La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha acquistato la casa del pittore Giuseppe Zigaina

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La Bassa friulana mette sovente angoscia, con i suoi filari di pippi ordinati, marrone lieve che si staglia sul giallo pallido e il verde mai intenso. Eppure è un fascino che imprigiona, nel bene e nel male. Lo provava senza mai nasconderlo anche Giuseppe Zigaina, nato nel cuore della Bassa, morto nello stesso perimetro di esistenza. E lì lui ha voluto costruire quella che poi è diventata la “bellissima casa di Zigaina”, come l’ha definita il suo amico fraterno Pier Paolo Pasolini. A Cervignano del Friuli, paese mite tra la pianura e il mare, quasi riservato: proprio qui Zigaina ha costruito non solo la sua casa ma anche la sua vita artistica e relazionale. E quella casa, con le sue pertinenze e il suo giardino quasi segreto, è da oggi di proprietà della Regione Friuli Venezia Giulia, che l’ha acquistata per 850mila euro. Un’operazione fortunata e coraggiosa perché, come ha sottolineato l’assessore regionale alla Cultura Mario Anzil, questa è “la parte più facile”. Il difficile sarà restituire a questo luogo così iconico e denso il significato che ha avuto per tutti gli ani in cui è stato vissuto da Zigaina e le “sue” persone. La gestione e la valorizzazione degli spazi interni, del parco e dell’archivio saranno affidate dunque all’Ente regionale per il Patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia – Erpac.

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La storia

Tutto è cominciato il 24 ottobre del 2022, poco più di due anni fa. Alessandra Zigaina, figlia di Giuseppe e di Maria De Carolis, viene ricevuta dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. Se il pittore è morto nel 2015, la morte della madre è più recente: Maria se n’è andata nel novembre del 2021. Fino a quel momento la casa di Cervignano ha vissuto con lei. “Per me era impensabile tenerla e mantenerla”, ha però confidato senza giri di parole la figlia. Le ipotesi erano diverse, smembrare il prezioso archivio Zigaina, vendere la proprietà immobiliare a qualche ditta con il rischio “che ne facesse palazzine”. Poi l’idea, nemmeno poi tanto balzana, di rivolgersi all’amministrazione regionale. “Fedriga mi ha ascoltato per mezz’ora senza muoversi di un centimetro, poi mi ha detto “è difficile, ma si può fare” e due anni dopo siamo qui”. L’annuncio viene dato in una delle costruzioni di pertinenza della casa. È la foresteria: anche questo edificio ha una pianta originale, ma i materiali sono gli stessi, legno e pietra. Una curiosità: gli arredi provengono dal set del film “Il Decameron”, in cui Zigaina stesso aveva recitato. La grande sala illuminata dalle vetrate che danno sul giardino è dominata da un torchio che, per l’occasione, serve anche da seduta. Un camino, un tavolo di legno che si può rendere più largo con alcune cerniere di metallo e un soppalco. “Quando Pasolini veniva a trovare Zigaina dormiva qui”, racconta Alessandra. C’è lo spazio di un letto e molti ripiani per i libri e per un telefono. “Poteva fermarsi anche un mese di fila”. 

archivio zigaina

Lo scrittore di Casarsa era forse l’ospite più frequente. Amico, ma non solo. Con Zigaina aveva un rapporto di scambio intellettuale di quelli di cui oggi si sente enormemente la mancanza. Una parte dell’archivio del pittore è dedicato proprio a Pasolini e la sua presenza è molto forte in tutti gli ambienti domestici e non. Ma lui non è stato il solo ospite illustre della casa di Cervignano, anzi. Gian Giacomo Feltrinelli, Maria Callas, Alida Valli, la poetessa Friederike Mayröcker, Inga Feltrinelli, Elio Bartolini, Ennio Scheiwiller, Giuseppe Gentile, e ancora Ninetto Davoli, Laura Betti, Guglielmo Epifani, Sandro Pertini, Salvatore Quasimodo. Ma anche moltissimi artisti del territorio e critici d’arte come Giulio Argan o Mario De Micheli. Era impensabile lasciare andare tutto questo. 

