La Comunità Europea ha affidato ad EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) la predisposizione di una serie di standard di rendicontazione che le imprese europee dovranno adottare nella rendicontazione sulle tematiche di sostenibilità.
Fino allo scorso esercizio, le imprese obbligate avevano mano libera nella scelta dei diversi framework o standard di rendicontazione, tutti applicabili su base volontaria.
Dal primo gennaio 2024 le dichiarazioni di sostenibilità europee dei soggetti obbligati dovranno necessariamente fare riferimento agli standard emanati da EFRAG, gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), il cui primo set è già stato pubblicato ed adottato dal Consiglio Europeo con apposito regolamento (Regolamento 2023/2772).
La platea delle imprese assoggettate alla CSRD (direttiva comunitaria sulla rendicontazione di sostenibilità), come sappiamo, si andrà ampliando nei prossimi anni, interessando in prima battuta le imprese di interesse pubblico, poi le grandi imprese, poi le PMI quotate.
Non è, ad oggi, prevista l’entrata in vigore di un obbligo di rendicontazione anche per le PMI non quotate.
Ciò non di meno resta molto ampio e variegato il panorama delle richieste che le aziende, anche di piccole medie dimensioni, ricevono dai diversi stakeholder, in relazione alle diverse esigenze di ciascuno:
- questionari da parte dei clienti o fornitori, a loro volta obbligati a rendicontare dati specifici della catena del valore in cui operano;
- questionari dagli istituti di credito, tenuti a rispettare obblighi specifici dalle normative sulla finanza sostenibile, in particolare in tema di valutazione dei rischi;
- analisi da parte di investitori che integrano nella valutazione d’azienda i rischi e le opportunità derivanti da tematiche ESG.
Tutto ciò implica una moltiplicazione di adempimenti per le imprese, chiamate ad elaborare e fornire informazioni ambientali e sociali in formati e con modalità diverse.
Nell’ottica di standardizzare questi flussi informativi EFRAG sta predisponendo i cosiddetti principi VSME (Voluntary for Small Medium Enterprises), per i quali si è conclusa la fase di pubblica consultazione e saranno a brevissimo ufficialmente adottati.
La bozza fornisce una versione molto snellita delle informative ambientali e sociali e di governance da fornire su base volontaria, tra l’altro abolendo in toto la rappresentazione del concetto di materialità, o doppia materialità. Non è quindi richiesta la descrizione del processo di analisi e valutazione delle tematiche oggetto di disclosure, e del relativo coinvolgimento degli stakeholder interessati.
In sostanza viene predisposto una sorta di elenco di KPI giudicati a priori rilevante nella maggior parte dei casi.
La bozza di standard prevede due moduli per la preparazione del rapporto di sostenibilità:
- un Modulo BASE, che sviluppa in 11 punti le tematiche e i KPI rilevanti, suddivisi tra informazioni di tipo generale, metriche di base su ambiente, aspetti sociali e governance;
- un Modulo COMPLETO, in cui vengono sviluppati ulteriori 7 punti di interesse, con informazioni aggiuntive.
Il Modulo BASE è concepito come l’approccio target per le micro-imprese e costituisce il requisito minimo per le altre imprese.
Il Modulo COMPLETO fornisce ulteriori informazioni che potrebbero essere richieste da finanziatori, investitori e clienti dell’impresa.
Accogliamo ora con favore l’indicazione recentemente emersa da parte dei principali operatori finanziari di voler convergere su questi standard.
Lo scorso 6.12.2024 è stato pubblicato il documento finale “Il dialogo di sostenibilità tra PMI e Banche” frutto della collaborazione tra gli altri di MEF, MIMI, Banca d’Italia, Consob e IVASS nell’ambito del progetto denominato “Tavolo per la Finanza Sostenibile”.
Tra gli obiettivi del documento sono dichiarati gli intenti di:
- agevolare lo scambio di informazioni tra PMI e banche, tenendo conto di criteri di standardizzazione, proporzionalità, efficienza ed economicità valorizzando le specifiche esigenze informative derivanti dalle normative di finanza sostenibile applicabili alle banche;
- aumentare la consapevolezza delle PMI sull’importanza delle informazioni di sostenibilità anche nell’ottica di un progressivo avvicinamento all’adozione dello standard VSME elaborato dall’EFRAG.
Nel documento viene proposto un set di 40 informazioni rilevanti, suddivise però in 2 classi di priorità, nel presupposto che le microimprese forniscano almeno le informazioni con classe di priorità 1, in quanto elementi di conoscenza imprescindibili per le Banche, mentre le informazioni con classe di priorità 2 aggiungono ulteriori dati.
Come si nota l’impostazione dei due documenti è molto simile e consente di intravedere un percorso di uniformazione del set informativo che le PMI saranno chiamate a fornire e potrà soddisfare trasversalmente tutte le potenziali richieste di disclosure sui temi ESG.
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