Siisl: più che intelligenza artificiale sembra l’anagrafe

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Lanciato con grande enfasi, il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa è alla prova dei fatti deludente. Lento e burocratico l’inserimento delle domande, mentre sulle offerte di lavoro fanno meglio i motori di ricerca. Migliorerà in futuro?

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Dal 18 dicembre 2024 chiunque può accedere al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl): secondo il ministro del Lavoro Marina Calderone rappresenta un innovativo marketplace del lavoro, che segna un passo importante verso una maggiore inclusione sociale e lavorativa.

Si tratta di una piattaforma creata e progettata dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e gestita dall’Inps. I potenziali candidati caricano sul sito il curriculum vitae(analogamente anche le aziende possono caricare le loro vacancy), esprimono le proprie aspettative, consultano le offerte formative e di lavoro più affini, selezionate attraverso un algoritmo di intelligenza artificiale.

La prova diretta

Verso la piattaforma Siisl si erano create molte aspettative, data l’enfasi del ministero del Lavoro e dell’Inps nel presentarla come uno strumento tecnologicamente avanzato. Pertanto, mi sono iscritto al portale e di seguito esprimo una serie di considerazioni, certamente non esaustive e nella consapevolezza che con il tempo lo strumento migliorerà sicuramente.

Inutile ricordare che questo è l’ennesimo tentativo di realizzare una piattaforma nazionale del lavoro pubblica, ormai gli esperimenti sono così tanti che fatico persino a ricordarli tutti. Comunque, posso citare: la Borsa lavoro, Click-lavoro, My Anpal, Italy Works, e via elencando. Dunque, Siisl non è una novità, ma è la prima gestita direttamente dall’Inps e quindi può affiancare l’attività di un motore di ricerca del lavoro con tutte quelle attività amministrative di gestione delle politiche attive e passive del lavoro.

Da una prima valutazione risulta che la dashboard è molto burocratica, oltre all’accesso non semplice i passaggi sono lunghi e la compilazione delcurriculum richiede moltissimo tempo. Manca su questo versante uno strumento, ormai presente in molti motori di ricerca del lavoro, di estrapolazione diretta delle informazioni dei curriculum dei candidati (ad esempio in formato word). Sarebbe un’attività per l’intelligenza artificiale, tanto che è già uno strumento consolidato e utilizzato da molti orientatori dei centri per l’impiego attraverso, per esempio, ChatGPT. Sempre nella compilazione del curriculum manca una chatbot di assistenza virtuale nella compilazione, anche questo strumento fa ricorso ampiamente all’intelligenza artificiale ed è ormai presente in molti motori di ricerca online.

Meglio i motori di ricerca

Non mancano le criticità anche rispetto alle opportunità di lavoro disponibili, a partire dal fatto che sono presenti prevalentemente (o solo) annunci di agenzie private del lavoro, sono vacancy che si trovano su qualsiasi altro motore di ricerca del lavoro e per trovarli basta banalmente una ricerca su Google. Onestamente, faccio veramente fatica a capire per quale motivo dovrei perdere tanto tempo a iscrivermi su una piattaforma pubblica che mi fornisce le stesse informazione che trovo su qualunque motore di ricerca. In cosa consiste il valore aggiunto: nell’indice di affinità tra domanda e offerta di lavoro? Anche qui ho qualche dubbio, perché in realtà tutti i motori di ricerca del lavoro, attraverso banali elementi di machine learning, cercano il più possibile di far combaciare le competenze ed esperienze dei candidati con le caratteristiche delle vacancy pubblicate.

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A fare la differenza non è tanto lo strumento informatico, quanto la capacità di raccogliere il più alto numero di opportunità pubblicate sul mercato del lavoro e analizzarne il contenuto, come fanno i grossi player – come LinkedIn o Indeed – che sono in grado di fornire informazioni molto rilevanti per gli utenti, che non si fermano ai percorsi formativi (cosa che nella stragrande maggioranza non interessa a nessuno dei candidati), ma forniscono informazioni sui colloqui di lavoro, suggeriscono il salario da contrattare, forniscono feedback sulla reputazione dell’azienda e permettono di consultare analoghe offerte delle aziende competitor.

