Ortazzo Ortazzino. Italia Nostra: “Rischio di grave sfruttamento commerciale della zona C”

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Il 4 marzo in Consiglio comunale è stata discussa la richiesta di modifica degli strumenti urbanistici, al fine del via libera ad un nuovo villaggio turistico su una superficie di quasi 7000 mq di area, ricompresa nella stazione di Parco del Delta del Po “Pineta di Classe e Salina di Cervia”. Ottenuto il via libera, il nuovo villaggio potrà ampliare l’attività già esistente, espandendosi fino a meno di 200 m dalla zona C del comparto Ortazzo Ortazzino, che la stessa proprietà del villaggio, l’imprenditore Giorgio Valentini, ha acquistato a dicembre 2024.

Per la zona C, al centro delle note vicende degli ultimi mesi e di non poche polemiche, non è arrivata nessuna proposta d’acquisto da parte di un ente pubblico, i quali hanno dichiarato di essere stati tenuti all’oscuro della vendita. Per quanto riguarda la zona C, infatti, differentemente dalle altre aree dell’Ortazzo Ortazzino, non esistono norme che prevedono la prelazione da parte dell’ente pubblico. La zona C è stata venduta per 250 mila euro. “Cifra modesta” commenta oggi Italia Nostra Ravenna, che vede nella vendita un “grave rischio di sfruttamento a fini turistico-commerciali” di un’area caratterizzata da un “grandissimo valore ambientale, costituito da habitat rarissimi ormai scomparsi in tutto il litorale Adriatico”.

“Sulla zona C, confortati da relazioni tecniche e dal parere positivo di ISPRA, un nutrito gruppo di associazioni aveva richiesto nel 2023 l’istituzione di una Riserva Naturale dello Stato, o, quantomeno, la riclassificazione da zona C di Parco in B. Il Parco del Delta del Po, interpellato dalla Regione, si è duramente opposto alla richiesta di Riserva con motivazioni che hanno lasciato sbalorditi i rappresentati delle associazioni presenti per l’occasione” critica sempre Italia Nostra.

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Il progetto di riclassificazione è stato avviato, ma è ancora fermo per questioni burocratiche.

“Come sperare che la riclassificazione possa andare in porto quando gli enti che dovrebbero sostenerla (in primis il Parco del Delta del Po, insieme a Comune e Regione), hanno concesso la modifica urbanistica, a favore del villaggio in progetto poco distante, con un nulla osta che non ha tenuto in alcun modo conto dell’interazione del progetto con la zona Ortazzo Ortazzino, ovvero con una zona Rete Natura 2000?” chiede Italia Nostra.

“L’ormai famosa VIncA, la valutazione di incidenza che è stata brandita per giustificare l’abbattimento dei capanni balneari storici, non è stata effettuata per il progetto di Villaggio turistico, che prevede l’installazione di 44 unità abitative da 6×8 metri di ingombro, per 180 persone accoglibili, che si sommano alle 79 unità già esistenti. Lo stesso imprenditore ha dichiarato sulla stampa: “continueremo a proporre le nostre escursioni a cavallo, in bicicletta, a piedi sfruttando anche la vicinissima zona C dell’Ortazzo e Ortazzino”. La relazione paesaggistica per il villaggio lo conferma, spingendosi oltre. Così infatti scrivono i progettisti di Paisà, gli stessi del “Parco Marittimo” e dei pini di viale Romagna da abbattere, del ciclocross sui Monti Coralli a Faenza (querce abbattute e una collina stravolta con fondi PNRR per 4 milioni di euro): “Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un percorso pedonale in terra solida che, attraverso via Canale Pergami[la via parallela alla zona C, ndr], connetterà l’area alla foce del fiume Bevano, vero ingresso al Parco del Delta e agli ambiti naturalistici connessi alla foce del Fiume Bevano”. Dunque, il torrente Bevano (non “Fiume” come scrivono), Riserva Naturale dello Stato inaccessibile, è al centro del progetto a firma Paisà”.

Al momento la zona C è oggetto di lavori, con numerosi pini e pioppi anche di grandi dimensioni abbattuti, ben visibili da viale dei Lombardi. Visibili, lavori anche nella parte della doppia fila di strade più a ovest. Inoltre, la parte degli habitat più rari (2130*, 2250*, 2270*) risulta da molto tempo transitata da percorsi e sentieri. “Tutto questo è ambientalmente compatibile e va nella direzione della riclassificazione della zona C o, meglio, degli interessi (ahinoi legittimi) di sfruttamento economico del nuovo acquirente?” continua a domandare Italia Nostra.

“Nel frattempo, nessuna notizia dal Tribunale dove il 5 marzo era prevista la “trattativa” per l’acquisto della zona A e B di Ortazzo Ortazzino tra il Parco del Delta del Po che non aveva acquisito le zone A, B e C nel 2023 quando gli furono offerte, e l’immobiliare privata ex CPI ora “Miura”. Entrambe le parti sostengono la correttezza delle proprie azioni”.



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