Wildfrost – Recensione – GameScore

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Wildfrost

L’unione degli elementi di gioco “roguelike” e “giochi di carte” è molto forte e, spesso, viene vista in diverse varianti e possibilità. Questo è dovuto al fatto che entrambi gli approcci generano un fattore di casualità e imprevedibilità, elementi che rendono l’esperienza molto interessante e inaspettata. Grazie a questo caos si riesce a creare un elemento di incertezza apprezzabile dai giocatori, elemento che cattura così l’attenzione.

“Wildfrost” segue esattamente questa logica all’interno di un contesto cartoon e invernale. Dopo un periodo di Accesso Anticipato e uscita su varie piattaforme è stato reso disponibile su Xbox e, con questa recensione, parleremo degli aspetti chiave da tenere in considerazione.

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All’interno di questo videogioco gli acquirenti interpretano un viandante che inizia ad esplorare il mondo circostante, congelato ormai da tempo immemore. Utilizzando le proprie abilità e le creature alleate richiederà costantemente aiuto e supporto per aver accesso alla migliore squadra possibile, in maniera tale da abbattere tutte le avversità. Questo, purtroppo, generà una pila di cadaveri per raggiungere uno scopo comune, che sarà rivelato col passare del tempo.

“Wildfrost” è un videogioco roguelike con una forte componentistica di carte che si struttura con uno scheletro di poche regole, all’interno delle quali vengono ampliate diverse opzioni aggiuntive. Lo scopo dei giocatori è quello di abbattere ogni nemico che appare, dando massima attenzione sui potenti Boss di Area e di Livello.

La mappa di una partita comune si struttura in nodi contenenti diversi eventi che, una volta interagiti, permetteranno di ottenere vari vantaggi. Tra questi ci possono essere l’acquisizione di alleati, talismani oppure l’incontro con personaggi non giocanti che daranno supporto, a patto di avere abbastanza denaro.

La chiave dell’esperienza, però, avviene durante i combattimenti. I conflitti di “Wildfrost” si basano su due linee in cui si posizionano delle carte. Queste rappresentano il proprio personaggio che, se perde tutta la salute, non sarà in grado di continuare la partita) e vari alleati evocabili. Come detto prima, lo scopo è quello di abbattere il Boss di fine livello, che apparirà dopo una serie di turni.

Un combattimento di “Wildfrost” si struttura in una serie di “turni”, decretati dalla giocata diretta delle carte nella propria mano. Questo, però, decreta una seconda cosa importante: le azioni di tutti i personaggi in gioco (alleati e avversari). Dopo aver giocato un certo numero di carte, infatti, capiterà che alcuni personaggi azzereranno un valore, e questo li porterà ad attaccare e causare danni. Il numero di attacchi, la potenza e il bersaglio viene determinato da vari fattori, ma lo scopo rimarrà sempre lo stesso: evitare che il proprio protagonista venga messo KO. Il posizionamento dei propri alleati, quindi, diventa estremamente fondamentale e decreterà il successo o il fallimento della propria partita.

Wildfrost
Wildfrost Alcune carte creano delle gimmick strategiche interessanti. Quando appaiono, le partite saranno interessanti.

Il prodotto in questione presenta una progressione lenta e graduale, decretata dal completamento di obiettivi che permetterà di acquisire vantaggi sempre maggiori. Tutto questo, però, è sempre funzionale al combattimento, che è la vera chiave del gioco. Ciò che ho maggiormente apprezzato di questo titolo è che vede i conflitti come se fossero un grande puzzle tattico con cui è possibile sbizzarrirsi. In base al tipo di carte disponibili, infatti, è possibile creare specifiche strategie più o meno efficaci e meritevoli di essere supportate.

Inoltre, tutto il posizionamento degli alleati – azione gratuita e che non richiede la spesa dei turni – sarà spesso cruciale per ricevere potenziamenti, attivare effetti oppure evitare che uno specifico alleato venga sconfitto. Va ammesso che tutto ciò non rende “Wildfrost” accessibile a tutti, dato che al difficoltà è piuttosto alta fin dall’inizio.

Un altro tema importante in questo videogioco è il tempo. Il progetto in questione – che vede, come sviluppatori, “Deadpan Games” e “Gaziter” – prevede l’implementazione di nuovi aspetti in maniera molto lenta e graduale, elemento che punta a sfruttare la difficoltà elevata. A ogni sconfitta e fin dall’inizio si scopriranno diverse opzioni di strategie dettate da specifiche gimmick giocabili, che permettono di usare certe carte in un determinato modo. Questa decisione è dettata da diverse necessità, tra cui il bisogno di aumentare artificialmente la longevità (che rischierebbe, altrimenti, di essere bassa) e l’importanza di illustrare al giocatore nuove meccaniche in un tempo disteso, al fine di evitare un eccesso di informazioni. Nel complesso trovo che la scelta sia soddisfacente e meriti attenzione da parte dei lettori.

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Quali possono essere i difetti di un videogioco come questo? Tralasciando l’assenza della lingua italiana, il grosso problema è legato al fatto che necessita di tempo. Questa cosa è stata indicata poco fa come un dettaglio che ho apprezzato, ma va ammesso che è anche una grande limitazione. La scelta di dare ai giocatori molto tempo per imparare “Wildfrost” è utile per capire come funziona ma, molte volte, si ha la sensazione di non star facendo grandi progressi. A questo non va a supportare il sistema di “città” disponibile, dato che molti dei contenuti richiedono condizioni estremamente specifiche o molto diluite. In altre parole, chi acquisterà “Wildfrost” inizierà a trovare tutte le opzioni migliori nel corso del lungo periodo, elemento che rischia di allontanare un certo tipo di acquirenti.

Wildfrost
Wildfrost Per quanto il gioco sia abbastanza semplice dal punto di vista linguistico, non c’è un adattamento in lingua italiana.

Alla fine, si possono dire varie cose su questo progetto videoludico. Siamo di fronte a un prodotto che presenta contenuti di piacevole freschezza, dettati non esclusivamente dalla sua ambientazione. Le meccaniche di gioco sono familiari, ma la loro applicazione merita l’interesse dei giocatori e intrattiene con tante varianti e variabili che aumentano incessantemente col passare del tempo.

“Wildfrost” diventa molto piacevole a partire da un certo punto dell’esperienza, quando gran parte dei contenuti è stata rivelata e, soprattutto, quando la maggior parte degli elementi secondari è stata abilitata e resa disponibile al giocatore. Questo è dovuto al ritmo di progresso lento, che purtroppo tende a danneggiare l’esperienza decretando velocemente chi è interessato al progetto e chi no.

L’acquisto di questo videogioco è decisamente consigliato, specialmente su Xbox. In questo modo è possibile giocare sua sull’omonima piattaforma, sia sul proprio computer senza spendere ulteriore denaro e mantenendo lo stesso salvataggio attivo.

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PRO

Sistema di gioco complessivamente semplice

La quantità di contenuti si amplia nel tempo…

Microcredito

per le aziende

 

CONTRO

Assenza della lingua italiana

… ma serve altrettanto tempo per iniziare ad apprezzare il gioco a dovere



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