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Il Ministero dell’ambiente ha assegnato ad ogni Regione i soldi per realizzare le opere di rinaturalizzazione dei suoli degradati o in via di degrado finanziate dal “Fondo per il contrasto del consumo di suolo”.
Il riparto dei 160 milioni di euro di budget (spalmato negli anni 2023-2027) è stato definito dal Dm Ambiente 2 gennaio 2025, n. 2. Il decreto è stato pubblicato sul sito del Ministero dell’ambiente il 5 marzo 2025, secondo quanto comunicato dallo stesso Dicastero ambientale. Il Fondo è stato istituito dalla Legge di bilancio 2023 (legge 29 dicembre 2022, n. 197, articolo 1, comma 696). Lo scopo è quello di contrastare l’erosione del suolo libero da insediamenti.
Le proposte di intervento finanziabili dovranno riguardare operazioni di ripristino ecologico da eseguirsi su siti di proprietà pubblica, o acquisiti al demanio pubblico in città o a ridosso della stessa. I luoghi devono essere privi di ogni vincolo territoriale o urbanistico che possa impedire l’esecuzione dell’intervento. Il progetto dovrà prevedere una destinazione ad “area verde ad uso pubblico” e un vincolo di inedificabilità. Quest’ultimo è condizione di erogazione del finanziamento. Tra i criteri di valutazione delle proposte c’è anche la “significatività ambientale” dell’intervento. Si tratta della qualità e quantità di effetti benefici ambientali generati dall’intervento.
Le Regioni riceveranno dagli Enti locali le varie proposte e le vaglieranno – insieme alle Autorità di bacino e al Ministero — secondo i criteri indicati nell’allegato 2 al Dm 2/2025 in parola. Gli interventi ammessi secondo la graduatoria regionale sono programmati con uno o più accordi, definiti tra ogni Regione e il Ministero dell’ambiente. Negli accordi sono individuate le risorse da assegnare a ogni intervento, le modalità di attuazione, i soggetti pubblici competenti, nonché indicato come saranno erogate le risorse da parte delle Regioni e rendicontate le spese.
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