Torino in pole per il nuovo Festival della musica italiana

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Scoppia il caso tra il Comune di Sanremo e la Rai. Una sentenza del Tar della Liguria dello scorso dicembre impone che dalla prossima edizione, Sanremo 2026, venga indetto un bando, considerando illegittimo l’affidamento diretto alla tv pubblica.

Sanremo, la Rai e il Festival della canzone italiana, sono stati indissolubilmente legati per 75 anni, tanto che il Festival di Sanremo e Sanremo sono diventati il Festival per antonomasia, il principale evento dello spettacolo italiano.

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La Rai ha deciso di fare ricorso al Consiglio di Stato, che si pronuncerà giovedì 22 maggio, ma il Comune di Sanremo nel frattempo ha varato un bando  per individuare chi organizzerà e trasmetterà in chiaro le edizioni 2026, 2027 e 2028, con eventuale proroga per un massimo di due anni. Alla gara possono partecipare “tutti gli operatori economici titolari di un canale generalista nazionale e che possiedano direttamente capacità di organizzazione di eventi di particolare rilevanza”. 

Tra le emittenti che potrebbero ambire a organizzare la prossima edizione del Festival di Sanremo ci sono quindi, oltre alla Rai, Mediaset, La7, Sky, con il canale in chiaro Tv8, Warner Bros. Discovery, sul Nove.

La delibera è stata approvata dal comune di Sanremo solo un mese dopo il grande successo di Sanremo 2025 e ha provocato un certo risentimento in Rai anche per quella che è stata considerata da Viale Mazzini come una posizione contraddittoria dell’amministrazione comunale visto che da un lato ha annunciato ricorso contro la sentenza del Tar e dall’altro si è uniformato alla sentenza bandendo la gara.

Dalla Città dei Fiori sottolineano che sono stati i tempi stretti per l’organizzazione di un evento così complesso a portare alla decisione di procedere con il bando, indipendentemente dall’esito del ricorso al Consiglio di Stato. 

La Rai sta attendendo di conoscere nella sua interezza la delibera, ma il Comune di Sanremo ha alzato la posta, chiedendo in cambio un corrispettivo non inferiore a 6,5 milioni di euro l’anno, con un incremento sensibile dai 5 milioni dell’ultimo accordo, l’% degli introiti pubblicitari legati al marchio del Festival e che il partner trasmetta Sanremoinfiore’, la sfilata di carri allegorici realizzati con i fiori da comuni della provincia di Imperia che si tiene ogni anno a marzo e un altro evento a scelta dell’amministrazione, oltre a produrre due spettacoli in diretta, di cui uno in estate. Il Comune manterrà inoltre il controllo sulla scelta della sede dell’evento e si farà carico dei costi d’affitto ,circa 2 milioni di euro l’anno per l’Ariston. Tutti gli altri costi, incluso un palco esterno con artisti del Festival o ospiti di pari livello, saranno a carico del partner.

Caso Sanremo-Rai: Torino prima alternativa per un nuovo Festival della Musica Italiana

La Rai, però, non sta soltanto a guardare e, visto all’edizione successiva del Festival si pensa già dal giorno dopo la finale, sta valutando attentamente anche dove potrebbe organizzare un nuovo festival che continuerebbe in ogni caso a nominare il rappresentante italiano all’Eurovision visto che la Rai è membro Ebu. Questo non si chiamerebbe più Festival della Canzone Italiana, un marchio che è legato a livello di copyright al Festival di Sanremo, ma potrebbe essere chiamato Festival della Musica Italiana.

Torino, in caso che davvero si arrivasse alla rottura tra il Comune di Sanremo e la Rai, sarebbe in pole position visto che può vantare di aver organizzato,  all’Inalpi Arena, il palazzetto indoor più grande d’Italia con una capienza di 15.657 spettatori e tappa fissa per i grandi nomi della musica italiana, un’edizione dell‘Eurovision Song Contest nel 2022 che era stata particolarmente apprezzata dall’Ebu. C’è chi, scherzando, già immagina che i gianduiotti potrebbero diventare l’omaggio per ogni artista in gara, prendendo così il posto dei bouquet dei fiori. 

Intanto non sono mancate le reazioni politiche al ‘piano B della Rai per un Festival in un’altra città: “Torino avrebbe tutte le carte in regola per ospitare il prossimo Festival della Canzone Italiana”, hanno detto i parlamentari piemontesi della Lega in Commissione di Vigilanza Rai, Giorgio Maria Bergesio ed Elena Maccanti. Non sono voluti entrare nel merito della disputa tra il Tar della Liguria e la Rai, ma hanno sottolineato come la città della Mole abbia dimostrato le sue capacità organizzative in grandi eventi come l’Eurovision Song Contest e le Atp Finals e avrebbe quindi tutte le capacità per cogliere anche quest’eventuale opportunità.

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Il presidente di Regione Liguria, Marco Bucci, commentando le voci su un ‘piano B’ della Rai in merito all’ipotesi dello spostamento a Torino, ha detto che il Festival di Sanremo non si può fare fuori da Sanremo e che, anche se la Regione non può intervenire su cose che riguardano il Comune, c’è la volontà di provare ad ammorbidire le parti, visto che la kermesse è una ricchezza per la Liguria e deve rimanere in Liguria. 

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