L’annuncio

All’annuncio dell’acquisto erano presenti il presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, il vicepresidente Mario Anzil, l’assessore regionale al Patrimonio Sebastiano Callari, il direttore centrale cultura e sport Anna Del Bianco, il direttore centrale Marco Padrini e la nuova Direttrice generale dell’Ente regionale per il Patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia-Erpac Lydia Alessio-Vernì. Presenza non scontata ma significativa quella del noto curatore d’arte Marco Goldin. Forse un indizio su quel che succederà? Non proprio, perché se il primo passo (ovvero quello della vendita) è andato a buon fine, i successivi sono ancora tutti da stabilire. “Questo è un luogo magico”, ha esordito Anzil. “Siamo però solo a metà del percorso e ora comincia la parte più difficile: io penso che a ogni contenitore vada assegnato il giusto contenuto”. Quello di Anzil non è un mettere le mani avanti, ma un desiderio di voler fare le cose per bene. “In Italia non sono più diffuse le residenze d’artista, luoghi d’incontro tra persone di cultura come funziona in Francia. La nostra regione vanta però una costellazione di luoghi significativi, che insieme possono diventare un grande centro”, ha ipotizzato Anzil. 

Il futuro

L’acquisto di casa Zigaina da parte della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e la conseguente gestione affidata all’Ente regionale per il Patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia-Erpac rappresenta, dunque, l’inizio di un nuovo percorso per la valorizzazione dell’opera dell’artista e della “Casa-Studio”. Lato immobile, nell’immediato futuro ci sarà la necessità di operare attraverso lavori di adeguamento per supportare l’insediamento delle prime attività culturali per la fruizione del luogo, oltre a interventi manutentivi di carattere impiantistico finalizzati a garantire le condizioni microclimatiche per un’adeguata conservazione dell’archivio. Una parte dell’attività in Casa Zigaina sarà probabilmente rivolta allo studio e alla valorizzazione dell’artista, un’altra parte a tutto ciò che Casa Zigaina rappresenta, ovvero luogo di studio, ricerca e produzione artistica, di incontro tra intellettuali e di sviluppo culturale in relazione all’opera del maestro e della ricerca artistica del Friuli Venezia Giulia in senso più ampio. 

Un bene prezioso – non solo per l’importanza dell’artista, ma anche per la qualità del progetto architettonico, a firma del noto architetto Giancarlo De Carlo. Casa Zigaina rappresenta, di fatto, quasi un unicum, in quanto De Carlo, in tutta la sua carriera, ha realizzato soltanto due residenze private (l’altra è Ca’ Romanino sulle colline di Urbino). La Casa custodisce al suo interno il vastissimo archivio del pittore: un insieme eterogeneo, fatto di cataloghi, testi, corrispondenza, rassegna stampa, fotografie, lastre e negativi, e inventari delle sue opere, che resta di proprietà della figlia Alessandra, concesso in comodato d’uso alla Regione. 

La casa

Casa Zigaina non è una semplice casa. Non lo è per quello che rappresenta, ma anche per come è strutturata, con le sue stanze a pianta ottagonale che si toccano l’una con l’altra. Eppure è una casa vera e propria in ogni suo centimetro, trasudanto oltre all’arte, anche vita e famiglia. Nata su progetto dell’architetto Giancarlo De Carlo, che il pittore con probabilità conobbe nel 1954 in occasione della Triennale di Milano, Casa Zigaina fu inaugurata nel 1959, dopo due anni di progettazione e lavori – il primo dei disegni per Casa Zigaina, conservati nell’archivio De Carlo presso l’Archivio progetti dell’Università IUAV di Venezia, data infatti al 1957. Con l’architetto, Zigaina instaurò un rapporto di intensa e attiva collaborazione, che lo vide coinvolto in prima persona nella realizzazione del progetto – De Carlo era noto, infatti, per il suo approccio innovativo e partecipativo alla progettazione.  
La casa che Zigaina immaginava per sé e la sua famiglia era ispirata a una vecchia casa contadina della periferia di Cervignano, che l’artista indicò come riferimento all’architetto. L’attenzione per il mondo rurale e contadino ritorna anche in alcuni degli arredi, realizzati dall’artifgiano friulano Costantino Dardi e studiati sulla base delle esigenze del committente per “rappresentare la sua cultura e i suoi modi di vita con espressioni coerenti”, come l’architetto disse in seguito. Alcuni mobili e i serramenti, di particolare invenzione e cura, furono realizzati da Guido Zigaina, padre del pittore, falegname.

