Dopo Apple, anche General Motors ingrana la retromarcia per tirarsi fuori dal mercato dei robotaxi, nonostante abbia investito circa 10 miliardi nella startup Cruise. La decisione travolge anche la nascente jv con i giapponesi di Honda sui veicoli a guida autonoma.
Tanto tuonò che piovve. General Motors alla fine ha fatto ciò che gli osservatori aspettavano da parecchio, ovvero ha staccato la spina al progetto dei robotaxi di Cruise. Dopo le numerose batoste che il 2023 ha riservato all’ormai ex enfant prodige in cui Microsoft, Honda ma soprattutto il marchio di Detroit hanno riversato miliardi, la divisione di robotaxi aveva nel corso di quest’anno provato a ripartire dalle strade di Dallas: ma la flotta era ormai ridotta ai minimi termini, non poteva più caricare passeggeri e sulle vetture doveva essere presente un autista. Troppa zavorra per continuare a investire.
CHE FA GENERAL MOTORS CON CRUISE ORA?
“Considerati i tempi non indifferenti e il dispendio notevole di risorse che sarebbero necessari per ampliare l’attività” e “dato anche a un mercato dei robotaxi sempre più competitivo”, hanno spiegato da Detroit, General Motors con il 2025 non finanzierà più il lavoro di sviluppo del veicolo a guida autonoma adibito al trasporto di passeggeri in sviluppo nelle officine di Cruise.
LA FUSIONE CON LA DIVISIONE INTERNA
A livello aziendale, Gm – che possiede il 90 per cento della startup, intende di fatto fondere Cruise Llc col proprio ramo software per far progredire i propri progetti di guida autonoma e assistita che intende installare come optional delle vetture in arrivo nelle concessionarie.
General Motors ha fatto sapere di avere già accordi con altri azionisti che aumenteranno la sua proprietà a oltre il 97%. La società perseguirà l’acquisizione delle azioni rimanenti. In base al riacquisto di queste azioni e all’approvazione del consiglio di Cruise, GM lavorerà con il team dirigenziale di Cruise per ristrutturare e riorientare le operazioni di Cruise.
LA FUGA DAL SETTORE PRIMA DEL DEBUTTO DI TESLA
Una mossa che, secondo i calcoli di GM, dovrebbe ridurre la spesa di oltre 1 miliardo di dollari all’anno dopo il completamento del piano proposto, previsto per la prima metà del 2025. Ed è proprio la spesa nel robotaxi Cruise il punto più dolente per General Motors dato che il marchio statunitense vi avrebbe investito una somma che si aggira attorno ai 10 miliardi di dollari per ottenere nulla in cambio. Tutto questo mentre altre società hi-tech, come Waymo di Alphabet (la holding di Google) sono ben più avanti nei test. Ma soprattutto è oramai imminente il debutto sul mercato dei robotaxi di un competitor ingombrante come Tesla di Elon Musk.
FINE DELLA JV CON HONDA
La retromarcia di Gm fa sì che Honda abbia contemporaneamente avvisato i propri azionisti che interromperà sul nascere l’accordo che prevedeva una joint venture per lo sviluppo di taxi a guida autonoma proprio con il Gruppo di Detroit, dato che la riorganizzazione della casa automobilistica statunitense la sta portando a un rapido disimpegno dal settore.
I due costruttori auto avevano pianificato di immettere nelle strade di Tokyo entro il 2026 veicoli autonomi di livello 4 – la seconda gradazione più alta delle cinque previste per questa tecnologia – adibiti al trasporto di passeggeri in determinati quartieri.
Honda, tra le poche case automobilistiche nipponiche interessate al comparto (sui robotaxi stanno investendo molto americani e cinesi, mentre il Giappone, che pure ha in casa sia la tecnologia sia alcuni dei marchi più diffusi al mondo, sta curiosamente nicchiando) ha reso noto che cederà alla casa automobilistica statunitense le sue partecipazioni in una divisione specializzata nel settore.
L’INCIDENTE CHE HA INTERROTTO LA CORSA DI CRUISE
La corsa di Cruise si è brutalmente interrotta lo scorso anno, con un sinistro avvenuto a San Francisco – tra le prime città Usa ad avere aperto le proprie strade a questo genere di sperimentazioni – che è costato all’ex startup la pesante accusa di non aver comunicato alle autorità tutte le informazioni in merito e, soprattutto, il ritiro della licenza per servire come robotaxi.
IL TENTATIVO DI RIPARTIRE
Da allora per Cruise è stato un susseguirsi di pessime notizie che hanno portato General Motors all’inevitabile decisione di azzerarne il management nel tentativo di recuperare almeno un po’ della fiducia andata perduta.
Parallelamente, l’azienda madre aveva fermato tutte le corse, messo le morse a pneumatici e al team di R&D, sforbiciato l’organico e iniziato a diminuire gli investimenti sulla guida autonoma. Quest’anno Cruise aveva avuto l’ok dalla città di Dallas, in Texas, per mettere in strada tre robotaxi, ma il numero estremamente esiguo di veicoli beneficiari della licenza e le tante altre limitazioni imposte dall’amministrazione cittadina (divieto di caricare a bordo passeggeri e obbligo di un autista sempre alla guida) avevano di fatto reso comunque impossibile procedere con i test. Cruise insomma era arrivata alla sua ultima fermata ormai da tempo, mancava solo l’ufficializzazione.
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