La realtà difficile di Caivano è protagonista stasera in tv su Rete 4: dallo stupro delle due cuginette alla vista della premier Meloni nel 2023

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La realtà complessa di Caivano, torna protagonista stasera in tvmercoledì 4 dicembre, su Rete 4 con il programma Fuori dal coro. Insieme al conduttore Mario Giordano faremo un viaggio per scoprire le difficoltà del comune della città metropolitana di Napoli in Campania. A Caivano, come riporta Ansa, “lo Stato ha fallito, ma in tempi brevi ci sarà una bonifica radicale”, aveva dichiarato la premier Giorgia Meloni nel 2023, cercando di tracciare il futuro del Parco Verde, quartiere maledetto della camorra, dello spaccio e dello stupro delle due cuginette

Il Parco Verde di Caivano è un luogo segnato da una serie di tragedie in cui ogni storia sembra concludersi in modo drammatico. Qui, le due cuginette di 11 e 12 anni sono state vittime di violenza sessuale, un caso che ha suscitato grande indignazione. Nel 2013, un altro tragico episodio ha visto la morte di Antonio Giglio, un bambino di tre anni, il cui decesso è stato indagato solo un anno dopo.

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La sua morte è stata collegata a un altro orribile evento: la caduta di Fortuna Loffredo, una bambina di sei anni, che è stata uccisa dopo aver subito abusiQuesto è anche il quartiere dove Maria Paola Gaglione, una giovane di 22 anni, è stata brutalmente colpita mentre guidava il suo motorino, punita per il suo amore verso un transgender. Recentemente, la scoperta del cadavere di un tossicodipendente tra le macerie del centro sportivo locale ha ulteriormente sottolineato la gravità della situazione. Il contesto del Parco Verde è caratterizzato da una perpetua ciclicità di violenza e dolore, rendendo difficile per i residenti immaginare una via d’uscita da questa spirale negativa.

Il caso delle cuginette stuprate

Gli eventi risalgono all’estate del 2023, quando le due ragazzine di 10 e 12 anni furono adescate e portate in un capannone abbandonato, dove furono vittime di abusi da parte di un gruppo di giovani, tra cui due maggiorenni, Pasquale Mosca e Giuseppe Varriale. Le due cuginette furono convinte a seguire i loro aggressori con la promessa di poter giocare indisturbate. Solo dopo alcune settimane gli abusi vennero alla luce, probabilmente a causa della paura delle bambine per possibili ritorsioni. 

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Le violenze si sono verificate in un contesto di degrado sociale ed educativo nel quartiere Parco Verde di Caivano, noto anche come uno dei più grandi centri di spaccio in Europa. Il 5 luglio 2024, il Tribunale di Napoli Nord ha inflitto a Mosca una pena di 13 anni e 4 mesi e a Varriale 12 anni e 5 mesi. Queste condanne sono state superiori rispetto alle richieste della Procura, che aveva chiesto rispettivamente 12 anni e 11 anni e 4 mesi. Entrambi i giovani sono stati riconosciuti colpevoli di violenza sessuale di gruppo, minaccia e diffusione illecita di contenuti sessualmente espliciti. Inoltre, il giudice ha disposto una provvisionale di 50mila euro per le due vittime20mila euro per ciascuno dei genitori della più piccola, sottolineando l’impegno per risarcire almeno parzialmente i danni subiti.

L’istruzione scolastica a Caivano

Caivano rappresenta una periferia italiana, dove a parlare è la violenza e in più i bambini affrontano gravi svantaggi educativi rispetto ai loro coetanei. Il quartiere è caratterizzato da una popolazione giovane, con il 20,7% (circa 7.474 individui) costituito da bambini e adolescenti. Tuttavia, solo il 17% degli alunni della scuola primaria ha accesso alla mensa scolastica e appena il 30% può partecipare al tempo pieno.

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Questi dati si traducono in un significativo insuccesso scolastico: tra i giovani di età compresa tra 15 e 24 anni, solo il 54,8% è impegnato negli studi, ben al di sotto della media nazionale del 62,3%. La situazione lavorativa è altrettanto preoccupante, con solo il 14,5% occupato (contro una media italiana del 20%) e quasi un terzo della popolazione giovanile che rientra nella categoria NEET (30,7%). Oltre alle statistiche, ci sono volti e storie quotidiane di bambini, adolescenti e delle loro famiglie, così come dei docenti e degli educatori che lottano ogni giorno per migliorare le condizioni in questo territorio difficile.



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