A Wellhub, che fa capo a quindici VC internazionali, il 100% di Fitprime. Deal da 50 mln euro: 50% cash e 50% in azioni dell’unicorno Usa

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di Sergio Governale

L’unicorno statunitense Wellhub, ovvero l’ex Gympass (si veda qui il comunicato stampa), leader globale nel settore del benessere olistico in azienda, che vede tra i propri azionisti quindici operatori di venture capital internazionali del calibro di Atomico, EQT Growth, Softbank Vision Fund, Moore Strategic Ventures, Kaszek, Valor Capital Group e General Atlantic (si veda qui Crunchbase), ha perfezionato l’acquisizione del 100% di Fitprime, piattaforma italiana fondata nel 2016, che offre servizi di welfare aziendale per il benessere della persona, tra cui palestre, nutrizionisti, psicologi e formazione legata al wellbeing. I venditori, supportati dallo studio legale Alma LED, sono stati Vertis sgr attraverso i fondi Vertis Venture 2 Scaleup e Vertis Venture 4 Scaleup Lazio (finanziato dalla Regione Lazio tramite Lazio Innova), Zest (nata dalla fusione tra LVenture e Digital Magics), IAG-Italian Angels for Growth, Club degli Investitori e alcuni business angel, tra i quali Andrea Febbraio (si vedano qui il comunicato stampa di Wellhub, qui quello di Vertis sgr e qui quello di Zest).

La transazione, secondo quanto risulta a BeBeez, ha un valore complessivo di 50 milioni di euro, pagati metà in contanti e metà ricevendo un controvalore equivalente in azioni Wellhub, che quasi un anno e mezzo fa, quando EQT Growth ha guidato un round di finanziamento di serie F da 85 milioni di dollari con la partecipazione di Neuberger Berman per conto dei fondi dei suoi clienti (si veda qui il comunicato stampa di allora), aveva una valutazione di 2,4 miliardi di dollari, pari a circa 2,285 miliardi di euro al cambio attuale. La valutazione corrente di Wellhub, sulla base di un tasso di crescita annuo del fatturato dell’80%, si avvicina velocemente ai 4,5 miliardi di dollari e, secondo le aspettative, l’unicorno statunitense dovrebbe quotarsi sul Nasdaq nel giro di 18-24 mesi sulla base di una valutazione attesa di 6-7 miliardi di dollari.

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L’operazione darà vita alla più grande rete italiana per la salute psicofisica dei dipendenti. Le due società, insieme, creeranno nel nostro Paese un network per il wellbeing aziendale con oltre 4.300 partner per il fitness e una piattaforma di benessere con una formula ibrida comprensiva sia di servizi in presenza che virtuali: palestre, corsi, allenamenti personalizzati, ma anche consulenza di esperti per la salute mentale, la mindfulness, la nutrizione, la cura del sonno attraverso Fitprime Therapy. Assistita nella due diligence da Deloitte, Wellhub, che ha come mission quella di trasformare ogni azienda in una wellbeing company, consolida così la sua espansione in Italia, dove ha al suo attivo oltre 500 milioni di check-in e tre milioni di abbonati.

La società romana di servizi di welfare aziendale è stata fondata da Matteo Musa (ceo), Gianluca Mozzillo (cto), Damiano Rossi (head of Sport Partnerships) e Laura Carpintieri (director of Growth Marketing & Customer Success), soci uscenti con il 40,2% del capitale tutti insieme (con quote comprese tra il 7 e il 14% a testa), e lanciata dall’allora LVenture grazie al programma di accelerazione LUISS EnLabs, nato da una joint venture con l’Università Luiss. La startup ha inizialmente sviluppato un modello consumer orientato alla vendita di abbonamenti virtuali per l’accesso a centri sportivi convenzionati, rafforzando poi la sua offerta in ambito B2B di corporate welfare, grazie a una piattaforma completa di wellbeing aziendale. Attualmente è un punto di riferimento del mercato italiano, con oltre 200 clienti pmi e corporate, come Generali, Pirelli, Astrazeneca e Coop, e più di 400 mila dipendenti serviti, offrendo benefit per la salute olistica attraverso la possibilità di accedere a 3.500 centri sportivi affiliati in 1.200 città, nonché consulti con nutrizionisti e psicologi.

Il suo giro d’affari è passato dai 650 mila euro di fine 2020 ai 9 milioni del 2023, grazie anche al consolidamento del segmento B2B. Nello stesso periodo i dipendenti sono passati da 20 a 66. Il 2024, sempre secondo quanto risulta a BeBeez, dovrebbe chiudersi con un fatturato compreso tra i 12,5 e i 13 milioni di euro.

Quasi due anni fa Fitprime è stata una delle tredici startup selezionate da Elevator, lo scaleup program di Endeavor Italia per supportare le giovani aziende che hanno dimostrato il potenziale per occupare un posto di primo piano nell’ecosistema imprenditoriale locale e internazionale (si veda altro articolo di BeBeez).

