La data da cerchiare in rosso sul calendario dello sport nazionale è il 26 giugno 2025. Non dà il via di competizioni o grandi eventi sportivi ma il giorno fissato dal Coni per il rinnovo delle cariche, tra cui la presidenza.
Una giornata cruciale, un election day, visto che sarà il momento di rinnovare anche i vertici del Comitato Paralimpico.
Per l’attuale presidente, Giovanni Malagò, non è possibile – secondo i termini di legge attuali – coprire nuovamente la carica di numero uno dello sport italiano.
Malagò ultimerà il prossimo anno il suo terzo mandato e, a differenza dei presidenti delle singole federazioni sportive nazionali, che possono rimanere in carica oltre il terzo mandato se ricevono due terzi dei voti, non è così per il capo del Coni.
Coni elezioni giugno 2025: un cambio di guida difficile
Tuttavia il cambio di presidenza del Comitato Olimpico Nazionale Italiano non è così scontato.
Malagò al netto delle critiche dei detrattori – abbastanza scontate per un uomo di potere in carica dal 2013 ai vertici dello sport – ha l’indubbio merito di avere riportato sul tetto del mondo l’Italia olimpica.
Sotto la sua guida lo sport italiano ha aumentato quel processo di “diversificazione” che ha portato alle 40 medaglie di Tokyo e le altrettante di Parigi, per quanto riguarda i Giochi Olimpici estivi.
L’Italia ha chiuso il 2024 al terzo posto assoluto del ranking mondiale in competizioni internazionali ed è prossima a tagliare il traguardo delle 800 medaglie olimpiche e, come ha sottolineato lo stesso Malagò, «il Coni è considerato un’eccellenza sportiva mondiale e averlo mantenuto tale è un mio personale orgoglio».
Risultato che fanno da contraltare alle due mancate qualificazioni ai Mondiali di Calcio per la Nazionale.
Ma al di là dei meriti sportivi – che vanno sì agli atleti – ma anche a chi permette ai talenti di crescere ed esprimersi, l’altra grande questione riguarda l’arrivo dei Giochi invernali di Milano Cortina nel 2026, la prima olimpiade italiana dopo Torino 2006.
Coni elezioni giugno 2025: governance solida per Milano Cortina
Un cambio di governance dopo anni di solida guida con i Giochi in casa non è auspicabile e nemmeno ben vista a livello internazionale, anche se il titolare del dicastero dello Sport, Andrea Abodi, ha recentemente ribadito che «i Giochi saranno straordinari e non dipenderanno da un singolo uomo o donna ma dal lavoro di tutti».
Frizioni tra il ministro dello Sport e il numero uno del Coni ce ne sono state in passato ma non è solo questo il punto.
Si potrebbe ricorrere a una “proroga”, anche solo di un anno, per lasciare Malagò in carica e tornare a discutere di presidenti al termine di Milano Cortina 2026.
La legge non si cambia, non c’è la volontà – il Parlamento si era espresso dopo i successi di Parigi 24 e non ci sono i tempi tecnici.
Si potrebbe creare un emendamento ad hoc, da inserire eventualmente nel Milleproroghe, ma a una manciata di giorni dalla fine dell’anno e con le consuete discussioni attorno alla Legge di Bilancio, l’ipotesi si fa sempre più remota.
I possibili candidati: Binaghi e Pancalli
Attualmente nessuno si è fatto avanti per candidarsi alla presidenza del Comitato Olimpico Nazionale e anche i nomi che si vociferano sono pochi.
Angelo Binaghi, presidente della FITP, è ha visto rimbalzare il suo nome diverse volte come sostituto di Malagò ma è anche vero che, attualmente il numero uno di Federtennis sta raccogliendo ricchi frutti di quanto ha seminato negli anni.
Non solo Jannik Sinner al numero uno del ranking mondiale, le due Coppe Davis consecutive, il successo olimpico di Jasmine Paolini e Sara Errani, ma tutta una generazione di nuovi talenti che sta esprimendo al meglio il tennis tricolore.
Altro nome “papabile” è quello di Luca Pancalli, autorevole guida del Comitato Italiano Paralimpico, anche a fronte di una possibile fusione tra i due enti, già caldeggiata dal ministro Abodi in più occasioni.
Pancalli, figura d’esperienza, non è uso cedere a facili dichiarazioni e, attualmente, non si è espresso in merito alla sua possibile candidatura.
La linea di Malagò: «Non dico più nulla»
E Malagò in tutto questo? L’attuale presidente del Coni ha scelto di non entrare più nel merito della questione, limitandosi a dichiarazioni sommarie.
Malagò si era dichiarato “fatalista” e, come riportato da Gazzetta dello Sport, ai margini della giunta Coni che ha ufficializzato le date, ha detto che «non so perché nessuno si candida. Ora che ci sono le date vedremo, io non dico più niente e non chiedo più niente a nessuno. Quello che so è che esiste una grandissima maggioranza nel mondo dello sport che apprezza il mio operato».
Intanto il governo, attraverso i Dpcm, ha destinato complessivamente 154 milioni di euro al sistema sportivo nazionale.
I Giochi del Mediterraneo, previsti a Taranto nel 2026, ne riceveranno 25, i Giochi della Gioventù ne riceveranno 30 e altri 47 saranno assegnati a vari organismi sportivi. Da ultimo, 7 milioni di euro sono destinati al Coni, corrispettivi ai premi dei medagliati di Parigi 2024.
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