La Camera ha approvato la legge di Bilancio con 204 sì dopo una settimana di ritardi e figuracce del governo che aveva posto la questione di fiducia sul provvedimento. A Montecitorio è stata una giornata serrata, la questione di fiducia al mattino, poi una breve riunione in serata del Consiglio dei ministri ha approvato la nota di variazione al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e il bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
Quindi il testo della legge di Bilancio ha avuto l’ok a Montecitorio tra le polemiche, con l’opposizione che ha attaccato sulla nota di variazione e la sovracopertura da 100 milioni trapelata giovedì, e di cui – contestano – il governo non ha specificato l’utilizzo. Ora legge approderà al Senato, probabilmente subito dopo Natale. “Molti parlano di dettagli ma il cuore c’è e il bilancio pure – ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – L’Italia torna a essere rispettata come seria e responsabile”.
Scintille FdI-M5s in serata – Durante le dichiarazioni di voto sulla manovra non sono mancate scintille tra FdI e M5s. La deputata meloniana Ylenja Lucaselli, durante il suo intervento, ha puntato il dito contro “le leggi di bilancio del Pd e del M5s in cui – ha detto – c’erano solo vergognosi provvedimenti spot, come il bonus divano che serviva a lasciare gli italiani seduti sul divano, pagati per non fare nulla”. Affermazioni che hanno suscitato le urla di dissenso tra i parlamentari di opposizioni, in particolare del M5s. Il parlamentare pentastellato Leonardo Donno è stato richiamato all’ordine dal vicepresidente Giorgio Mulè. Il quale ha poi affermato: “Colleghi del M5s dovete avere rispetto perché quando intervenite voi nessuno vi interrompe”, fate concludere la collega”.
Il caso del Comune inesistente – Donno era già stato protagonista nel pomeriggio di un lancio di banconote dagli scranni accompagnato da urla di craxiana memoria: “Prendete anche queste”. Poi, sempre in serata, c’è stato un altro momento di tensione con il deputato del Pd Federico Fornaro che si è scagliato contro il governo: “Abbiamo appena assegnato 130mila euro a un Comune che non esiste. Siamo a questi livelli, neanche nell’ultimo Comune si fanno questi errori! Carmagnano, in provincia di Torino, non esiste! Esiste Carmagnola! Almeno studiate la geografia…”, ha detto lasciandosi scappare un “vaffanculo” e lanciando sullo scranno il fascicolo. “Anche lei, onorevole Fornaro – è intervenuto il vicepresidente Mulè – Prima i soldi poi il fascicolo…non è bello…”.
La maggioranza– Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, intervenendo in Aula per la dichiarazione di voto, difende le principali misure della Manovra, sottolineando il taglio del cuneo fiscale e la riforma strutturale dell’Irpef. “Le opposizioni voteranno contro il taglio del cuneo fiscale, vale a dire contro una misura che mette soldi in tasca ai lavoratori”, afferma, aggiungendo che “il governo e la maggioranza manterranno l’impegno di incrementare il taglio dell’Irpef”. Critica poi le opposizioni, accusandole di preferire il “marchettificio” e respingendo le accuse di tagli alla sanità, definite “fantascienza”. Citando Cesare Pavese, Rampelli conclude: “Vi sentite vivi così, facendo un’azione pregiudiziale e girandovi dall’altra parte quando lo Stato risponde agli interessi diffusi della comunità nazionale”.
Anche Rebecca Frassini della Lega difende la Manovra, definendola un piano orientato alla crescita e al sostegno di famiglie e imprese. “Il vero problema di questo Paese è la crescita, e il governo ha preparato il nuovo taglio dell’Ires, la nuova Sabatini e il piano Industria 5.0. Per quanto riguarda il fisco, i pilastri sono il cuneo fiscale e l’Irpef”, dichiara Frassini, ribadendo l’impegno verso partite Iva e famiglie. Parlando del superbonus, lo definisce “una misura che ha avvantaggiato le seconde case dei più ricchi”, e conclude ringraziando il ministro Giorgetti per “un approccio serio, pragmatico e responsabile che ci rende orgogliosi di stare al governo”.
Le opposizioni– Ubaldo Pagano del Partito democratico annuncia il voto contrario del suo gruppo, attaccando il provvedimento e il ricorso alla fiducia, dichiarando che “Ccò che abbiamo visto nel iter di questa manovra è talmente imbarazzante che la 76esima fiducia dall’inizio della legislatura è l’ultimo dei nostri problemi”. “In questo testo tornano in voga le mancette, mentre i fondi di cui vi siete vantati erano di fatto prestati dalle banche”, afferma Pagano, criticando la premier Meloni per aver tradito promesse elettorali come l’abolizione della legge Fornero. “Avete deciso di far pagare il conto ai più poveri e ai pensionati, mentre trovavate 113 miliardi per micro-mance vergognose”, accusa, denunciando i tagli alla sanità pubblica e l’aumento delle accise.
Gianmauro Dell’Olio del Movimento 5 stelle definisce la legge di bilancio “la peggiore che abbia mai visto”. Attacca la maggioranza per aver dedicato il 60% della Manovra alla semplice conferma del taglio del cuneo fiscale, senza ulteriori benefici per i ceti medio-bassi, e per aver bocciato un emendamento del M5S per incrementare le pensioni minime. “Avete creato un fondo a Palazzo Chigi da mezzo milione di euro per aumentare le indennità dei ministri, mentre continuate a penalizzare il Sud con il depotenziamento della decontribuzione Sud”, dichiara Dell’Olio, criticando il flop del concordato fiscale e le previsioni economiche del governo già smentite da Istat e Bankitalia. “Siamo a 21 mesi consecutivi di calo della produzione industriale, e voi non vi ponete domande. Questo governo non avrà mai la fiducia del M5S”, conclude.
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