Congresso PD, sfida a due per la segreteria

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La sfida per la segreteria provinciale del Pd si va delineando chiaramente. La candidatura di Achille Migliorelli da parte di AreaDem di Francesco De Angelis avrà il sostegno anche del Collettivo Parte da Noi, che si riconosce nella componente di Elly Schlein. Ne fanno parte Danilo Grossi, Nazzareno Pilozzi e Umberto Zimarri. Adesso si aspettano le mosse di Rete Democratica di Sara Battisti, ma tutti i segnali vanno nella direzione della discesa in campo di Luca Fantini, peraltro segretario uscente. Con ogni probabilità Base Riformista di Antonio Pompeo definirà un’intesa congressuale con Sara Battisti. Il tesseramento si chiuderà il 31 dicembre, l’obiettivo è arrivare a 4.000 iscritti. Poi, dopo tanti anni, si arriverà ad un confronto vero, a una “conta”. Numeri e percentuali definiranno il prossimo segretario, ma anche le candidature alle regionali e alle politiche. Su questo non c’è dubbio.

IL MISTERO BUFFO DI FROSINONE

Una situazione inspiegabile, una specie di “mistero buffo”. Al Comune di Frosinone la maggioranza non si riunisce mai, il dialogo tra il sindaco e i leader dei partiti sembra vietato, il raccordo tra assessori e consiglieri non è contemplato. Questo per quanto riguarda il punto di vista della coalizione di governo. Situazione non diversa nel centrosinistra: mai un summit, mai una strategia condivisa, gara a saltare sul carro del centrodestra, completa assenza di uno straccio di alternativa di governo. Eppure Frosinone è un capoluogo di provincia, perfino strategico nella mappa del Lazio. L’equivoco di fondo è uno: l’attività amministrativa è sì importante, ma ha bisogno di un impulso politico forte e sistematico. Non si può passare da un’alleanza di centrodestra con la quale si guida il Comune dal 2012 a una formula di tipo diverso, trasversale. Come se niente fosse. Perché così si dimostra che l’intenzione è esclusivamente quella di tirare a campare. Un’altra cosa: tutti auspicano le elezioni anticipate, ma solo a parole. In realtà sono terrorizzati dall’idea di perdere lo scranno. Nessuno escluso.
All’orizzonte c’è una seduta ordinaria di consiglio comunale fissata esclusivamente in prima convocazione. Può darsi che alla fine le tredici tematiche all’ordine del giorno vengano comunque approvate, ma il 2024 si chiude con delle situazioni che è impossibile ignorare all’interno della maggioranza che appoggia il primo cittadino. Proviamo a mettere in fila.
Massimiliano Tagliaferri (Lista Ottaviani) è il presidente del consiglio comunale, non un passante distratto. Ha detto di non riconoscersi più nel modo di fare dell’Amministrazione guidata da Riccardo Mastrangeli. Si vuole fare finta di niente?
Antonio Scaccia (Lista per Frosinone) è il vicesindaco, non uno spettatore ignaro. Da qualche giorno ha aderito, unitamente ai tre consiglieri comunali della civica (Francesca Chiappini, Sergio Verrelli, Corrado Renzi), all’associazione Noi con Vannacci, il cui presidente Umberto Fusco lo ha nominato coordinatore regionale del Lazio. Scaccia è sempre stato un fedelissimo di Nicola Ottaviani, ex sindaco, parlamentare e coordinatore provinciale della Lega. Roberto Vannacci è un europarlamentare del Carroccio? Sì, ma basta ipocrisie. Il generale sta lavorando ad un suo partito, nella Lega è un ospite (neppure gradito da esponenti come Zaia e Fedriga) e l’operazione di Scaccia non è stata pianificata da Ottaviani e Mastrangeli.
Il gruppo di Futura (Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone) è ormai distante anni luce dalla maggioranza, così come i “malpancisti storici”: Maurizio Scaccia, Pasquale Cirillo (Forza Italia), Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (nei giorni scorsi espulso dalla Lega).
Situazioni con le quali è necessario fare i conti una volta per tutte, specialmente adesso che dalle opposizioni sono arrivati “in soccorso” tre consiglieri. La maggioranza numerica sulla carta è a 17 (su 33), ma quella politica di centrodestra non esiste più. In qualunque altro Comune italiano ci sarebbe stato un confronto tra il Sindaco, i partiti, i gruppi e singoli consiglieri. Un confronto è cosa diversa dalle consultazioni (peraltro separate) di giugno e luglio scorsi.
All’esito del chiarimento si potrebbe perfino (udite udite) definire un azzeramento della giunta e poi riassegnare le deleghe tenendo presenti i nuovi equilibri che si sono formati. In maniera organica, concordata, con un crisma di carattere politico. Ma al Comune di Frosinone questi passaggi vengono considerati quasi delle “eresie”. Non si capisce perché. Nel 2024 si sono dimessi gli assessori Alessandra Sardellitti e Maria Rosaria Rotondi. In giunta è entrata Laura Vicano. Si è trattato di operazioni circoscritte.
Però c’è una considerazione da fare: se in due anni e mezzo ben 8 consiglieri (su 22) eletti in maggioranza si allontanano (o vengono messi nelle condizioni di allontanarsi), significa che un problema esiste. In fondo Massimiliano Tagliaferri nella sostanza ha posto questo elemento sul tavolo. Per quale motivo una verifica politica, un azzeramento e un reset della giunta vengono considerati atti di lesa maestà? Nel frattempo Fratelli d’Italia sta analizzando la situazione con attenzione e lucidità. Fabio Tagliaferri ha costantemente blindato Mastrangeli in questi anni. Con lealtà e senso di responsabilità. Però adesso si è stancato delle continue fibrillazioni che si susseguono, fibrillazioni che mai arrivano dal gruppo di FdI. In ogni caso, magari in consiglio comunale si potrà continuare ad andare avanti alla giornata, approvando le delibere con maggioranze di volta in volta variabili. Ma è il profilo politico del centrodestra che non si vede più.

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