Stellantis presenta il piano: ecco il futuro degli impianti italiani

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“Ci metto la faccia”. Jean Philippe Imparato, responsabile per l’Europa di Stellantis incaricato di ricucire i rapporti con l’Italia dopo l’era Tavares, ha inaugurato così il suo intervento al tavolo del Mimit dedicato ai progetti del Gruppo nel Paese. Davanti ai ministri Adolfo Urso, Marina Elvira Calderone e Giancarlo Giorgetti il manager ha presentato il nuovo piano di Stellantis. “Il treno della storia non si ferma due volte. Per Stellantis è arrivato il momento di ‘fare squadra’ con l’Italia”, ha detto Imparato, che

Niente garanzie su Termoli

Tra i progetti più importanti, oltre alla produzione della versione ibrida della attuale 500 da fine 2025, l’arrivo verso il 2030 di una nuova generazione di 500e (unica vera novità per il sito piemontese) fino al 2032-2033.

Per la Gigafactory per le batterie di Termoli, invece, Imparato si è limitato a dire che la joint venture Acc (di cui Stellantis è “principale contributore”) resta aperta a studiare la realizzazione “in base all’evoluzione delle tecnologie e in considerazione del mercato e della competitività dei fattori abilitanti del sistema Paese”.

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Insomma, il piano non sembra poter dare da subito sollievo agli stabilimenti italiani del Gruppo, con le nuove produzioni (alcune) previste a partire dalla fine del prossimo anno. Alcuni annunci, inoltre, sono “possibilità”, come l’aumento della produzione dei cambi per macchine ibride a Mirafiori.

Nel 2025 da Stellantis 8 mld tra investimenti e acquisti

Nel 2025 però Imparato ha annunciato ”2 miliardi di investimenti più 6 miliardi di acquisti da fornitori che operano in Italia”.

Il tutto senza aiuti pubblici, che in ogni caso per il settore automotive ci saranno: nello stesso tavolo Urso ha ricordato che nel 2025 il comparto avrà un miliardo di euro “per supportare le imprese nella transizione in corso con gli strumenti di politica industriale”.

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I piani Stellantis stabilimento per stabilimento

Ecco il piano presentato dal manager di Stellantis per gli stabilimenti italiani:

