui viene versato brodo bollente e ancora le pallotte cace e ove, il tutto accompagnato dagli ottimi spumanti e vini delle Colline Teramane

Colline Teramane: il Montepulciano d’Abruzzo in tutte le sue sfumature

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Uva di Montepulciano

Selezionarli è davvero difficile, perché in tutti è presente un tocco di personalità che incuriosisce e su cui l’attenzione si sofferma. Già tra gli spumanti c’è l’imbarazzo della scelta e allora proviamo il Pas della Cantina Abbazia di Propezzano, fatto con il metodo ancestrale.

I vini che raccontano il territorio: una selezione

Tra i vini a farla da padrone è naturalmente il Montepulciano d’Abruzzo, un vino importante, rosso profondo e l’aroma leggermente fruttato. Le cantine sono tante e ancor più le etichette: sono vini invitanti, ciascuno con una propria personalità. Decidiamo di fare una selezione che segni l’attaccamento al territorio a partire dai nomi. Decisamente un modo curioso di selezionare i vini, ma perché non farlo?

Ed eccoci allora a chiedere un Colline Teramane Cerasuolo Superiore della Cantina Chiamami Quando Piove Valori: come spiega la sommelier la frase è tratta da un brano di John Fante, scrittore italo-americano di origini abruzzesi nato a Denver agli inizi del ‘900. Chiamami Quando Piove ovvero quando in vigna non si può lavorare, riscoprendo la necessità di dare il giusto spazio al tempo della natura e a quello dell’uomo. Sono 13 gradi di vino dalla delicata tonalità rosata, fruttato e floreale.

Colline Teramane: il Montepulciano d’Abruzzo in tutte le sue sfumature

I vini Colline Teramane Montepulciano d‘Abruzzo Docg degustati

O ancora un Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo VersoSera 2022 della Cantina Velenosi, il cui nome evoca l’odore umido della terra dopo che il sole è sceso dietro le colline e tutto il lavoro del contadino che torna a casa soddisfatto e stanco. 14,5 gradi per un vino importante, rosso rubino intenso e profondo, vellutato alla vista e al gusto.

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Proseguiamo con le etichette? Eccoci a un Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg Santa Maria dell’Arco 2017 della Cantina Faraone: dedicato a una Chiesetta da cui prende il nome l’intera contrada, questo 14 gradi importante, rosso rubino carico mostra anche nel nome l’attaccamento alle radici.

Il mare e la cucina di pesce

Dalle colline ci spostiamo al mare e attraversando dolci pendii giungiamo a Silvi, dove ci attende il ristorante Alusea per una cena leggerissima a base di freschissimo pesce: insalatina di mare, gamberi finocchi e arance alla brace, seppia ripiena, sagne e ceci ai frutti di mare, una quasi impalpabile frittura di paranza con julienne di verdure e dolcetti secchi il tutto ovviamente accompagnato dai vini Colline Teramane.

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I ragazzi della Fattoria didattica e sociale Rurabulandia

Pecorino e Cerasuolo la fanno da padroni, molti optano per gli spumanti proposti dalle cantine Faraone, Ausonia e Centorame e qualcuno si avventura nei più corposi rossi.

Questa zona non è solo tradizione ma anche solidarietà come ben dimostra la Fattoria didattica e sociale Rurabulandia per le cui attività di ristorazione impiega persone con disabilità psico-fisiche.

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Sono loro ad offrire un gradevolissimo buffet nelle ampie sale del Palazzo Comunale: tra i piatti tipici notevole la pasta allo sparone (lo strofinaccio dentro cui si cuoce un rotolo di pasta fresca ripiena di spinaci e formaggio) e il timballo alla teramana (sottili crespelle sovrapposte e condite con ragù e polpettine di carne). Nel tavolo centrale tra decine di bottiglie, tante le Cantine, tante le etichette, molteplici le annate, fa capolino anche qualche bottiglia d’acqua.

Le visite in cantina

Immancabili infine le visite in azienda: la prima è la Cantina del Barone di Valforte, che presenta una gestione in larga parte automatizzata, con controlli in domotica avanzatissimi, messi in campo già dal 2005, i cui titolari si affidano al preparatissimo responsabile che racconta con passione la storia del territorio e dei vini prodotti.

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La Cantina del Barone di Valforte

La seconda è Cantina San Lorenzo il cui proprietario invece ci accompagna in un breve tour attraverso l’estesa tenuta di oltre 150 ettari di cui 130 in un singolo “blocco”, cosa che ha permesso di difendersi almeno in parte dalla filossera. I filari sono interrotti da lunghe strade bianche ombreggiate da cipressi, da casolari ristrutturati in cui adesso si fa accoglienza turistica, piccoli laghi, preziosi in tempi di siccità, dove nuotano alcuni cigni.

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La Cantina San Lorenzo

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Qui si realizzano anche molte iniziative dedicate al grande pubblico come “Cantine aperte” visita guidata con percorsi enogastronomici all’interno della tenuta che nell’ultima edizione ha richiamato oltre 1000 partecipanti. E sono solo alcune delle attività create da questa nuova generazione di produttori per i quali vale la frase pronunciata da uno di loro “siamo orgogliosi delle nostre tradizioni, ma le leggiamo in chiave dinamica”.





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