In quali azioni investono i fondi italiani con il…

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Da inizio anno, il mercato azionario italiano è stato trainato soprattutto dai forti guadagni del settore finanziario e alcuni dei comparti con più alto Medalist Rating sottopesano fortemente nei loro portafogli i titoli finanziari, bancari in particolare.

I fondi con più alto Morningstar Medalist Rating all’interno della categoria azionari Italia hanno registrato da inizio anno una sottoperformance compresa tra l’1% e il 13% rispetto all’indice Morningstar Italy TME – che al 13 dicembre 2024 ha guadagnato il 17,18% (in euro) – ma secondo gli analisti di Morningstar hanno un processo di investimento, un team di gestione e risorse societarie tali da garantire loro una sovraperformance rispetto alla media di categoria nel lungo termine.

Abbiamo analizzato i portafogli dei fondi con il più alto Morningstar Medalist Rating all’interno della categoria azionari Italia e abbiamo guardato all’evoluzione dei portafogli nel corso del 2024 al fine di capire se e come sono cambiate le scelte di investimento dei gestori.

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Quali tecnologici ha in portafoglio il Fidelity Italy?

Il fondo Fidelity Italy, valutato con un Medalist Rating di Bronze – la classe istituzionale ha un rating di Silver -, presenta al 31 ottobre 2024 (data di aggiornamento del portafoglio) un portafoglio abbastanza concentrato. I primi 10 titoli pesano poco meno del 50% dell’attivo totale. Il settore finanziario è quello più importante: quattro delle prime 10 posizioni sono coperte da titoli finanziari, che nel complesso pesano per il 31% dell’attivo totale. Rispetto all’indice Morningstar Italy TME, il fondo sovrappesa fortemente il settore tecnologia, per via delle sue posizioni in Nexi NEXI (3,20%) e Datalogic DAL (0,93%) e dell’investimento nella società olandese di semiconduttori NXP Semiconductors NXPI (2,68%), e sottopesa il segmento large cap, con una esposizione ai titoli mid e small cap vicina al 60%.

Al 30 ottobre 2024 UniCredit UCG è il titolo su cui il fondo ha la maggiore esposizione, pari a quasi il 10% dell’attivo totale. Seguono Enel ENEL (7,58%), Unipol Gruppo UNI (5,10%), Stellantis STLAM (4,82) e Banca MPS BMPS (4,66%). Se guardiamo all’evoluzione del portafoglio nel corso dell’anno, notiamo come il peso di alcune delle top 10 holding del fondo si sia progressivamente ridotto. Quello di Enel è sceso dal 9,03% di gennaio al 7,58% di ottobre. Il peso di Stellantis è passato dal 6,34% di inizio anno al 4,82% di fine ottobre, ma questo a causa della riduzione del valore di mercato del titolo, che nei primi 10 mesi del 2024 ha perso il 37% in Borsa. In realtà, secondo i dati Morningstar, il gestore ha continuato ad acquistare azioni Stellantis, proprio in ragione della maggiore convenienza del suo prezzo.

Discorso analogo per Nexi, che è scivolata fuori dalla top 10 pur mantenendo sostanzialmente invariato il peso in portafoglio: il titolo ha accusato un passivo del 21% in Borsa nei primi 10 mesi dell’anno, mentre il gestore ha incrementato il numero di azioni da inizio anno. Intesa Sanpaolo ISP ha visto dimezzare il suo peso, mentre l’esposizione al titolo STMicroelectronics STMMI, che a gennaio di quest’anno pesava per il 3,65%, è calato fino alla completa liquidazione nel corso del mese di settembre.

Tra i titoli mid cap in portafoglio si segnala la crescita dell’esposizione a Diasorin DIA, Iveco Group IVG e Banca Monte dei Paschi di Siena. Il peso di Diasorin è salito dal 2,98% di gennaio al 4,15% di ottobre, quello di Iveco Group è passato dall’1,91% al 3,42%. Il gestore ha poi raddoppiato le quote di Banca MPS facendo salire il peso del titolo dall’1,47% al 4,66%.

Algebris Core Italy punta sugli industriali

Il fondo Algebris Core Italy, valutato con un Medalist Rating di Bronze, è gestito dal 2017 da Luca Mori. Rispetto all’indice Morningstar Italy TME, il comparto è maggiormente sbilanciato a favore dei titoli con bassa capitalizzazione di mercato che rappresentano il 60% del totale dell’attivo, ma è meno orientato al segmento value. Il comparto ha un’esposizione al settore industriale quattro volte superiore a quella del benchmark ed è fortemente sovraesposto anche ai titoli tecnologici e a quelli dell’healthcare. Al contrario, le azioni finanziarie e consumer cyclical pesano rispettivamente la metà e un terzo rispetto al mercato italiano nel suo complesso.

All’interno della top 10 holding del fondo, infatti, tre titoli appartengono al settore beni industriali per un peso complessivo del 9% sul valore totale degli asset. Sono: Comer Industries SpA COM, un’azienda italiana specializzata nella progettazione e produzione di sistemi ingegneristici e soluzioni meccatroniche per la trasmissione di potenza che fattura oltre un miliardo di euro all’anno e ha una capitalizzazione di mercato di oltre EUR920 milioni; LU-VE SpA LUVE, che è il terzo operatore al mondo e il secondo in Europa nella produzione di scambiatori di calore ad aria, e Fincantieri SpA FCT, azienda nel settore della cantieristica navale e tra i primi gruppi navali europei.

