L’Argentina esce fuori dal pantano recessivo. I dati del terzo trimestre evidenziano un ritorno alla crescita, che va oltre le attese degli analisti e si affianca allo sgonfiarsi dell’inflazione nel primo anno di presidenza Milei.
I riscontri del terzo trimestre
Il Pil argentino è cresciuto del 3,9% su base trimestrale nel periodo tra luglio a settembre, facendo meglio delle aspettative degli analisti che erano di un +3,4%. A fare da traino alla risalita del Pil sono stati la spesa in conto capitale, la spesa dei consumatori e le esportazioni. La seconda maggiore economia del Sud rimane invece in contrazione su base annua con un -2,1% nel terzo trimestre (-2,6% era in consensus).
Per l’intero anno le attese rimangono di una contrazione. Gli economisti intervistati dalla Banca centrale argentina prevedono che l’economia si contrarrà del 3% nel 2024 per poi rimbalzare il prossimo anno segnando un +4,2%. Più ottimista il governo che indica un +5% del Pil l’anno prossimo.
Il Fondo Monetario Internazionale prevede che il PIl dell’Argentina si ridurrà del 3,5% quest’anno, dopo una contrazione dell’1,6% lo scorso anno. La crescita prevista del 5% per il prossimo anno,
La ricetta ultraliberista di Milei
Javier Milei, che settimana scorsa è stato a Roma ospite della kermesse Atreju di Fratelli d’Italia, dalla sua elezione a presidente ha portato avanti una politica economica incentrata sul taglio della spesa pubblica. Milei in particolare ha ridotto il numero di ministeri del governo da 18 a otto e ha licenziato finora più di 30.000 dipendenti pubblici. Ha anche eliminato i sussidi per l’energia e i trasporti, fermato tutti i progetti di infrastrutture pubbliche, posto fine alla maggior parte dei sussidi ai governi locali e congelato i salari e le pensioni del settore pubblico.
Sotto la guida dell’economista ultraliberista l’Argentina ha così registrato avanzi di bilancio mensili consecutivi e l’inflazione è scesa bruscamente. “Risultati migliori del previsto”, ha sottolineato il Fondo Monetario Internazionale.
La rigida austerità di Milei, che ha promesso una “rivoluzione a colpi di motosega”, si è in effetti tradotta inizialmente in un declino dell’attività economica con una forte discesa dell’inflazione. In Argentina i prezzi al consumo sono aumentati del 2,4% mese su mese a novembre, il valore più basso registrato dalla metà del 2020. Su base annua, i prezzi al consumo segnano ancora numeri a tre cifre (+166% a novembre) ma in progressiva decelerazione rispetto ai picchi di +292% di aprile.
Vola la Borsa argentina
Gli investitori hanno accolto con favore i cambiamenti in atto in Argentina. L’indice azionario di punta Merval, che tiene traccia di circa due dozzine delle società quotate di maggior valore del paese, è salito di quasi il 170% quest’anno (+7% ieri).
Il governo argentino continua a fissare il tasso di cambio: dopo aver accantonato la promessa elettorale di dollarizzare l’economia, ha svalutato il peso del 54% rispetto al dollaro USA lo scorso dicembre e poi di un altro 2% ogni mese da allora. Nonostante ciò, la valuta è ancora sopravvalutata, secondo gli economisti.
Cosa invece non quadra
Il contraltare è una povertà schizzata oltre il 50% del totale della popolazione. L’osservatorio sulla povertà della Università cattolica argentina stimava un 42% di popolazione sotto la soglia della povertà un anno fa, nel primo semestre il balzo al 54%. Come sottolinea l’Ispi, i salari hanno registrato una perdita del loro potere d’acquisto del 6,8%, con un picco del 16% tra i dipendenti pubblici castigati dal blocco degli scatti in busta paga.
Milei, che ha sempre detto che “le cose sarebbero peggiorate prima di migliorare”, vede miglioramenti già dal prossimo anno, confidando anche negli investimenti stranieri alla luce della ritrovata stabilità economica. Fino a 50 miliardi di dollari di investimenti esteri potrebbero affluire in Argentina a seguito di una nuova legge che offre incentivi agli investimenti, tra cui generose agevolazioni fiscali, secondo le stime del governo argentino. Nel discorso televisivo per commemorare il suo primo anno in carica, il presidente argentino ha detto che il suo governo cercherà un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti il prossimo anno.
Buenos Aires potrebbe trovare sponda anche nell’accordo di libero scambio con l’Unione europea – raggiunto tra il blocco UE e Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Bolivia – che potrebbe migliorare le relazioni Argentina-Europa.
Milei ha anche definito Elon Musk, che a sua volta mira a tagliare le spese “inutili” e le normative “eccessive” negli Statui Uniti, è un fan del suo “approccio alla motosega” alla burocrazia governativa e vuole copiare il suo modello.
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