Codice della strada, chi ha ragione fra Vasco e Salvini? Il parere dell’esperto – Torino Cronaca

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Il Codice della strada cambia e fa discutere. Non solo gli automobilisti comuni ma anche personaggi pubblici, come Vasco Rossi. Cui ha replicato direttamente il “papà” delle modifiche al Codice, Matteo Salvini: ma chi ha ragione fra i due? Lo abbiamo chiesto all’avvocato torinese Guido Gatti, esperto di viabilità e circolazione stradale. 

L’oggetto del contendere è la norma che prevede revoca della patente e sospensione per tre anni a chi ha fatto uso di stupefacenti e poi si è messo alla guida. E per accertarlo basta un test salivare: secondo Vasco, questo metodo finirà per far perdere la patente anche a chi «si è fatto una canna una settimana prima, nonostante in quel momento sia lucido». Salvini non ci sta e contrattacca, dicendo al cantante di «parlarne con i parenti di qualcuno che è morto in un incidente stradale provocato da qualcuno che guidava sotto effetto di stupefacenti». Interviene Gatti: «L’idea del ministro è giusta ma sono “sbagliate le quote”: ora non è più obbligatoria la dimostrazione dell’alterazione psicofisica e il test salivare registra fino a tre giorni prima. Quindi si rischia una marea di ricorsi per queste sospensioni. Qui Salvini ha sbagliato, questa regola andava strutturata diversamente: è giusto impedire di guidare a chi ha fatto uso di droga ma in quel momento, non giorni prima».

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In generale l’avvocato Gatti dà un giudizio “agrodolce” sulle modifiche al Codice della strada: «Ci sarà da ridere, alcuni passaggi sono sensati mentre altri sono cantonate. In generale penso che fosse giusto “bastonare” l’uso di cellulari, alcol e droga mentre si guida, così come intervenire sui monopattini. L’idea di base è salvaguardare i nostri giovani, anche perché l’80-90% degli incidenti sono legati alla distrazione. E spesso la colpa è proprio di questi maledetti telefonini: io, da motociclista, mi guardo sempre intorno e vede sempre troppa gente con il cellulare in mano. Andrebbe inibito in maniera definitiva, serve educazione e attenzione quando si guida: l’auto è una pistola tra le mani, io lo so bene perché seguo 84 carrozzerie e mi occupo di 1.200 sinistri all’anno. Ne vedo uno dietro l’altro».

Gatti, scherzando sul suo nome, applaude anche alla nuova norma contro l’abbandono degli animali. E sorride anche ai nuovi “paletti” per i monopattini: «Sono equiparati ai motorini, con casco, assicurazione, luce e frecce e soprattutto la targa, anche se non è ancora chiara come sarà. Aspettiamo le linee guida dei decreti attuativi ma era giusto intervenire, visto che in Italia si registrano 3.500 sinistri l’anno con i monopattini. Sono pericolosissimi perché non li senti arrivare e perché manca educazione nell’utilizzo». Ma spesso sembra che ci sia un po’ di accanimento, visto che alcuni di questi problemi riguardano anche le bici: «È vero, soprattutto per il mancato uso della luce. Però chi guida i monopattini, generalizzando, fa meno attenzione. Io istituirei l’obbligo di un patentino, intanto andrebbero potenziate le infrastrutture per i mezzi “leggeri”».

Secondo il legale, servirebbero più educazione e provvedimenti anche contro la guida in stato di ebbrezza: «Bisogna fare di più, con prevenzione, controlli intensi e mezzi alternativi come bus e taxi a prezzi scontati. Intanto le novità del Codice sono giuste, come questo “alcolock” che blocca l’auto se il conducente ha bevuto. Ma anche lì stiamo aspettando il decreto attuativo per capire come funzioni. Come al solito, le legge entrano in vigore ma mancano le linee guida per applicarle. Credo che anche le forze dell’ordine debbano capire fino in fondo le novità».

Ultimo punto su cui riflette Gatti è quello degli autovelox, che negli ultimi mesi sono stati “sub iudice” per la questione della mancata omologazione. Alcuni sono stati sequestrati, anche in provincia di Torino, altri non sono stati piazzati in attesa di una definizione delle regole: «Il nuovo Codice della strada ha definito che basta l’autorizzazione, non c’è più bisogno dell’omologazione: secondo me, è sbagliato perché l’omologazione serviva per assicurare che l’apparecchio  fosse tarato correttamente». Intanto questo intervento dovrebbe risolvere l’inghippo e bloccare ricorsi da parte di chi, da sabato in avanti, è stato multato da un autovelox non omologato.

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