  • Melfi. Saranno anche ibridi, oltre che 100% elettrici, quasi tutti i nuovi modelli in arrivo a Melfi. Questi modelli “triplicheranno i volumi” di produzione dell’impianto. Imparato ha ricordato che nello stabilimento lucano  è stata installata “la piattaforma STLA-Medium, sulla quale produrremo a partire dal 2025 la nuova Jeep Compass (sia elettrica che ibrida), la nuova Lancia Gamma, la nuova DS8 e la nuova DS7”. Di questi, solo la DS8, appena rivelata, sarà esclusivamente a batteria, mentre la grande novità è l’aggiunta della versione con motore a combustione interna (ICE) anche per la ammiraglia Lancia.
  • Mirafiori. Imparato ha “confermato il ruolo centrale di Torino: Mirafiori sarà sede della regione Enlarged Europe, centro globale della divisione veicoli commerciali, al momento unico sito al mondo per i test di sviluppo delle batterie elettriche e hub produttivo della nuova generazione della 500 ibrida e della futura 500 elettrica”. Nello storico stabilimento torinese, come detto, verrà prodotta la 500 ibrida e la sua nuova generazione fino al 2032-33. Per i cambi eDct – oggi realizzati per modelli ibridi per Alfa Romeo Junior, Fiat 600, Jeep Avenger, Citroen C4, Peugeot 2008 – si stima una crescita a 600 mila unità all’anno con la possibilità (ed è una novità) di salire fino a quota 900 mila. Per Torino Imparato ha ricordato il valore dell’Hub dedicato all’Economia Circolare che dovrebbe crescere e aumentare i ricavi legati al riciclo. Nel primo anno l’unità ha lavorato 10.000 motori, 10.000 cambi e ha rigenerato 1.000 batterie rigenerate, 5.000 i veicoli ricondizionati e 1,8 milioni i componenti lavorati.
  • Atessa. Partirà nel 2027 la produzione ad Atessa di una “nuova versione di Large Van appositamente studiata per la massima competitività nei confronti della concorrenza asiatica”, ha detto Imparato durante il tavolo al MIMIT, confermando l’avvio dalle prossime settimane della produzione di veicoli elettrici mentre per l’impianto abruzzese si punta anche molto sul programma CustomFit che permette la conversione e personalizzazione della produzione di veicoli elettrici.
  • Pomigliano. Per lo stabilimento campano le novità sono significative, considerata la nuova piattaforma per utilitarie in arrivo nel 2028. L’attuale Fiat Panda resterà in produzione a Pomigliano fino al 2030, quindi nell’impianto campano “ci sarà una nuova generazione di Pandina”. La Grande Panda appena presentata continuerà a uscire dallo stabilimento serbo di Kragujevac. Imparato ha rivelato che “a Pomigliano installeremo la nuova piattaforma STLA Small, dal 2028, su cui è previsto di produrre almeno 2 nuovi modelli compatti” in aggiunta alla Pandina.
  • Cassino. Il rilancio dello stabilimento ciociaro di Stellantis passa da una novità, prevista però dopo il 2026: la produzione di una vettura top di gamma oltre a Stelvio e Giulia. Imparato ha ricordato come a Cassino nasce la nuova piattaforma STLA Large su cui saranno prodotti a partire dal 2025 la nuova Alfa Stelvio, e poi dal 2026 la nuova Alfa Giulia. Ma per la fabbrica sono anche “in valutazione” versioni ibride di Giulia e Stelvio che affiancherebbero quelle elettriche.
  • Termoli. Sulla gigafactory delle batterie vittima di continui rinvii Imparato non ha sicuramente lasciato presagire ottimismo. Qualche giorno fa era arrivata la ‘beffa’ dell’annuncio dell’investimento di Stellantis in Spagna, con i cinesi di Catl, per un progetto simile, anche se dedicato a batterie destinate a vetture di dimensioni inferiori rispetto a quelle nei progetti molisani.
  • Modena. Alla città è legato il futuro di Maserati. “Modena diverrà il polo dell’alta gamma, orgoglio del Made in Italy, coinvolgendo in tale missione l’ecosistema produttivo della Motor Valley al fine di sviluppare il progetto insieme a tutti gli attori della filiera, dal design alla pre-industrializzazione, con i migliori componenti nazionali in termini di innovazione e circolarità”, ha detto Imparato.

Il commento di Urso al piano di Stellantis

Il tavolo al MIMIT con i ministri Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso, di fronte a Jean Philippe Imparato, responsabile Europa di Stellantis, e le parti sociali, sul gruppo automobilistico europeo, Roma 17 dicembre 2024. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Il commento del ministro per le Imprese al piano è arrivato in apertura di tavolo. Adolfo Urso ha definito quello di Stellantis “un Piano industriale sostenibile e chiaro che ponga l’Italia al centro della politica di sviluppo di Stellantis e che impegni l’azienda ad assumersi la responsabilità sociale di governare, con noi tutti, la transizione tecnologica e che è la vera sfida per la nostra Europa”.

Un Piano Italia che, aggiunge Urso, ”preveda già nel 2025 impegni chiari e specifici nel territorio, sugli investimenti produttivi e sullo sviluppo degli stabilimenti, sul rapporto collaborativo con l’indotto e con un piano acquisti per la componentistica nazionale, la valorizzazione dei centri di ingegneria, ricerca e design in Italia. E nel contempo un impegno comune in Europa per rivedere le regole sull’automotive, così come espresse nel nostro ‘non paper’. Riteniamo che il piano Italia che ora l’azienda illustrerà dia riscontro a queste indicazioni”.

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