I nuovi dazi imposti da Trump spaventano anche le pmi piemontesi. Lo confermano, su tutti, il grido d’allarme lanciato da Coldiretti, Confagricoltura e Confartigianato. Per rispondere adeguatamente al mutato ordine economico mondiale occorre una strategia chiara, che aiuti le pmi del territorio a muoversi con cognizione di causa nei mercati esteri. A questo proposito la regione Piemonte ha stipulato un accordo con Simest, società del gruppo Cassa depositi e prestiti, per l’internazionalizzazione delle imprese del territorio. La firma del protocollo è avvenuta nella mattinata di lunedì 10 marzo al Grattacielo della Regione.
L’accordo mira a favorire progetti di filiera affiancando le aziende nel loro processo di internazionalizzazione: “Con questo nuovo protocollo – spiega l’amministratrice delegata di Simest Regina Corradini D’Arienzo – puntiamo ad accompagnare concretamente le aziende nel loro processo di espansione. È necessario innanzitutto comprendere quali sono i mercati giusti in cui investire: Africa, Emirati Arabi Uniti e Vietnam sono solo alcuni degli esempi di mercati floridi che favoriscono i processi di internazionalizzazione delle pmi”. Investire in nuovi mercati rappresenta “una soluzione per aggirare i dazi, ma continuano a spaventare, poiché creano incertezza. Oggi è diventato più difficile non solo commerciare con gli Stati Uniti, ma anche con paesi come Francia e Germania. Il futuro del commercio è fuori dall’Unione europea” spiega.
Non solo nuovi mercati. Oggi le aziende sono costrette a ritagliarsi nuovi spazi anche in filiere diverse. “Se è vero che lo stato di salute delle pmi piemontesi è abbastanza buono, – spiega Corradini D’Arenzio – non dobbiamo dimenticarci che alcuni settori, il tessile e l’automotive su tutti, stanno soffrendo. La diversificazione geografica, talvolta, non è sufficiente: alcune pmi devono cambiare la filiera in cui investono. Un settore in cui stiamo facendo un ottimo lavoro, per esempio, è quello dell’aerospazio. Uno degli obiettivi del protocollo è quello di formare un fronte comune con le pmi per parlare con aziende più grandi in settori del genere. Un aspetto su cui Simest lavora da tempo”. La vicepresidente della regione Piemonte Elena Chiorino rincara la dose: “Certe filiere rischiano di diventare obsolete, il nostro compito è quello di aiutare le pmi a intercettare il cambiamento, modificando gli orizzonti presenti”.
L’accordo è anche un mezzo per coinvolgere il più possibile le pmi piemontesi. L’adesione alle iniziative Simest, in questo momento “è ancora basso. Vuol dire che dobbiamo migliorare per ampliare il nostro giro e rendere la collaborazione il più fruttuosa possibile – dice Corradini D’Arenzio – solo così il protocollo può raggiungere gli obiettivi prefissati”. Un aspetto su cui concorda anche Chiorino: “La percentuale di pmi che esporta è davvero bassa. Con il protocollo la comunicazione con le imprese migliorerà sensibilmente creando una partnership tra pubblico e privato, formando anche le competenze”.
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