Partecipazione dei lavoratori all’impresa: cosa prevede il nuovo disegno di legge 2025


La Camera dei deputati ha recentemente approvato in prima lettura il Disegno di Legge 1407 sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese.

La proposta, che ora passa al Senato per il prosieguo dell’iter legislativo, punta a rafforzare i principi di democrazia economica e a favorire la sostenibilità aziendale, in attuazione dell’articolo 46 della Costituzione.

Un nuovo modello di governance partecipata

Il disegno di legge, intitolato “La partecipazione al lavoro. Per una governance d’impresa partecipata dai lavoratori”, introduce un quadro normativo volto a favorire il coinvolgimento dei lavoratori nei processi decisionali delle aziende. Il provvedimento si applica sia alle imprese tradizionali sia alle società cooperative, prevedendo disposizioni adattabili alla specificità di queste ultime. L’obiettivo è quello di migliorare il coinvolgimento dei dipendenti, aumentando la produttività e rafforzando il tessuto economico e sociale del Paese.

Partecipazione gestionale e consultiva

Uno degli aspetti centrali del disegno di legge è la partecipazione gestionale dei lavoratori. In particolare, nelle aziende che adottano un sistema dualistico di governance, i lavoratori dovrebbero essere rappresentati nel consiglio di sorveglianza. Inoltre, alcune imprese potrebbero prevedere la partecipazione dei dipendenti nel consiglio di amministrazione. Questo approccio mira a garantire che le decisioni strategiche aziendali tengano conto anche della voce di chi lavora quotidianamente nell’organizzazione.

La partecipazione consultiva, invece, prevede il diritto dei lavoratori di esprimere pareri sulle scelte aziendali che influiscono sull’organizzazione del lavoro e sulle loro condizioni. Le rappresentanze sindacali o le commissioni paritetiche interne all’azienda sarebbero coinvolte in modo sistematico, con le imprese obbligate a rispondere alle proposte avanzate dai lavoratori.

Partecipazione economica e incentivi fiscali

Il disegno di legge introduce anche meccanismi di partecipazione economica e finanziaria, con l’obiettivo di redistribuire in modo più equo gli utili aziendali. I lavoratori avrebbero la possibilità di accedere a piani di partecipazione al capitale sociale dell’impresa, anche sotto forma di azioni attribuite in sostituzione di premi di risultato. Per incentivare questa formula, il provvedimento prevede un’esenzione fiscale fino a un massimo di 1.500 euro annui per i dividendi derivanti dalle azioni attribuite ai lavoratori.

Un ruolo attivo nell’organizzazione del lavoro

Il disegno di legge prevede inoltre la creazione di commissioni paritetiche tra rappresentanti dei lavoratori e dell’impresa per sviluppare strategie di miglioramento dei prodotti, dei processi produttivi e dell’organizzazione del lavoro. Queste commissioni potrebbero proporre soluzioni innovative per aumentare la competitività aziendale, promuovendo al contempo un ambiente lavorativo più equo e inclusivo.

La Commissione nazionale per la partecipazione

Per garantire un monitoraggio efficace e risolvere eventuali controversie, il provvedimento prevede l’istituzione di una Commissione nazionale permanente per la partecipazione dei lavoratori, con sede presso il CNEL. Questa struttura, composta da rappresentanti del Ministero del lavoro, delle organizzazioni sindacali e del CNEL, avrebbe il compito di promuovere la partecipazione dei lavoratori alle decisioni aziendali e raccogliere le migliori pratiche in materia.

L’approvazione del disegno di legge rappresenta un passo importante verso una maggiore inclusione dei lavoratori nelle dinamiche aziendali. Se confermato dal Senato, il provvedimento potrebbe segnare un cambio di paradigma nel rapporto tra impresa e forza lavoro, promuovendo un modello di governance più partecipativo e sostenibile.



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