ChatGpt consigliere a Downing Street? Così il governo Uk chiede aiuto all’Ai


La stampa ha pubblicato le conversazioni tra il Segretario di Stato britannico per l’innovazione Peter Kyle e ChatGpt: il politico laburista si sarebbe fatto consigliare dall’Intelligenza artificiale persino le trasmissioni in cui apparire.

Il primo ministro britannico Keir Starmer lo aveva detto: “Nessuna persona dovrebbe dedicare il proprio tempo a un compito che il digitale o l’Intelligenza artificiale possono svolgere meglio, più rapidamente e con la stessa qualità e gli stessi standard”. E il Segretario di Stato per la scienza, l’innovazione e la tecnologia del governo britannico, Peter Kyle (nella foto), lo ha prontamente preso alla lettera, iniziando a interpellare gli algoritmi a stregua di oracoli su compiti strettamente attinenti il proprio impiego.

LE CHAT TRA PETER KYLE E CHATGPT

Grazie al Freedom of Information Act la rivista New Scientist è riuscita a ottenere le richieste rivolte a ChatGpt dell’uomo che dovrebbe guidare la rivoluzione hi-tech del governo laburista britannico. Si è così scoperto che Kyle ha chiesto all’Intelligenza artificiale statunitense vari suggerimenti, per esempio, sul perché le imprese inglese fatichino ad adottare l’Intelligenza artificiale nei loro processi (manifestando, evidentemente, una fiducia minore rispetto a quella tributata alla macchina da Kyle).

UN POLITICO GUIDATO DALL’AI?

Ma c’è di più, perché il politico laburista, in carica dal 2015, probabilmente in cerca di una spalla amica alla quale appoggiarsi, ha anche chiesto alla creatura virtuale sviluppata in OpenAi quali fossero i podcast ai quali avrebbe dovuto partecipare come ospite per raccontare quel che l’esecutivo sta facendo. Sobbalzano schiere di consiglieri politici che apprendono dai media che la loro carriera potrebbe essere arrivata al capolinea: le loro lauree e i loro master nulla possono contro i consigli di un chatbot.

IL TEMA DELLA SICUREZZA

Ma sobbalza anche più di un osservatore inglese, dal momento che le Intelligenze artificiali saranno anche ottime confidenti, ma non si sa quali altre orecchie stiano ad ascoltare, soprattutto finché anche il Vecchio continente non ne creerà di proprietarie. E questo i connazionali della nota spia dell’MI6 James Bond avrebbero dovuto sospettarlo.

Downing Street comunque tira dritto: l’Ai può rinnovare la pubblica amministrazione i servizi governativi, con risparmi “fino a 45 miliardi di sterline e benefici per la produttività”, dice sempre Starmer. I sudditi di Sua Maestà insomma presto dovranno convivere con una PA sempre più hi-tech perché quella è la via tracciata da Starmer. Nella speranza che tale convinzione non gli sia stata suggerita da qualche Intelligenza artificiale…



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