Pitto: “Non c’è correlazione tra calo del commercio con il Far East e guerre in Ucraina e Medio Oriente”

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I conflitti in corso in Ucraina e Medio Oriente stanno frenando il commercio con il Far East? “I conflitti in corso – risponde il presidente di Fedespedi, Alessandro Pitto – hanno un inevitabile impatto su economia e commercio mondiale. In particolare, i traffici marittimi subiscono ormai da un anno gli effetti negativi connessi alla sostanziale chiusura dell’area del Mar Rosso ai transiti marittimi e che si esplicitano in un notevole allungamento delle rotte marittime, in un aumento nei costi del trasporto e del carburante, in un calo della affidabilità e della puntualità dei servizi di linea. Non credo però che questi conflitti possano direttamente correlarsi ad un calo del commercio con il Far East, che risente molto più dell’andamento dell’economia della Cina e dell’affermarsi di politiche protezionistiche”.

Quale ruolo possono giocare gli spedizionieri per facilitare i traffici dei loro clienti?

“Come sempre, gli spedizionieri possono agire come facilitatori chiave in un contesto geopolitico complesso come quello attuale, attraverso: diversificazione delle rotte, offrire soluzioni alternative per evitare zone di conflitto, ad esempio usando rotte più sicure o porti alternativi; digitalizzazione, implementare strumenti per migliorare la tracciabilità e ridurre i rischi legati ai ritardi o alle interruzioni; consulenza logistica, supportare i clienti nell’ottimizzazione delle loro strategie di import-export, aiutandoli a minimizzare costi e rischi”.

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La Via della seta sarà sostituita col nuovo accordo sul Corridoio indo-mediterraneo?

“A margine del G-20 di Delhi del settembre 2023 è stata annunciata la costituzione dell’India-Middle East-Europe Corridor (Imec). E’ evidente l’intenzione di sostituire la Via della seta promossa dalla Cina e dalla quale si sono progressivamente sfilati i partner europei che vi avevano aderito o stavano per farlo, fra cui l’Italia. L’obiettivo dell’Imec è quello di costruire una rete ferroviaria e portuale e, successivamente, una rete di cavi digitali ed elettrici, nonché di un condotto ad idrogeno pulito. Anche questo corridoio non è però indenne dalle recenti tensioni militari nell’area mediorientale, visto che prevede l’impiego di porti come Jebel Ali negli Emirati Arabi Uniti, e Haifa, in Israele”.

I conflitti militari si combattono ormai anche sul web: siete preoccupati per la cibersicurezza della vostra attività?

“La cibersicurezza è una priorità crescente per cittadini, imprese e istituzioni. Non a caso il 7 gennaio scorso è entrato in vigore il regolamento Ue 2023/2481 sulla cibersicurezza e il 18 ottobre scorso è entrata in vigore la Direttiva comunitaria Nis2 sulla cibersicurezza delle aziende in settori ritenuti critici, tra cui anche il trasporto. Attacchi ransomware e sabotaggi digitali sono rischi reali per le aziende logistiche, che devono implementare sistemi di cybersecurity avanzati, come firewall, crittografia e sistemi di rilevamento delle intrusioni, ma anche educare il personale sulle buone pratiche di sicurezza informatica e sulla capacità di individuare attacchi potenziali”.

L’agenda internazionale (per quanto riguarda sia i conflitti, sia la transizione energetica) è cambiata con le elezioni americane?

“E’ ancora presto per esprimere un parere, ma non c’è dubbio che le posizioni espresse in campagna elettorale dal presidente Trump facciano presagire un deciso cambio di rotta rispetto all’amministrazione Biden. Il rapporto tra Usa, Europa e Cina potrebbe ridefinire le dinamiche delle rotte e dei mercati globali”.

Qual è la richiesta dei vostri clienti per quanto riguarda la transizione energetica?

“I nostri clienti sono sempre più impegnati nella riduzione delle emissioni di Co2 equivalenti, con particolare riferimento alle emissioni rientranti nell’ambito del cosiddetto Scope 3, cioè quelle prodotte a monte e a valle della catena del valore dell’azienda e direttamente legate alla logistica. Cresce sempre di più la richiesta di soluzioni di trasporto sostenibili, di capacità di misurazione delle emissioni secondo standard internazionalmente riconosciuti. Le imprese di spedizione stanno rispondendo a queste esigenze attraverso un’offerta articolata che prevede trasporti a basse emissioni: grazie a mezzi elettrici, carburanti alternativi o trasporto ferroviario; compensazione delle emissioni: tramite soluzioni per calcolare e compensare l’impronta di carbonio; digitalizzazione: automazione e sistemi per ottimizzare i percorsi, riducendo il consumo di energia”.

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