Un progetto di rinascita e di respiro internazionale per Samugheo e per il territorio. Vuole essere questo Rio Accoro, nato dall’idea di un giovane emigrato in Olanda, ora rientrato nella sua terra. Si tratta del ventisette Marco Loi, designer, ricercatore ed artista che ha scelto di acquistare l’ex Casa cantoniera, la struttura a due passi dalla provinciale che collega Samugheo ad Atzara e che si trova in mezzo alle vigne samughesi, a pochi chilometri dal rio Accoro.
Nel 2023 è stata riconosciuta dal Ministero della Cultura come un bene di interesse storico, artistico e culturale e meritevole di conservazione e valorizzazione. “L’intento è quello di trasformarla in un centro internazionale di cultura, arte contemporanea e turismo rurale. Rio Accoro è una proposta di rinascita che promuove la coesione sociale, la programmazione culturale, lo sviluppo economico sostenibile e la valorizzazione del patrimonio locale”, spiega Marco Loi. Nelle scorse settimane, in qualità di presidente dell’associazione Rio Accoro, ha chiesto al Comune e al Murats di aderire al progetto che si propone di avviare la prima edizione di residenze artistiche e di ricerca nel territorio di Samugheo. Loi prosegue: “Rio Accoro è un’idea innovativa contro lo spopolamento delle aree interne, un centro di ricerca artistico-culturale, un progetto aperto, inclusivo, multiculturale e internazionale, che favorisce un costante scambio tra dimensione locale e globale. Ed ancora una piattaforma per indagare il contemporaneo e i grandi temi attuali attraverso le arti, la pianificazione culturale e la partecipazione attiva, un centro di ricerca multidisciplinare”. Ma non solo. Loi infatti evidenzia: “E’ una sfida per valorizzare le aree rurali oltre l’idea di marginalità, trasformandole in luoghi attrattivi per la cultura, la ricerca e il progresso su vari fronti, partendo dalle loro peculiarità territoriali”.
Ospiterà in futuro residenze artistiche, progetti di arte pubblica o partecipata, rassegne di arti performative, mostre, seminari e panel, spettacoli teatrali, concerti, feste e dj set, gestione comunitaria di beni culturali, festival, presentazioni di libri e riviste. Ecco allora che la Casa cantoniera sarà interamente rivisitata e diventerà uno spazio versatile. “E’ un progetto che ha tantissime potenzialità per arginare lo spopolamento – va avanti Loi -. L’obiettivo è favorire nuove dinamiche socio-culturali che non solo migliorino l’offerta culturale, ma soprattutto la qualità della vita degli abitanti, le comunità esistenti e quelle ancora da immaginare”. E conclude: “Otto anni fa ho lasciato la Sardegna. Oggi ci sono tornato, e le ragioni della mia partenza e del mio ritorno si intrecciano e convergono in questo nuovo progetto. Questi anni di studio accademico e approfondimenti tra arti visive, progettazione, antropologia, studi queer, ecologia e artigianato mi hanno portato a riflettere sui discorsi complessi intorno alla ruralità e il margine. Ho deciso di far convergere queste discipline in un gesto di rivitalizzazione territoriale che è allo stesso tempo progettuale e politico”.
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