Dal 31 marzo sarà obbligatorio per le imprese sottoscrivere una polizza anti calamità, ma a oggi solo il 5% delle imprese è coperto contro i rischi di terremoto e alluvione
La data è quella del 31 marzo quando scatterà per tutte le imprese italiane l’obbligo di sottoscrivere una polizza contro le calamità naturali, la Cat Nat. Il termine in precedenza era stato fissato al 31 dicembre 2024 dalla legge 30 dicembre 2023, n. 213, ma il decreto legge 202/2024, confermato dal provvedimento di conversione in vigore dal 25 febbraio 2025, ha fatto slittare al 31 marzo 2025 il termine dell’obbligo.
La copertura dei danni per terreni, fabbricati, impianti e macchinari
Le aziende dovranno quindi stipulare una polizza di assicurazione che copra danni a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, nonché ad attrezzature industriali e commerciali che siano causati da sismi, alluvioni, frane, inondazioni e esondazioni. Solo per alcune categorie di imprese (pesca e acquacoltura) il termine per la stipula è stato posticipato al 31 dicembre 2025. Come previsto dalla nuova legge, in caso di mancata sottoscrizione, per le imprese sarà impossibile accedere «all’assegnazione di contributi, sovvenzioni ed agevolazioni di carattere finanziario da parte dello Stato, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali».
Solo il 5% delle imprese è già coperto
Le coperture contro le catastrofi naturali sono ancora molto poco diffuse nel nostro Paese. A fronte dell’evidente cambiamento climatico i numeri sono impietosi: in Italia solo il 6% delle abitazioni è coperto contro i rischi di terremoto e alluvione e solo il 5% delle imprese ha una polizza per gli stessi rischi, a fronte invece di un 52% di imprese assicurate contro il rischio incendio. È soprattutto per venire incontro al tessuto imprenditoriale italiano che Ania ha attivato un indirizzo di posta elettronica catnat@ania.it per inviare domande e richieste di approfondimento sulla nuova normativa, in modo da agevolare la diffusione e la comprensione delle novità introdotte dalla Legge. Si tratta, sottolinea l’associazione, di «una novità importante che riguarda il tessuto produttivo del Paese, con milioni di imprese che, in questo modo, possono proteggersi».
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