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Garofalo Health Care SpA GHC, tra i principali operatori del settore della sanità privata, che negli ultimi quattro anni ha quasi raddoppiato il suo fatturato, e Amplifon Spa AMP, primo distributore mondiale di apparecchi acustici, sono i due titoli dell’healthcare presenti nella top 10 holding del portafoglio per un peso complessivo del 7%. Le esposizioni più importanti al settore tecnologia sono quelle relative ai titoli Reply SpA REY (2,61%), TXT e-solutions SpA TXT e Carel Industries SpA CRL. I titoli finanziari, che, come detto, sono sottopesati rispetto al benchmark, ricoprono comunque due posizioni nella top 10 holding con UniCredit (6,18%) e Banca MPS (2,55%).

Nel corso del 2024, il gestore ha esteso progressivamente l’esposizione del fondo al titolo A2A SpA A2A. Il titolo è entrato in portafoglio a giugno, con un peso dell’1% sul totale degli asset, ed è salito al 3,28% a ottobre. Discorso analogo per la quota di OVS SpA OVS, salita dallo 0,29% di gennaio al 2,74% di ottobre, e di Amplifon, salita dall’1,09% al 2,60%. STMicroelectronics NV ed Enel SpA, che a inizio anno pesavano entrambi per oltre il 3%, sono stati invece completamente dismessi nel corso dell’anno.

Idee small cap nel portafoglio di Albemarle Target Italy

Il fondo Albemarle Target Italy, gestito da Umberto Borghesi dal 2007 e valutato con un Medalist Rating di Bronze, predilige l’investimento in titoli small cap, che rappresentano oltre il 60% dell’attivo totale. Questo spiega perché, rispetto al benchmark Morningstar, la sua esposizione settoriale evidenzi un forte sovrappeso nei comparti dei beni industriali, della tecnologia e delle materie prime e, al contrario, una ridotta esposizione ai titoli finanziari, energetici e delle utility.

Nei primi 10 titoli in portafoglio (aggiornato al 30 settembre 2024), che rappresentano quasi il 60% dell’attivo totale, troviamo tre industriali: FILA-Fabbrica Italiana Lapis ed Affini SpA FILA, Interpump Group SpA IP e LU-VE SpA.

FILA-Fabbrica Italiana Lapis ed Affini SpA, la holding più pesante in portafoglio con un peso del 9,80% a fine settembre, è uno dei maggiori operatori mondiali nell’industria del colore (con marchi come Giotto, DAS, Pongo, Dido, Tratto). L’azienda che ha chiuso il 2023 con ricavi attorno ai EUR780 milioni, in leggera crescita rispetto all’anno precedente, ha una capitalizzazione di mercato di EUR447 milioni.

Il gestore non ha operato un grosso turnover del portafoglio nel corso del 2024, specie per quanto riguarda le holding più rappresentative. Delle prime 10 posizioni a fine settembre, 7 facevano parte della top 10 anche a inizio anno, e le altre tre erano nelle prime 16 posizioni a gennaio 2024. FILA è stata la prima holding in portafoglio per tutto il 2024 con un peso che è salito leggermente, dall’8,85% al 9,80%, nonostante il gestore abbia dismesso più di 20.000 titoli. Questo perché il valore di mercato della quota si è apprezzato grazie al +15,46% registrato in Borsa nei primi nove mesi dell’anno.

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El.En SpA ELN, leader italiano in progettazione, produzione e distribuzione di laser industriali e medicali, ha visto salire il suo peso dal 3,37% di gennaio al 7,53% di settembre per effetto dell’acquisto di quasi 60mila azioni e di un suo apprezzamento sul mercato del 15% rispetto ai valori di inizio anno. Chi invece ha visto scendere sensibilmente il suo peso in portafoglio, dal 2,19% allo 0,2%, è stata Technogym SpA TGYM, leader nel settore della produzione di attrezzi per il fitness. Nel corso dei primi nove mesi, il gestore ha progressivamente alleggerito la sua esposizione. Il titolo ha registrato un rendimento medio del 22% negli ultimi due anni Enel corso del 2024 ha più volte toccato i massimi degli ultimi tre anni.

Dove investe il fondo Allianz Azioni Italia All Stars?

Il fondo Allianz Azioni Italia All Stars, valutato con un Medalist Rating di Bronze, ha uno stile di investimento molto più in linea con il benchmark Morningstar, rispetto agli altri comparti presi in considerazione, con un leggero sottopeso del segmento large cap (dati di portafoglio al 31 ottobre 2024). Relativamente alla ripartizione settoriale, il comparto è maggiormente esposto ai tecnologici e agli industriali rispetto all’indice Morningstar Italy TME, mentre sottopesa gli energetici e i titoli consumer cyclical e delle utility. Il settore finanza è invece quello più importante, con un peso del 35% sul totale dell’attivo gestito, in linea con quello del benchmark.

Il comparto di Allianz, gestito dal 2013 da Stefano Ghiro, si contraddistingue per un turnover di portafoglio molto basso. Non solo le prime dieci posizioni sono rimaste quasi le stesse nei primi 10 mesi dell’anno, ma anche il volume delle azioni detenute è cambiato poco rispetto a inizio anno. La variazione del peso dei titoli che compongono la top 10 holding è dunque da attribuire in larga misura al loro andamento in Borsa. I bancari UniCredit, Intesa Sanpaolo, Generali G, Banco BPM e Mediobanca MB hanno visto salire il loro peso in portafoglio per effetto dei guadagni accumulati nei primi 10 mesi dell’anno, compresi tra il 40% e il 74%. Discorso analogo per Ferrari RACE e Prysmian PRY, che nel periodo considerato sono saliti rispettivamente del 45% e del 59%. Al contrario, il peso di Stellantis è sceso dal 7,76% di inizio anno al 3,89%, sia a causa del deprezzamento del valore di mercato della quota che del significativo alleggerimento dell’esposizione al titolo da parte del gestore.

L’autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.

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