‘Chiusura di Piazza del Popolo per riqualificazione e legalità’

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Anche un semplice cittadino, privo di qualsivoglia strumento, qualora si impegni civilmente può fare la differenza, può evitare che le narrazioni poste in essere da chi amministra la città siano conducenti ad una verità distorta e lontana dalla realtà, può deviare il corso degli eventi. L’opinione della cittadinanza è temuta da chi detiene il potere quindi riveste grande importanza e non può essere riconducibile a delle fazioni che tifano per interesse a favore o contro e brigano anche sui social per puntellare e fare da sponda al “conducente” di turno.

Piazza del Popolo, sotto questo profilo è uno dei tanti luoghi della città dove si concentrano sotto gli occhi di tutti ed in particolare quello delle istituzioni, una serie di elementi estremamente negativi, anacronistici ed illegali.

Da anni, ogni giorno, domenica compresa, presso questa zona centrale della città si viola aperti verbis la legge, si commettono reati, si determinano danni economici e di immagine alla collettività, la quale è privata della possibilità di poter fruire liberamente di un’area importante e centrale. La piazza è occupata diuturnamente da venditori di mercanzie varie e di beni alimentari nella quasi totalità abusivi e producenti una quantità industriale di rifiuti organici, ingombranti ed indifferenziati. Dopo aver con attenzione studiato ed osservato con cadenza quotidiana il luogo “incriminato”, dopo aver personalmente posto in essere numerosissime e documentate denunce pubbliche e registrato una serie di posizioni autorevoli che sull’argomento si sono espresse pubblicamente, ho ragione di ritenere che la piazza sia da ritenere inidonea all’uso cui è attualmente adibita ed, altresì, inagibile per le attività che complessivamente si svolgono.

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Le istituzioni coinvolte nella gestione di Piazza del Popolo

A tale questo proposito e non solo, è importante certificare quante istituzioni siano responsabili a vario titolo di quello che avviene in questo luogo pubblico:

  1. la proprietà è fatta risalire all’Agenzia del Demanio;
  2. insistendo un vincolo culturale-storico del Ministero della Cultura ha giurisdizione la Sovrintendenza;
  3. la gestione attiene al Comune di Reggio Calabria Assessore allo Sviluppo Economico, Attività Produttive, Riordino Mercati…

Va rimarcato che, peraltro, essendoci dei chiari profili che riguardano il rispetto dell’ordine pubblico hanno precise responsabilità dirette S.E. il Prefetto, il Sig. Questore ed il Sig. Sindaco. Per la pulizia del sito, probabilmente il comune spende circa 100.000 euro annue a fronte di poche migliaia di euro che si incassano da 2/3 commercianti in regola. Prima deduzione, i cittadini di Reggio per il lordume che giornalmente si produce e si deve smaltire dentro ed ai margini della piazza devono direttamente fare fronte con il pagamento della TARI. Reggio è l’unica città della regione nella quale aumenta la TARI e la tariffa per l’acqua. Nella classifica nazionale relativa al maggiore pagamento della tassa sui rifiuti ci
posizioniamo al quinto posto, il costo medio per famiglia nel 2023 è stato di 443 euro, aumentato nel 2024 a 478 euro con un aumento assurdo del 7,9%. Un’altra stangata l’aspettiamo per il 2025.

La piazza inagibile per attività mercatale

Il luogo risulta palesemente inagibile a svolgere attività mercatale:

  1. per mancanza di servizi igienici, area infestata da topi;
  2. per la violazione di quanto disposto dal MINISTERO DELLA SALUTE ORDINANZA del 03.04.2002 Gazzetta Uff. n.114 del 17 maggio 2002;
  3. Per la violazione del regolamento per l’attività di commercio su aree pubbliche;
  4. Per la sorprendente ed aperta violazione in capo alla sovrintendente del vincolo storico che insiste sulla piazza: “i beni culturali sottoposti a vincolo di tutela non possono essere distrutti, danneggiati (come da anni sta avvenendo sotto gli occhi di tutti) o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione, né tantomeno possono essere eseguiti su di essi lavori che non rispettino le indicazioni tecniche…;
  5. Per aver consentito il quasi totale abusivismo, la vendita e l’acquisto di mercanzia e beni alimentari di dubbia provenienza;
  6. Per anni si è distratto personale delle ditte di igiene ambientale che quotidianamente è stato impegnato a ripulire la piazza e che poteva e invece doveva essere utilizzato per la normale e convenzionata raccolta.

Alla luce delle suddette considerazioni le Autorità aventi responsabilità sul sito avrebbero dovuto da anni disporre la chiusura della piazza e la conseguente sua riqualificazione nel rispetto storico dei luoghi. Appare evidente che anche se, facendo seguito al clamore ed alle denunce pubbliche poste in essere, si dovesse intervenire disponendo la interdizione a qualsivoglia attività, ci ritroveremo sempre e comunque di fronte alla eventuale commissione di numerosi reati di natura amministrativa e penale ed altresì, ad un possibile danno erariale e di immagine perpetrato ai danni della collettività. Dichiaro tutto il mio stupore e lo sconcerto nell’osservare che così tante Autorità siano risultate, per così lungo tempo distratte dai loro precipui doveri di istituto, in particolare risalta plasticamente la posizione dell’attuale Assessore competente che pur avendo preso atto delle posizioni dei componenti della preposta commissione sull’argomento ha ritenuto di non dover agire conseguentemente a difesa degli interessi della collettività e della legalità.

Confidando nell’intervento di S.E. il Prefetto, chiedo che Piazza del Popolo venga con ogni immediatezza chiusa in modo da essere riqualificata e riconsegnata alla fruizione della città.

Il luogo deve tornare ad essere simbolo di legalità.

Nuccio Azzarà

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