Alla fine del 2020 la startup ha incassato un round di serie A da 2,5 milioni di euro guidato da Vertis sgr tramite i suoi due fondi citati (che hanno investito complessivamente nell’operazione 2 milioni di euro), partecipato anche i business angel associati a IAG, all’allora LVenture e al Club degli Investitori. L’operazione è stata poi annunciata all’inizio del 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). La società partenopea di gestione del risparmio guidata da Giurazza ha acquistato il replacement delle partecipazioni di alcuni business angels per un controvalore di 500mila euro nel primo semestre del 2022, quando Fitprime aveva una valutazione di 10 milioni. Infine, Vertis ha investito altri 2,5 milioni nel nel luglio 2023, quando la valutazione era pari a 15 milioni. In tutto la sgr napoletana ha investito 5 milioni di euro, incassando ora 17,7 milioni, essendo il secondo socio uscente con il 35,4% del capitale.

Gli altri azionisti venditori sono Zest tramite Zero Investments srl (8% del capitale), IAG e il Club degli Investitori attraverso FIT20 srl (6,2%) e altri soci, tra i quali come detto Febbraio, che hanno il restante 10,2%. Zest, uscendo da Fitprime, ha generato pertanto un controvalore di 4 milioni di euro. Per la società nata dalla fusione di Digital Magics e LVenture Group e da quest’anno quotata a Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez) si tratta della terza exit del 2024, dopo quelle dalle start up Futura (si veda altro articolo di BeBeez) e Cardo AI (si veda altro articolo di BeBeez).

Ricordiamo che Fitprime in precedenza ha chiuso un seed round da oltre 700mila euro nel giugno 2019, guidato da IAG, Club degli Investitori, LVenture e Boost Heroes (si veda altro articolo di BeBeez); un altro seed round da 250mila euro nell’autunno del 2017, finanziato da LVenture, Boost Heroes, Fernando Diana, Claudio Rossi, Andrea Rota e Febbraio; un venture round da 400mila euro nell’estate del 2016 guidato da LVenture, con una tranche di 159mila euro sottoscritta da Shark Bites (per 67mila euro), IAG e Boost Heroes (si veda qui il comunicato stampa di allora); infine, un seed round da 80mila euro nel febbraio 2016, sottoscritto interamente da LVenture (si veda qui Crunchbase).

“Siamo lieti di dare il benvenuto a Fitprime nel team di Wellhub. Questa unione rappresenta un’espansione significativa della nostra presenza in Italia e in Europa e rafforza il nostro impegno nell’offerta di piani di benefit a elevato valore aggiunto per il benessere dei dipendenti delle aziende di tutto il mondo. Il network consolidato e l’esperienza di Fitprime sul mercato italiano saranno per noi un potente acceleratore di crescita e innovazione, con importanti vantaggi anche per le nostre aziende clienti, i loro dipendenti e i nostri partner”, ha commentato Cesar Carvalho, co-founder e ceo di Wellhub.

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“La sinergia con Wellhub rappresenta l’opportunità perfetta per Fitprime per consolidare la sua crescita e rendere ancora più incisivo il suo impatto sul mercato. Le risorse e le competenze globali di Wellhub ci permetteranno di migliorare la nostra offerta, creando le migliori opportunità per consolidare la nostra posizione di leader nei servizi per il benessere aziendale”, ha aggiunto Musa.

“In soli quattro anni abbiamo costruito uno dei principali player in Italia nel mercato del wellbeing, evidenziando anche come il mercato italiano dell’innovazione sia in grado di dar vita e far crescere realtà apprezzate a livello internazionale da unicorni come Wellhub”, ha sottolineato Alessandro Pontari, partner di Vertis sgr.

“Abbiamo investito in Fitprime nel dicembre 2020 in qualità di lead investor e, grazie anche alle misure di cui è promotrice la Regione Lazio attraverso Lazio Innova, ne siamo diventati il principale azionista, affiancando i fondatori in un percorso virtuoso che ci ha portato oggi a questa exit di successo”, ha osservato Amedeo Giurazza, fondatore, ceo & managing partner di Vertis sgr.

“La nostra ambizione è lanciare e accompagnare verso il successo la nuova generazione di imprese tecnologiche, creando impatto nel sistema economico e valore per i nostri azionisti”, ha aggiunto Luigi Capello, ceo di Zest.

Secondo il Global Wellness Economy Monitor 2024, l’economia del benessere negli ambienti di lavoro ha raggiunto, a livello globale nel 2023, i 50,6 miliardi di dollari con Nord America ed Europa a trainare il settore. In Italia, invece, il più ampio mercato del welfare aziendale ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni raggiungendo, secondo una ricerca di AmedeA, i 3 miliardi. A livello europeo, si prevede che entro il 2032 saranno raggiunti i 43 miliardi di euro di volumi, con un tasso di crescita annuale composto del 6,5%. Secondo l’H&B Benefits and Trends di Aon, l’attenzione delle aziende italiane verso il benessere dei dipendenti è in aumento, con il 97% che considera il wellbeing una priorità per i prossimi cinque anni e il 76% che ha già implementato strategie di benessere attive.

Zest, Vertis sgr e le società italiane in portafoglio
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