La crescita esemplare della scaleup Newcleo, l’azienda fondata dal fisico Stefano Buono e che realizza piccoli reattori a misura di imprese per un nucleare 4.0 (QUI l’intervista completa all’imprenditore), è il vertice di una piramide di startup e scaleup italiane che stanno alzando il livello di ricerca e di investimenti per diventare protagoniste in ogni settore dell’industria energetica, dalle batterie agli accumulatori, dall’eolico all’idrogeno. Ecco dieci nomi in pole position per finanziamenti e innovazione.
20 Energy (elettrico)
L’idea? Far funzionare aree di servizio e caselli autostradali con l’elettricità prodotta dal passaggio degli autoveicoli sull’asfalto. 20Energy, startup umbra, propone un sistema per generare energia elettrica dall’energia cinetica dissipata dai freni delle automobili in fase di rallentamento obbligatorio: prima di un attraversamento pedonale, di una rotonda, nella corsia di un casello autostradale. Sull’autostrada di Firenze è in corso la prima sperimentazione al mondo di questa tecnologia.
Gevi (eolico)
Gevi progetta turbine eoliche con l’ausilio dell’IA, che le rende adattabili a diversi siti e condizioni di vento, per massimizzare la produzione di energia pulita. La startup toscana ha ricevuto, nel giugno 2022, un investimento tramite Cleantech, l’acceleratore di startup di CDP in partnership con Eni, LVenture, elis, Vodafone, Acea, Microsoft e Maire Tecnimont. Le turbine di Gevi sono dotate di un sistema di controllo che massimizza la potenza disponibile anche in presenza di venti leggeri.
Glass to Power (solare)
Glass to Power ha rivoluzionato il settore trasformando le superfici vetrate in generatori di energia, grazie all’utilizzo di nanoparticelle speciali che catturano e concentrano la luce solare, convertendola in energia elettrica. Grazie ai Concentratori Solari Luminescenti, questa spin-off dell’Università di Milano Bicocca, fondata nel 2016, rende possibile l’integrazione dell’energia solare nell’architettura moderna.
E-Storage Engineering (stoccaggio)
Spinoff dell’Università di Padova, ha ottimizzato una tecnologia per accumulare energia basata sul vanadio invece del litio. Il vanadio ha il vantaggio di essere riciclabile e incrementare il numero di cicli, abbassando i rischi di esplosioni e riducendo l’impatto ambientale secondo l’analisi del life cycle assestment.
Energy Dome (stoccaggio)
Fondata nel 2019, è attiva nel settore dello stoccaggio di energia elettrica su larga scala e lunga durata e ha partecipato ai programmi di accelerazione di Plug And Play. La startup ha brevettato la CO2 Battery, che consente di accumulare grandi quantità di energia elettrica da eolico con durate di accumulo tra 4 e 24 ore.
Green Independence (idrogeno)
Ha sviluppato la tecnologia New Artificial Leaf (NAL), ovvero “nuova foglia artificiale”. Partendo dall’acqua sporca o dall’acqua del mare, viene trasformata in acqua distillata e potabile attraverso il calore dissipato da un pannello fotovoltaico, che intanto incamera energia elettrica in modo ancora più efficiente grazie all’azione di raffreddamento garantita dall’acqua. L’energia non utilizzata viene convertita in idrogeno da una cella elettrochimica.
Plenitude (eolico)
Plenitude, società del gruppo Eni, sta investendo in soluzioni tecnologiche avanzate per lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante. Sono cinque i parchi eolici galleggianti operativi e previsti al largo (circa 30 km) delle coste italiane, in Sicilia (al largo di Marsala), nel sud-ovest della Sardegna e nel Lazio.
ReActive (idrogeno)
Spinoff del Politecnico di Milano, ReActive ha messo a punto pastiglie, costituite da polveri metalliche reattive (a base di alluminio e magnesio), in grado di generare idrogeno a contatto con l’acqua. Le pastiglie fungono da batterie (una «pila all’idrogeno») conservabili a lungo e in grado di produrre un litro di idrogeno per ogni grammo di massa. La tecnologia ha acceso l’interesse del settore aerospaziale.
Sundrone (fotovoltaico)
Azienda umbra che usa i droni e sistemi di intelligenza artificiale per svolgere analisi termiche e visive degli impianti fotovoltaici di media e grande taglia, soprattutto industriali, per individuare perdite o inefficienze. Ha una velocità di ispezione pari a 3 megawatt di potenza installata per ogni giorno di attività.
Seabreath (energia dalle onde)
Startup di Parma che ha sviluppato una tecnologia per generare energia dal mare grazie a un sistema multi-camera che ricava elettricità dal moto oscillante delle colonne d’acqua delle onde. Una volta installato, il sistema, che sembra un molo galleggiante ancorato vicino a riva (utile anche per agevolare il ripopolamento ittico, oltre ad agire come frangiflutti), sfrutta un flusso unidirezionale e quasi continuo, che permette l’uso di un’unica turbina e assicura una maggiore efficienza.
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