L’IA da sola non basta

Rimane un mistero come il Siisl possa effettivamente aiutare chi è in cerca di lavoro. Germania e Francia hanno entrambe sistemi informativi avanzati, come ad esempio Francetravail, dove realizzano praticamente tutto quello che Siisl vorrebbe fare. Vi lavorano però decine di migliaia di persone per implementare e gestire la piattaforma, mentre in Italia sono pochissimi o forse nessuno.

Possiamo fare due ipotesi: francesi e tedeschi sperperano denaro pubblico oppure al ministero del Lavoro manca totalmente la consapevolezza che l’intelligenza artificiale da sola non basta. È necessario personale che faccia pre-selezione, simulazioni di colloqui, accompagnamento, verifica delle vacancy pubblicate e infine mediazione. Veramente si pensa che con l’intelligenza artificiale si possa fare a meno delle persone? Nei pochi casi in Italia dove si utilizzaChatGPT per l’attività di orientamento e accompagnamento, l’aspetto fondamentale non è solo avere una buona capacità di scrivere prompt, ma è il controllo minuzioso dei contenuti prodotti perché i risultati sono sempre pieni di errori da sistemare e correggere.

In generale, Siisl è stato realizzato come se fosse la richiesta di un sussidio oppure quella di un documento all’anagrafe, pensando che il prodotto finale sia un atto amministrativo, mentre quando riguarda il delicato processo di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro l’attività è molto più complessa.

Si aggiunge poi un secondo paradosso. Lo strumento è stato calato dall’alto nei confronti delle regioni, letteralmente quasi mai coinvolte. Chi scrive conosce alcune piattaforme Ido regionali – come ad esempio quelle di Friuli Venezia Giulia, Veneto o Toscana – e si chiede se a queste regioni convenga abbandonare uno strumento consolidato come la loro piattaforma per Siisl: per quanto visto, direi proprio di no.

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L’ex-presidente di Anpal, Mimmo Parisi, con la sua Mississippi Works, aveva proposto i navigatorproprio come punto di riferimento della piattaforma, perché da solo lo strumento informatico non avrebbe mai funzionato. Il ruolo dell’attore pubblico nella realizzazione della piattaforma Siisl è fondamentale. Non è infatti pensabile che l’attore privato si occupi di milioni di utenti svantaggiati che non garantiscono utili perché incollocabili. E allora chi si prende carico di questi soggetti se non il pubblico, veramente l’idea è che ci pensi l’intelligenza artificiale?

L’unico vero vantaggio di Siisl è il tempo, grazie al fatto che la gestione è di Inps, una struttura in grado di sviluppare sistemi sul lungo periodo. Si spera dunque che la piattaforma migliori e diventi più efficiente in futuro. Se l’obiettivo è che i datori di lavoro carichino l’annuncio in maniera spontanea saranno necessari due fattori: l’obbligatorietà, come avviene in Francia, dove la possibilità di accedere a qualsiasi vantaggio con l’attore pubblico passa dalla registrazione della vacancy sul portale; e il coinvolgimento degli operatori dei centri per l’impiego non solo nella fase di implementazione e gestione, ma anche in quella di progettazione futura dei vari upgrade.

Qui mi fermo, spero che nelle future analisi si potranno registrare innovazioni e miglioramenti. Per il momento, restano dubbi anche sui numeri degli avviati realizzati dalla piattaforma: secondo informazioni fornite dall’Inps sarebbero 40mila. Sarebbe opportuno capire se questi soggetti sono stati collocati grazie alla piattaforma e allora comprendere come si è realizzato il processo di intermediazione. Oppure si tratta (come sospetto) di persone registrate su Siisl e che in successive analisi delle comunicazioni obbligatorie risultano occupate? Se è così, c’è il forte rischio di enfatizzare e dichiarare innovativa una piattaforma che per il momento non ha ancora collocato neanche una persona sul mercato del lavoro.

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