Spazio, la grande sfida, norme e investimenti nell’agenda politica


Il settore aerospaziale è in una fase di grandissimo interesse e investimenti globali. Nel 2035 si potrebbe raggiungere la cifra record di 1,5 trilioni di dollari come valore complessivo generato e lo spazio oggi ha una molteplice valenza: non solo è terreno di ricerca scientifica ma a tutti gli effetti fa da teatro per gli avanzamenti tecnologici e, lo spazio in sé, assume rilievo geopolitico. Come lo si occupa, determina un vantaggio strategico tra le principali nazioni. Ad esempio in termini di raccolta di informazioni e flusso di dati più veloce, sicuro e efficiente.

L’Europa deve essere più presente
In Italia tra i protagonisti di queste sfide c’è l’azienda Leonardo, il cui Ad Roberto Cingolani è tornato ad avvertire che non si possono non avere delle tecnologie europee sui versanti chiave, come ad esempio quello dei satelliti. Per Cingolani serve un colosso europeo di almeno 18 satelliti da lanciare, per evitare investimenti frammentati.

Il Ddl Spazio si inserisce nel contesto
Fin quando però i progetti non saranno centralizzati ogni Paese dell’Unione si muove come meglio crede. Il nostro Paese si sa ha stretto accordi con Starlink di Elon Musk, e i motivati timori per la sicurezza pubblica hanno stimolato un dibattito aperto. Giusto anche sapere però che le istituzioni già si stavano adoperando nel senso di assicurare un quadro normativo. Al Senato è infatti da poco approdato il Ddl Spazio che verrà discusso.

Il perché del provvedimento
Secondo Umberto Maerna Deputato di FdI, membro della Commissione Attività produttive della Camera dei deputati, «il settore è strategico – parliamo di 90 miliardi solo per l’Europa e di 1,5 trilioni entro il 2035 – e questo dato ha posto la necessità di un provvedimento – il ddl Spazio – che lo regolamentasse in modo da assicurare alle nostre imprese di giocare un ruolo importante, dando loro una prospettiva internazionale. Nei decreti attuativi, poi, saranno introdotti eventuali correttivi: la stessa Commissione Attività Produttive ha audito 39 interlocutori, da ottobre fino a quando il ddl è arrivato in Aula», ha detto a “Largo Chigi”, il format televisivo di The Watcher Post.

Maerna ha concluso dicendo: «Nel ddl sono previsti 7,3 miliardi di euro entro il 2026 e misure a sostegno delle start-up innovative perché il provvedimento mette in moto un meccanismo di sostegno alle start-up private in collaborazione col pubblico. Segnalo ancora due elementi importanti rispetto agli obiettivi che si intende perseguire: garantire la sicurezza nazionale e favorire la riconversione industriale. Infine, a dicembre 2024, sono stati assegnati 130 milioni con le quote di parte italiana di finanziamento NASA per il programma ARTEMIS “Moon to Mars».

L’Italia può dire la sua
A “Largo Chigi”, una riflessione sulla strategicità anche da parte di Karolina Muti dello IAI: «Nella crescita dell’economia spaziale c’è molta geopolitica e l’Europa deve rimanere competitiva. È importante. Pensiamo all’esplorazione umana e robotica, alla sensoristica radar, all’in orbit service e l’osservazione della terra. L’Italia è presente su tutta la catena del valore, dalla programmazione alla realizzazione mostrando forti competenze: abbiamo lavorato al primo lander europeo, fatto un memorandum con l’Arabia Saudita e sono eccellenti i centri italiani di ricerca universitaria – ha affermato , ricordando che l’Italia è «tra i primi al mondo per fondi pubblici nel settore spaziale. Una maggiore autonomia strategica è fondamentale, a livello europeo c’è un contesto in evoluzione con una governance che si sta assestando e un nuovo Commissario europeo alla Difesa e allo Spazio, bisognerà capire gli sviluppi e come posizionarci». Ci sono i competitor globali. «La Cina ha visto un progresso e una grande accelerazione, il sistema Paese deve essere in grado di scegliere i partener internazionali e legare i propri obiettivi e interessi in maniera coerente. Per il settore serve poi più capitale umano, sensibilizzando sulle lauree Stem».

Le aziende italiane e lo spazio
In trasmissione è stato possibile anche sentire il parere delle aziende coinvolte nel campo. Così Franco Fossati, Lead Italy and South Europe di The Exploration company: «La nostra azienda, specializzata nel trasporto merci in bassa orbita, sta crescendo, abbiamo avviato un piano assunzioni e negli ultimi tre anni abbiamo raccolto oltre 220 milioni di euro da venture capital. La regolamentazione del settore è fondamentale, in questo l’Italia deve essere capofila, perché la tradizione spaziale fa parte della nostra storia industriale, ricordo che siamo stati tra i primi a lanciare satelliti nello spazio. Portare in Europa questo segmento di attività garantisce un mercato che si sta sviluppando molto velocemente, anche perché presto saranno messe in orbita nuove stazioni spaziali. Anche per questo l’interesse degli investitori sta crescendo».







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