Le lezioni (gratuite) sono riservate a soci e dipendenti della cooperativa della logistica Ncv: due lezioni a settimana per sei mesi
«Penso che partecipare a questo progetto sia importante per la mia vita, per il mio lavoro e per il mio futuro. Vorrei avere una vita migliore, parlare bene l’italiano, restare in questo Paese per sempre e magari proseguire gli studi».
Con queste parole Saad, 23 anni, arrivato dal Pakistan due anni fa, motiva la scelta di essersi iscritto alla scuola gratuita di prima alfabetizzazione alla lingua italiana appena aperta in Valsamoggia da Ncv, cooperativa logistica evoluta e prima realtà ad aver firmato nel 2022 la Carta metropolitana per la logistica etica promossa dalla Città metropolitana di Bologna.
Il progetto
Ncv School è nata proprio per giovani come Saad, che sono dipendenti o soci della cooperativa di autotrasporti e che desiderano colmare le proprie competenze linguistiche e culturali. Nei cinque magazzini che Ncv possiede nella periferia Ovest della città lavorano circa 350 addetti e son ben 28 le nazionalità del mondo rappresentate.
Realizzato in collaborazione con la Diaconia Valdese e la scuola di italiano «By Piedi-Marina Gherardi» che da tempo collabora con Insieme per il lavoro —il percorso per l’inserimento nel mondo del lavoro di persone scarsamente autonome nella ricerca di un’occupazione nato dalla collaborazione tra Comune, Città metropolitana e Arcidiocesi —, Ncv School rappresenta un passo avanti per promuovere l’inclusione linguistica e sociale nel settore della logistica, dove molto significativa è la presenza di lavoratori di origine straniera.
Come funziona
Le lezioni si svolgeranno nei fine settimana nella sede della coop allo scopo di facilitare la partecipazione volontaria di quaranta lavoratori, tra cui alcuni richiedenti asilo, giunti recentemente in Italia. Il programma didattico, della durata di sei mesi, prevede due lezioni settimanali.
«Nella logistica conoscere bene la lingua — conferma il sindaco Matteo Lepore — può salvarti la vita e aiutarti a non essere coinvolto in incidenti. Per una categoria così fragile, esposta al rischio di lavoro nero e sfruttamento, imparare l’italiano significa anche potersi interfacciare meglio con la comunità e con gli uffici pubblici. E, visto che le aziende hanno bisogno di personale, è giusto che si impegnino in progetti come questo».
Lepore ha poi approfittato del lancio della Ncv School per ribadire la posizione del Pd sulle politiche del governo Meloni: «Il modello che dobbiamo portare avanti —ricorda — è quello dell’accoglienza e dell’inclusione. Al contrario, mi pare che i container in Albania, vuoti, siano uno spreco di denaro pubblico e un progetto assolutamente fallimentare che non sta aiutando né le persone che migrano né gli italiani».
«Apprendimento in contesto protetto»
«La scuola —rimarca invece la presidente della cooperativa, Samanta Zucca — nasce dalla volontà di Ncv di migliorare la vita delle persone che lavorano con noi e dei loro familiari. Crediamo che l’apprendimento dell’italiano, in un contesto “protetto” come è quello dell’ambiente lavorativo, favorisca non solo l’integrazione, ma anche il senso di appartenenza».
Ncv, che in azienda ha introdotto e formato mediatori culturali e linguistici, è da poco stata premiata da Unhcr Italia per il suo impegno nei percorsi d’inclusione lavorativa per rifugiati, promuovendo la collaborazione fra settore privato, istituzioni e organizzazioni della società civile.
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