Sicilia, all’Ars parte la caccia alla Finanziaria nascosta

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PALERMO – Le opposizioni che accusano il governo di giocare a carte coperte, il presidente della Regione Renato Schifani che arriva all’Ars quando la seduta è iniziata da poco e ci resta fino a tarda sera. Inizia così la maratona della Finanziaria a Palazzo dei Normanni.

Finanziaria, i dubbi di Pd e M5s

Il primo round dedicato alla discussione generale scorre via con quasi tutti gli interventi a firma delle opposizioni. “La manovra che al momento ci viene presentata è di appena 22 articoli – dice il capogruppo del Pd Michele Catanzaro – un testo che è composto da ordinaria amministrazione, il governo deve ancora dirci quali altre misure intende inserire”.

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Concetto espresso anche da Antonio De Luca, che guida i Cinquestelle di Sala d’Ercole: “Il testo attuale è praticamente vuoto, ma è una strategia del governo per infilare le norme importanti nel maxiemendamento – osserva -. La discussione generale è sul nulla, o quasi, su una Finanziaria assolutamente senza valore”. E di Finanziaria “slim” fatta per “nascondere le divergenze della maggioranza” parla anche la pentastellata Roberta Schillaci. “C’è ben poco da dire su questo testo”, sottolinea il collega di partito Luigi Sunseri.

Le aperture di Dipasquale e Cateno De Luca

Aperture di credito da parte del deputato Pd Nello Dipasquale (“nessun ostruzionismo, siamo qui per cercare di varare la migliore Finanziaria possibile”) e di Cateno De Luca: “Questa Finanziaria al momento è un freddo documento tecnico, c’è ancora tanto lavoro da fare per trasformarla in uno strumento strategico e concreto per la Sicilia”, le parole del sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord.

La caccia alla Finanziaria

Gli occhi sono puntati sul tesoretto che il governo intende investire per norme rimaste finora top secret. Un sospetto che nelle parole dei deputati di Pd e M5s diventa certezza: esiste una Finanziaria bis, o meglio la ‘vera Finanziaria, che il governo al momento opportuno getterà sul tavolo. Ma non sono soltanto le opposizioni a dare la caccia alle proposte del governo. “Vogliamo conoscere le misure che ha in mente il governo”, affermano più voci dal centrodestra.

Cracolici: “Dove sono le idee del governo?”

Dagli interventi rimasti ancora nel cassetto dipenderà anche lo spazio dedicato alle proposte del Parlamento. “Il governo aveva annunciato diversi interventi che ad oggi non sono stati comunicati formalmente – sottolinea il dem Antonello Cracolici -, non sappiamo cosa abbia in testa l’Esecutivo. Senza queste informazioni la discussione di oggi si ferma ad una Finanziaria tecnica, con il rifinanziamento di misure già esistenti”. In aula Schifani concede un assaggio delle norme non ancora rese note: “Il governo sta studiando una norma per incentivare i consumi delle famiglie”, comunica il governatore cogliendo le sollecitazioni di Cracolici.

Pace: “Le chiamano mance, sono misure legittime”

L’unico a prendere la parola dai banchi della maggioranza è il capogruppo Dc Carmelo Pace, che mette al bando le ipocrisie delle ultime settimane ed entra nella carne viva della Finanziaria: gli emendamenti che andranno a finanziare le misure territoriali. “Si è parlato di ‘mance’ ma non c’è nulla di male nell’azione di un parlamentare che, legittimamente, rappresenta il proprio territorio. La manovra – è il messaggio dell’esponente Dc – si può migliorare e tutte le forze parlamentari debbono assumersi questa responsabilità. Poi un messaggio anche al governo: “Subito dipo la Finanziaria bisognerà portare in aula la riforma dei Consorzi di bonifica”.

Le sicurezze di Galvagno e Schifani

Domani, mercoledì 17 dicembre, alle 12, inizierà l’esame dell’articolato. “Approveremo la Finanziaria entro il 28 dicembre”, è stata la previsione del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno in mattinata agli auguri con la stampa parlamentare. Analoga previsione è arrivata da Schifani. I primi scambi di colpi in aula daranno il senso del clima che accompagnerà i rapporti tra governo, maggioranza e opposizione nel viaggio verso il traguardo della seconda legge di stabilità nei tempi previsti dalla legge, senza il ricorso all’esercizio provvisorio.



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