Aree per le rinnovabili, il Forum Ambientalista chiede modifiche ed ampia discussione sul DL regionale

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Una lunga nota indirizzata dal Presidente del Forum Ambientalista di Puglia Michele Di Lorenzo anche al Sindaco di Andria Giovanna Bruno oltre che agli assessori Losappio, Curcuruto ed ai dirigenti del Settore Ambiente e Pianificazione del Territorio per avviare una rapida discussione rispetto al Disegno di Legge n. 222 del 23/10/2024 della Regione Puglia. Obiettivo della legge è l’individuazione delle superfici e delle aree per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Di seguito tutte le osservazioni di LIPU e Forum Ambientalista Puglia.

«Le associazioni ambientaliste, nonostante il breve tempo a disposizione per intervenire, hanno avviato un dialogo con la Regione Puglia per fornire un’analisi approfondita delle questioni legate alle fonti energetiche rinnovabili (FER). A tal fine, hanno elaborato proposte di modifica al testo del DDL 222/2024, accompagnate da una richiesta formale di emendamenti. Tuttavia, la gestione del territorio non può limitarsi al confronto a livello regionale: occorre il coinvolgimento attivo di Province e Comuni, che in questa occasione non hanno dato contributi significativi. Al contrario, il dibattito si è concentrato su interessi privati rappresentati da associazioni di categoria e aziende energetiche, mettendo in secondo piano gli interessi collettivi, che dovrebbero avere priorità assoluta.

CONTESTO: DEGRADO AMBIENTALE E MANCATA TUTELA
Il grave degrado ambientale della Puglia avrebbe dovuto rappresentare il cuore del dibattito. Tuttavia, è stato trattato solo marginalmente, con una conseguente sottovalutazione delle problematiche legate alla tutela del territorio. Tra i principali esempi di criticità si segnalano: La Delibera di Giunta Regionale n. 2122/2012, che ha regolamentato in modo insufficiente l’analisi degli impatti cumulativi degli impianti nelle procedure di VIA; Il trasferimento di competenze strategiche in materia di paesaggio e urbanistica a figure politiche non sempre sensibili alle questioni ambientali; La riforma della Legge Regionale sulla VIA del 2022, che ha ridotto le garanzie per le aree protette e compromesso la trasparenza procedurale. Le decisioni normative prese a livello regionale non hanno trovato un’opportuna reazione da parte della politica locale, nonostante l’imposizione di grandi impianti da parte del Consiglio dei Ministri. Questo ha portato alla proposta di ben 40 nuove centrali eoliche, di cui 36 concentrate in Puglia e Basilicata, con un impatto devastante sulla provincia dauna e sul territorio complessivo della regione.

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REALTÀ TERRITORIALE COMPROMESSA
La Puglia è oggi segnata da una proliferazione incontrollata di impianti energetici: Centinaia di migliaia di ettari rurali sono stati occupati da turbine eoliche (oltre 1650 nella sola Capitanata) e impianti fotovoltaici su larga scala; Infrastrutture accessorie come elettrodotti, cantieri, nuove strade e grandi stazioni elettriche hanno ulteriormente alterato il paesaggio. Questi interventi hanno quasi cancellato l’identità rurale pugliese. Il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale è stato progressivamente svuotato di efficacia, mentre elementi storici e culturali, come masserie, tratturi e habitat naturali, sono stati gravemente compromessi. Questo ha generato una perdita significativa di biodiversità e una crescente alienazione delle comunità locali nei confronti delle istituzioni.

VALUTAZIONE DEL DDL 222/2024
Il Disegno di Legge 222/2024 potrebbe rappresentare un passo importante verso una pianificazione energetica più responsabile. Tuttavia, il testo attuale si rivela insufficiente a gestire la complessità del settore FER, che esercita una pressione senza precedenti sul territorio pugliese, con oltre 600 nuovi progetti in attesa di approvazione. Nel dibattito pubblico, spesso si trascura un’analisi critica delle energie rinnovabili, che presentano problemi legati alla bassa densità energetica, all’aleatorietà produttiva e agli impatti negativi sul paesaggio e sulle comunità locali. Un esempio emblematico è rappresentato dalla Germania, dove l’espansione delle rinnovabili ha comportato costi energetici elevati e un’elevata necessità di infrastrutture accessorie.

PROPOSTE PER UNA TRANSIZIONE ENERGETICA SOSTENIBILE
Per garantire una pianificazione sostenibile, si propongono le seguenti linee guida: Dare priorità alle superfici urbanizzate: secondo lo studio ISPRA, l’utilizzo di tali aree sarebbe sufficiente a raggiungere il target nazionale di 80 GW senza compromettere le aree agricole. Tutela delle aree agricole e naturali più vulnerabili: escludendole dalle installazioni e favorendo l’uso di aree già compromesse. Analisi rigorosa degli impatti cumulativi: introducendo criteri stringenti e trasparenti nelle procedure di VIA e nei processi autorizzativi. Promuovere l’agrivoltaico: limitandolo a soluzioni realmente compatibili con le esigenze dei territori e rispettose del paesaggio agro-pastorale. Il DDL 222/2024 rappresenta un’importante occasione per promuovere una pianificazione energetica rispettosa del territorio pugliese. Tuttavia, per valorizzare pienamente questa opportunità, è indispensabile un’azione sinergica tra tutte le istituzioni interessate. In tale contesto, appare prioritario avviare un dialogo immediato con l’Ente Parco e la Provincia di Barletta-Andria-Trani, al fine di garantire una gestione condivisa e inclusiva. Solo attraverso una strategia che ponga al centro la salvaguardia del territorio e il benessere delle comunità locali si potrà delineare un futuro energetico realmente sostenibile, equo e partecipato. Pertanto, si sollecita il Comune di Andria a esprimere una posizione ufficiale prima che il DDL venga discusso in Consiglio Regionale».



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