Nord Est, tra self made man e generazione disruptive

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“Il Triveneto esprime il 14% del Pil italiano, con dato pro-capite, produttività del lavoro, qualità del credito e ricchezza delle famiglie sopra la media nazionale. Si conferma uno dei territori più ricchi d’Italia dove operano tutti i principali operatori nazionali ed esteri del private banking: banche locali piccole e medie che hanno con il territorio e con i propri clienti un rapporto storico e consolidato e, in Alto Adige, anche player di lingua tedesca. un contesto molto competitivo, stimolante e ricco di opportunità” esordisce Cosimo Lenti (a destra in foto), da maggio direttore territoriale Nord Est di BNL BNP Paribas, dopo esser stato responsabile Corporate banking nell’area. 

La banca opera in zona attraverso tre centri private: Triveneto Est (Friuli-Venezia Giulia e province di Treviso e Belluno), Triveneto centrale (Vicenza, Padova, Rovigo, Venezia), Triveneto Ovest (Bolzano, Trento e Verona) con 3 team leader, oltre 30 private banker e una decina di assistenti. L’età media è di 50 anni e il 45% sono donne.

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“Il Nord Est è universalmente noto per la capillarità di piccole e medie imprese. Le PMI sono impegnate sul fronte dell’innovazione e della tecnologia e hanno un forte orientamento all’export. L’imprenditore rappresenta il cliente private tipico del nostro territorio e lo caratterizza uno spiccato spirito d’iniziativa abbinato all’attitudine a innovare e all’attenzione per lo scenario internazionale, il tutto unito alla capacità di adattamento al mercato e alle sfide economiche. Gli imprenditori, inoltre, hanno un imprescindibile legame con le loro comunità e ne sostengono lo sviluppo socioeconomico. Tutto questo fa sì che il ruolo del private banking non si possa limitare a quello di interlocutore per i servizi e gli investimenti, ma diventi quello di una banca ‘ecosistema’, che offre servizi integrati non solo finanziari. In quest’ottica risulta sostanziale appartenere a un grande gruppo bancario” interviene Matteo Fasoli (a sinistra in foto), responsabile Area Private Nord Est di Banca Aletti, presente in tutte le province, con masse 2,6 miliardi di euro di masse complessive, 23 private banker (oltre al responsabile di area e al responsabile sviluppo) con un’età media di 45 anni. La presenza femminile è al 40% e si punta a raggiungere il 50%.

“Le nostre regioni sono la culla delle imprese familiari, guidate dai fondatori o dai loro eredi. Prevale il modello del self made man, che ha avuto l’ “idea vincente”, il coraggio per metterla in pratica e le capacità per svilupparla. Ha normalmente un atteggiamento prudente nella gestione del patrimonio finanziario, perché considera anche il rischio d’impresa e l’andamento dell’azienda. Decide su rischi e opportunità in virtù del rapporto fiduciario costruito con il proprio banker, spesso suo riferimento a 360°. Over 65, tende a rimandare la pianificazione del passaggio generazionale” prosegue il ragionamento Cosimo Lenti di BNL BNP Paribas. 

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Venezia ha un’economia differente: non spicca solo per il turismo, il commercio e i servizi, ma riveste un ruolo centrale per la logistica” aggiunge Matteo Fasoli di Banca Aletti.  “In termini di contribuzione, comunque, la distribuzione del PIL, nel Nord Est, è equilibrata fra le varie province”.

“Il private banking tende ad avere una clientela matura, ma ciò non esclude che vi siano già dei millennials e dei post millenials coinvolti nella gestione dei patrimoni familiari. Il passaggio del testimone, tra la generazione fondatrice e la successiva, in quest’area caratterizzata dalle piccole e medie imprese, è cruciale e tutt’ora in corso” prosegue il responsabile Area Private locale di Banca Aletti. 

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“Ciò che è maggiormente interessante è la qualità che le nuove generazioni esprimono, anche attraverso atteggiamenti disruptive” si unisce il direttore territoriale Nord Est di BNL BNP Paribas. 

“A volte decidono di intraprendere strade diverse rispetto al business di famiglia, aprendo prospettive per operazioni di M&A in Italia. Manifestano interesse anche verso criptovalute, private equity e venture capital e un orientamento maggiore a investimenti in sostenibilità

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