Sarno. Usura, i complici di Graziano si difendono


Nocera Inferiore/Sarno/. Fine degli interrogatori di garanzia per i coinvolti nel blitz anti usura ed estorsione della settimana scorsa che aveva portato in manette 24 presunti responsabili (tra carcere e domiciliari) tra cui quello che è ritenuto il promotore dell’organizzazione Massimo Graziano che si era avvalso della facoltà di non rispondere al giudice. Cosa che invece hanno fatto coloro che sono stati ristretti ai domiciliari difendendosi dalle accuse mosse dalla procura antimafia di Salerno. Alcuni hanno presentato al gip Piero Indinnimeo richiesta di libertà in quanto sarebbero estranei alle contestazioni. Tra oggi e domani il Tribunale scioglierà le riserve. Il gruppo criminale si sarebbe dedicato in numerosi delitti di usura ed estorsione ai danni di imprenditori e soggetti economici in stato di difficoltà. Parallelamente, attraverso società fittiziamente intestate a terzi, sarebbe riuscito ad ottenere finanziamenti agevolati dalla garanzia dello Stato, così procurandosi profitti che venivano utilizzati sia come provvista per l’elargizione di ulteriori prestiti usurari sia per l’acquisto di beni o altre utilità. Il meccanismo fraudolento – per come ricostruito attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, la disamina di documentazione contabile, accertamenti bancari su un numero rilevante di rapporti di conto corrente personali e societari – avrebbe coinvolto a monte alcune società di capitali di cui gli indagati acquisivano, in modo diretto o indiretto, la gestione o comunque il controllo, simulando successivamente la solidità patrimoniale e finanziaria, presupposto per ottenere indebitamente prestiti da parte di aziende di credito, coperti dal Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese. Nel programma criminoso dell’associazione vi era anche il favoreggiamento dell’ingresso illegale di cittadini extracomunitari nel territorio dello stato mediante l’inoltro di istanze finalizzate alla costituzione di fittizi rapporti di lavoro dipendente, attivati da società compiacenti. In particolare, sono state oggetto di approfondimenti investigativi 506 istanze, inoltrate, nel corso dei cosiddetti click day, con il preordinato fine di non procedere ad alcuna assunzione ma di ottenere illecitamente il visto d’ingresso, dietro corresponsione di un compenso pari a 5mila euro per ogni nulla osta rilasciato. Proprio mercoledì alla moglie di Graziano, raggiunta da misura interdittiva di nove mesi per aver agevolato il marito nonostante sapesse secondo la procura la provenienza del denaro illecito, è stato revocato il ruolo di componente del nucleo di valutazione del Comune di Sarno. Una vicenda che sta suscitando polemiche e interrogazioni al ministro con il caso che arriverà martedì davanti alla commissione Antimafia alla Camera.



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