Tech e innovazione, l’India sfida Usa e Cina: investimenti e strategie


“L’India ha tutti i requisiti per portare avanti un lavoro di frontiera sull’intelligenza artificiale”. Con queste parole il presidente e amministratore delegato di Microsoft Satya Nadella, di origini indiane, ha commentato il recente annuncio da parte dell’azienda americana di investire 3 miliardi di dollari nei prossimi due anni per potenziare la capacità dei data center di Azure e supportare la fornitura di servizi di cloud computing nell’intero Paese.

India e innovazione: il ruolo delle big tech e dei progetti di formazione digitale

Grazie a una popolazione di oltre 1,4 miliardi di persone, al proliferare di numerose aziende del settore IT e alle diffuse competenze tecnologiche, l’India sta attirando sempre più investimenti, non solo in tecnologia, ma anche in formazione.

Microsoft, che ha oltre 20.000 dipendenti in 10 città indiane, nel 2024 aveva già lanciato il progetto Advanta(I)Ge India, che puntava a fornire competenze digitali in tema di IA a due milioni di persone entro il 2025. L’obiettivo è stato ampiamente superato in pochi mesi, con 2,4 milioni di partecipanti, di cui il 65% donne. Per questo Microsoft ha appena annunciato il rilancio del progetto con un nuovo ambizioso target: coinvolgere nei corsi di formazione su IA 10 milioni di persone entro il 2030.

I piani dell’azienda di Redmond si inseriscono in un interesse espansionistico verso l’India che altre aziende hanno ultimamente reso pubblico, come dimostrato dalle recenti visite del Presidente e CEO di Invidia Jensen Huang o della CEO di AMD Lisa Su, tutte accompagnate da annunci di importanti investimenti destinati a un Paese in profonda trasformazione.

L’evoluzione dell’India da fornitore di servizi it a hub globale di ricerca

Negli ultimi decenni l’India è passata da fornitore di servizi IT a uno dei principali hub globali per la ricerca e sviluppo nel settore tecnologico. Secondo il report “India’s Generative AI Startup Landscape 2024”, pubblicato dalla National Association of Software and Service Companies (NASSCOM), il Paese ospita attualmente oltre 1.500 centri di R&D appartenenti a multinazionali, rendendolo la seconda destinazione mondiale dopo gli Stati Uniti per gli investimenti in ricerca tecnologica. Una scelta guidata dalla combinazione di forza lavoro altamente qualificata, costi operativi competitivi e presenza di startup in forte crescita.

Il ruolo delle città indiane nell’innovazione tecnologica

Gangli vitali di questo ecosistema sono soprattutto le città di Hyderabad e Bangalore. Nella capitale dello stato di Telangana da diversi anni è presente il Microsoft India Development Center (IDC), uno dei più grandi centri di R&D dell’azienda fuori dagli Stati Uniti, e il Global Development Center di Amazon.

Nella capitale del Karnataka si trovano invece il Watson AI Lab di IBM, il Google Research India e il Samsung R&D Institute India-Bangalore (SRI-B), il più grande centro di ricerca e sviluppo dell’azienda al di fuori della Corea del Sud.  Oltre a Hyderabad e Bangalore, anche Pune e Chennai stanno puntando ad accogliere multinazionali e centri di ricerca per posizionarsi come nuovi hub tecnologici. 

Grazie a questo dinamismo imprenditoriale, l’India ha assistito negli ultimi anni a un’esplosione di nuove aziende tecnologiche, diventando il terzo ecosistema di startup più grande al mondo, dopo Stati Uniti e Cina. Attualmente, il Paese conta più di 100.000 startup registrate e, secondo l’ultimo report di gennaio 2025 di INC42 (piattaforma di media e intelligence per startup), 118 hanno una valutazione superiore a un miliardo di dollari.

L’esplosione dell’ecosistema startup e il supporto governativo

Oltre 2mila delle più promettenti aziende indiane fanno parte di NVIDIA Inception, un programma gratuito lanciato dall’azienda leader nello sviluppo di microprocessori per accelerare l’innovazione e la crescita delle startup attraverso l’offerta di formazione e di strumenti tecnici, il supporto go-to-market e opportunità di networking per entrare in contatto con i venture capitalist. A ottobre del 2024 NVIDIA ha inoltre reso noto una partnership con il colosso Reliance, la principale azienda indiana con oltre 19 miliardi di fatturato, per la realizzazione nella località di Jamnagar di quello che potrebbe presto diventare il più grande data center al mondo, con una capacità di circa 3 gigawatt.     

Questa effervescenza del settore tecnologico indiano viene sostenuta e cavalcata dal governo del Primo Ministro Narendra Modi, che non nasconde le ambiziose mire di portare l’India nel novero delle superpotenze anche attraverso l’innovazione. L’esecutivo ha incentivato questa crescita con iniziative come Startup India, un programma che offre agevolazioni fiscali, finanziamenti e supporto infrastrutturale per le giovani imprese, e Digital India, che coordina le iniziative del governo sulla transizione digitale e che ha gettato le basi per la realizzazione del più grande programma di identità digitale del mondo.

La missione India AI: investimenti e obiettivi strategici

Nel 2024 inoltre il governo ha inaugurato l’India AI Mission, con un finanziamento iniziale di 1,2 miliardi di dollari, con l’obiettivo di dare una spinta significativa all’ecosistema dell’intelligenza artificiale nel Paese, puntando su due pilastri chiave. Il primo è la creazione di centri di eccellenza dedicati all’IA, sviluppati in collaborazione con le principali università e istituti di ricerca, tra i quali l’Indian Institute of Technology (IIT) e l’Indian Institute of Science (IISc). Questi centri non si occuperanno solo della ricerca avanzata in IA, ma serviranno anche come poli di formazione per la nuova generazione di tecnici specializzati nel settore.

Il secondo pilastro è l’espansione dell’infrastruttura computazionale, essenziale per supportare la crescente domanda di potenza di calcolo necessaria all’addestramento di modelli avanzati di intelligenza artificiale. Il governo ha previsto la costruzione di nuovi supercomputer capaci di competere con quelli presenti negli Stati Uniti e in Cina. Questi sistemi non saranno solo a disposizione del settore pubblico, ma potranno essere utilizzati anche da startup, aziende private e centri di ricerca, contribuendo così ad ampliare l’accesso alle risorse computazionali.

La strategia indiana per un ruolo di primo piano nel panorama globale

La strategia indiana finora mostra dunque un approccio ambivalente. Da un lato mira a consolidare le relazioni con gli Stati Uniti, offrendo alle Big Tech americane favorevoli condizioni di investimento per ricerca e sviluppo e costruzione di data center. Allo stesso tempo, per assecondare i piani di ascesa geopolitica, Nuova Dehli sta costruendo un percorso di sviluppo tecnologico autonomo con l’obiettivo di ritagliarsi un ruolo di primo piano e non farsi schiacciare dalla competizione tra Washington e Pechino.



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