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La planimetria della casa è costruita su una geometria complessa di cinque ottagoni irregolari e diversi a seconda della funzione che ospitano: ingresso-cucina, zona pranzo, soggiorno, zona notte. Fulcro della zona soggiorno è il fogolâr circolare, incassato rispetto al pavimento, che ospita delle sedute tutt’intorno: è questo il cuore caldo della casa, adibito alla convivialità. Qui Zigaina e la moglie ricevevano i loro ospiti: alcune fotografie dell’archivio ritraggono seduti attorno al focolare Elio Bartolini, Alida Valli e altri personaggi che hanno frequentato la casa. 

Il quinto ottagono ospita lo studio, uno spazio davvero particolare per un atelier di pittore, che Pasolini descrisse come un “piccolo campo di concentramento”, collegato alla casa ma, al contempo, isolato dalle altre stanze, per garantire al pittore l’intimità e la concentrazione necessarie per dedicarsi al suo lavoro. Nella parete a nord ovest un taglio nel muro consentiva alle opere di grande formato di uscire dall’atelier e incontrare il mondo. In questo studio Zigaina ha prodotto la sua pittura dal 1959 sino al 2009, anno riportato sul suo ultimo quadro. 

studio

Le altre costruzioni

Accanto al corpo centrale, a seguito dell’acquisto del terreno limitrofo, Zigaina progettò con l’amico Ado Buiatti alcune pertinenze della casa e dello studio. Nel 1965 nacque il primo corpo, con funzione di laboratorio e magazzino, successivamente allungato nel 1970 per accogliere il laboratorio delle cornici. Nello stesso anno fu costruita la foresteria ospiti. In continuità con questo edificio, nel 1977 fu realizzata una legnaia che termina con un forno per il pane.

L’archivio

Quello di Giuseppe Zigaina è uno degli archivi d’artista di maggiore interesse per l’importanza dell’artista anzitutto, ma anche per la rappresentatività dei tempi e dei contesti che l’artista ha attraversato. È sorprendente la ricchezza di documenti qui conservati, che attestano l’eccezionale e nutrito numero di relazioni sviluppate dall’artista all’interno del mondo culturale. Ordinato per tipologia dei materiali, così come da Zigaina predisposto con l’aiuto della moglie Maria inizialmente, e dei diversi assistenti che si sono succeduti nel tempo, l’archivio rappresenta un insieme eterogeneo, che documenta la vita e le opere dell’artista. Le diverse sezioni tipologiche vedono collezionati cataloghi, testi, corrispondenza, rassegna stampa, fotografie, lastre e negativi, inventari, tanto del disegno quanto della pittura e dell’opera incisa, di cui si conservano la più parte delle lastre tirate e molti fogli calcati, in grado di ricostruire per esemplarità la storia dell’opera incisa dell’autore. Un nucleo di particolare interesse riguarda la sezione Pasolini, che conserva testi su e di Pasolini, da Zigaina attentamente studiati e segnati nei punti nodali, utili alla definizione della teoria sulla morte dell’amico e poeta. La sezione, anche in questo caso, trova collocazione in un preciso spazio all’interno dello studio, quello più riservato, che costituiva il cuore nascosto degli spazi di lavoro progettati dall’architetto Giancarlo De Carlo per Giuseppe Zigaina, con la sua stretta collaborazione.

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Particolare per ampiezza e specificità è la sua biblioteca personale, con testi di medicina e di entomologia utili al suo lavoro, di storia delle religioni, di arte del territorio, dei cataloghi e delle monografie d’arte. Una sezione riguarda, infine, i libri a lui dedicati dagli autori. Tra gli scaffali trovano spazio anche le tesi di laurea di studenti e studentesse che hanno studiato la sua vita e le sue opere: quello che spicca è l’assenza di elaborati dell’Università di Udine. Magari l’inaugurazione di questo spazio sarà l’occasione per aggiungere anche questo tassello. 

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