Ospedale di Petralia: la Cgil chiede al consiglio comunale di approvare l’ordine del giorno in difesa della sanità pubblica

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Domani il consiglio comunale di Petralia si riunirà, in seduta pubblica e urgente, aperta ai consigli comunali del comprensorio, per approvare un ordine giorno a salvaguardia dell’Ospedale Madonna dell’Alto. 

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La Cgil Palermo chiede al consiglio comunale di Petralia Sottana di approvare contestualmente l’ordine del giorno, con le ragioni sostenute dal sindacato, già votato dal consiglio comunale di Palermo, in difesa del servizio sanitario nazionale pubblico e per la valorizzazione del personale. Un ordine del giorno che la Cgil sta chiedendo a tutti i comuni di approvare per trasmetterlo al governo regionale e a quello nazionale.

“Stiamo chiedendo a tutti i consigli comunali di prendere posizione con specifici ordini del giorno, per chiedere di cambiare una legge di bilancio che non finanzia la sanità pubblica.  La battaglia per il diritto alla salute è infatti su due fronti, regionale e nazionale –  dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e la segretaria Cgil Palermo Laura Di Martino –  Per questo, invitiamo i consigli comunali di Petralia e dei comprensori, oltre all’approvazione del loro ordine del giorno per la tutela e il potenziamento dell’Ospedale Maria SS. dell’Alto di Petralia, di approvare anche l’ordine del giorno da noi inviato ai presidenti dei consigli  comunali”. 

 

La Cgil chiede che venga assicurata la piena funzionalità dell’Ospedale Madonna dell’Alto, della medicina territoriale e della medicina di base nell’ambito della sanità pubblica, rivendica l’applicazione del Piano di rimodulazione della rete ospedaliera approvato dall’Ars e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del febbraio 2019, che prevedeva il potenziamento dell’ospedale punto di riferimento per tutti i paesi delle Madonie con 66 posti letto, la copertura dei posti in organico carenti per un totale di 68 unità sanitarie, la riapertura del reparto di ortopedia con 4 posti letto, l’apertura del reparto di cardiologia con 6 posti letto, il potenziamento della riabilitazione con 20 posti letto e la lungodegenza con 16 posti letto. Oltre alla conferma degli attuali reparti. 

 “Il governo regionale chiarisca ai sindaci e all’organizzazione sindacale cosa si prevede nel nuovo piano della rete ospedaliera – aggiungono Ridulfo, Di Martino e Lillo Spitale, responsabile Camera del Lavoro- Cgil Alte Madonie – La Cgil continuerà la mobilitazione anche sul territorio, organizzando manifestazioni come quella dell’11 novembre 2023, che ha visto in piazza anche il Forum sanità pubblica Palermo e provincia”. 

“Il governo regionale si pronunci – ribadiscono Ridulfo e Di Martino – su cosa intende fare in tutta la provincia, a partire dagli ospedali di Petralia, Corleone, Termini Imerese e Partinico e si faccia trasparenza sulle liste di attesa nel privato, considerato che hanno diviso equamente risorse tra pubblico e privato per smaltire le lunghissime liste di attesa, ma ad ora non abbiamo visto nessun miglioramento, anzi”. 

Nella nostra Regione – conclude la Cgil Palermo – di fatto resta inattuata l’integrazione socio sanitaria. Allo stato attuale sono previste per l’Asp di Palermo, nelle 5 macro aree individuate, 38 case di comunità, (12 hub, 26 spoke) 10 ospedali di comunità e 12 centrali operative territoriali. 

La Cgil continuerà a monitorare la missione 6 del Pnrr, a chiedere che ci siano finanziamenti per il personale sanitario e che le strutture previste dal Pnrr non siano esternalizzate o cedute al privato.  “E’ necessario – sottolineano Ridulfo e Di Martino – rendere effettivo il diritto alla tutela della salute su tutto il territorio, adeguare l’offerta di assistenza ai bisogni della popolazione, mediante interventi volti ad arrestare il declino del Servizio Sanitario Nazionale”. 

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L’ordine del giorno suggerito dalla Cgil chiede che:

– l’ammontare del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato venga progressivamente incrementato fino a un livello non inferiore al 7,5% del PIL dell’anno di riferimento a decorrere dal 2026, per allineare l’Italia ai Paesi europei più avanzati e garantire il potenziamento dei necessari servizi di prevenzione, ospedalieri e territoriali pubblici;

– l’incremento del finanziamento deve essere interamente destinato al potenziamento dei percorsi di prevenzione, assistenza e cura direttamente erogati dalle strutture del SSN, fermando i processi di esternalizzazione e privatizzazione della salute e della sanità;

– sia garantito il riconoscimento del valore di chi tutela e genera salute, assiste e cura attraverso un forte investimento sul personale sanitario con un piano straordinario pluriennale di assunzioni, la valorizzazione economica e professionale del personale del SSN a partire dal rinnovo dei CCNL con incrementi economici che garantiscano la piena tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni e il superamento dei tetti alla spesa sul personale;

– sia realizzata la piena e omogenea attuazione della riforma dell’assistenza territoriale (Case e Ospedali di Comunità, Distretti, ecc.) definita con il DM 77/2022, con il personale necessario;

– venga assicurato il rispetto dei tempi di attesa investendo nel SSN con le necessarie risorse economiche, potenziando personale, servizi e organizzazione, e garantendo la presa in carico dei bisogni di salute delle persone;

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– vengano garantite adeguate risorse e misure a sostegno dei bisogni delle persone non autosufficienti, dando piena attuazione alla Legge n. 33/2023, a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione;

– siano garantiti risorse e interventi in altri ambiti prioritari come la salute mentale di adulti e minori e i consultori familiari.


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