payback
14 Marzo 2025
Secondo i dati riportati da Farmindustria, il meccanismo di ripiano del tetto di spesa farmaceutica diretta è diventato insostenibile per le imprese. Il payback farmaceutico e dei dispositivi medici continua a far discutere e a preoccupare le aziende del settore
Il payback farmaceutico e dei dispositivi medici continua a far discutere e a preoccupare le aziende del settore. Secondo i dati riportati da Farmindustria, il meccanismo di ripiano del tetto di spesa farmaceutica diretta è diventato insostenibile per le imprese, mettendo a rischio investimenti e innovazione in Italia. Anche il comparto dei dispositivi medici solleva forti criticità e il 21 marzo sarà istituito un Tavolo tecnico presso il Ministero dell’Economia per affrontare il problema. Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, ha lanciato un forte appello al governo affinché il sistema del payback venga rivisto e progressivamente superato. Il peso economico per le aziende farmaceutiche è più che raddoppiato negli ultimi cinque anni, passando da 1,195 miliardi di euro nel 2021 a quasi 2,5 miliardi previsti per il 2024, con un ulteriore incremento fino a 2,8 miliardi nel 2026.
“Queste cifre non sono più sostenibili per le imprese – ha dichiarato Cattani in un’intervista a Il Sole 24 Ore –. Il meccanismo di ripiano incide sempre di più sui fatturati, rischiando di allontanare l’innovazione dal nostro Paese. Per questo motivo, proponiamo un patto di legislatura affinché il payback venga progressivamente ridotto fino alla sua eliminazione definitiva nel 2027”. Le aziende del settore hanno già avviato ricorsi al TAR contestando la sproporzione degli importi richiesti. “Non possiamo parlare di contributo di solidarietà – ha aggiunto Cattani – perché si tratta di somme che vanno oltre la normale tassazione, compromettendo la possibilità di creare sviluppo e occupazione qualificata”. Secondo il presidente di Farmindustria, è necessaria una riforma della governance farmaceutica con una visione strategica a lungo termine. L’Europa sta lavorando su una strategia comune per la difesa e la salute dovrebbe esserne una componente fondamentale. L’Italia, ha sottolineato Cattani, deve adottare un approccio innovativo, valutando il valore complessivo dei farmaci in termini di beneficio clinico, riduzione dei costi sanitari e impatto socio-economico.
Anche il comparto dei dispositivi medici è in allarme. Il 21 marzo si terrà presso il Ministero dell’Economia un Tavolo tecnico presieduto dal ministro Giancarlo Giorgetti, richiesto da Conflavoro PMI Sanità, per affrontare le criticità del payback applicato alle aziende del settore biomedicale. Gennaro Broya de Lucia, presidente di Conflavoro PMI Sanità, ha evidenziato l’importanza di questa iniziativa per la sopravvivenza di oltre 4 mila piccole e medie imprese e per la tutela di circa 200 mila posti di lavoro. “La creazione di questo tavolo è un passo fondamentale per trovare soluzioni concrete ed evitare il collasso di un settore strategico per il Paese. Confidiamo che il governo risolva la situazione prima che sia necessario un intervento della giustizia amministrativa”, ha dichiarato Broya de Lucia. Il payback sui dispositivi medici sta creando difficoltà crescenti alle aziende, con il rischio di compromettere la continuità nell’accesso a strumenti essenziali per i pazienti, inclusi dispositivi salvavita. Le associazioni di settore chiedono un ripensamento del sistema e misure che garantiscano sostenibilità economica senza compromettere l’assistenza sanitaria.
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