Irpef a tre aliquote anche nel 2025: la Legge di Bilancio 2025 ha reso strutturali le tre aliquote e relativi scaglioni dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Nel 2025, in ogni caso c’è qualche novità di rilievo nel calcolo dell’Irpef causata dal novità nelle detrazioni e da altre piccole modifiche. Cosa cambia?
L’intento di ogni modifica che riguarda l’Irpef è quello di abbassare la pressione fiscale che grava sui lavoratori. Era stato annunciato anche un taglio dell’Irpef del ceto medio con un abbassamento della seconda aliquota dal 35% al 33%: i pochi fondi a disposizione e la riapertura dei termini del concordato preventivo non hanno reso possibile la modifica in questione che, per ora, è rimandata. Le aliquote Irpef, pertanto, restano le stesse che sono in vigore nel 2024.
Irpef 2025, cosa cambia e cosa rimane uguale?
La Legge di Bilancio 2025 rende strutturale l’Irpef a tre aliquote che nel 2024 era solo sperimentale. L’intervento ha, quindi, confermato le novità 2024 anche per il 2025 e per gli anni successivi.
Nel 2024 sono state introdotte tre importanti novità che hanno investito l’Irpef, ovvero:
- equiparazione della no tax area di dipendenti e pensionati: le detrazioni spettanti aumentare da 1.880 euro a 1.955 euro.;
- accorpamento del primo e secondo scaglione di reddito sotto un’unica aliquota;
- introduzione di una franchigia di 260 euro sulle detrazioni al 19%, escluse però le spese sanitarie: destinatari dell’intervento sono coloro che hanno un reddito superiore a 50.000 euro che non beneficiano in alcun modo della novità 2024, visto che il risparmio massimo previsto, di 260 euro, è annullato dalla [franchigia prevista sulle detrazioni al 19%.
Nel 2025 sono stati confermate solo due di queste novità, mentre la terza non è stata prorogata. Vediamo nel dettaglio.
Irpef 2025, come cambiano aliquote e scaglioni?
Nel 2025 le aliquote Irpef rimangono invariate rispetto all’anno precedente e saranno, quindi, così strutturate:
- 23% sui redditi fino a 28.000 euro;
- 35% sui redditi compresi tra i 28.000 e i 50.000 euro;
- 43% sui redditi che superano i 50.000 euro.
Nella seguente tabella possiamo vedere l’evoluzione degli scaglioni di reddito e delle aliquote Irpef dal 2023 a oggi.
Scaglioni di reddito 2023 | Aliquote Irpef 2023 | Scaglioni di reddito 2024/2025 | Aliquote Irpef 20242025 |
---|---|---|---|
fino a 15.000 euro | 23% | fino a 28.000 euro | 23% |
da 15.000 a 28.000 euro | 25% | abolito | abolita |
da 28.000 a 50.000 euro | 35% | da 28.000 a 50.000 euro | 35% |
oltre 50.000 euro | 43% | oltre 50.000 euro | 43% |
Irpef 2025: esempi di applicazione delle nuove aliquote
Come si calcola l’Irpef nel 2025, applicando le relative aliquote? Supponiamo che un lavoratore dipendente abbia un reddito di 32.000 euro lordi. L’Irpef dovuta va calcolata nel seguente modo:
- 23% sui primi 28.000 euro di reddito (6.440 euro);
- 35% sui restanti 4.000 euro di reddito (1.400 euro).
Sui 7.840 euro di Irpef dovuta, poi, bisogna applicare detrazioni e deduzioni spettanti e addizionali comunali e regionali all’Irpef.
Per comprendere meglio come funzionano le aliquote Irpef 2025, facciamo un altro esempio su un contribuente con reddito di 56.000 euro. In questo caso si applica:
- 23% sui primi 28.000 euro di reddito (6.440 euro);
- 35% sui successivi 22.000 euro di reddito (7.770 euro);
- 43% sui restanti 6.000 euro di reddito (2.580 euro).
Anche in questo caso, però, bisogna applicare detrazioni, deduzioni e addizionali regionali e comunali per avere un’idea di quale sia l’imposta netta da pagare.
Come sono cambiano detrazioni Irpef nel 2025?
Per i lavoratori dipendenti le detrazioni da lavoro restano invariate a 1.955 euro.
La Legge di Bilancio 2025, però, introduce importanti novità per quel che riguarda:
- detrazioni figli a carico;
- detrazioni altri familiari a carico;
- detrazioni per oneri e spese.
Per chi ha reddito superiori a 50.000 euro viene meno la franchigia di 260 euro che annullava, nel 2024, i benefici dell’Irpef a tre aliquote. Ma cambiano le altre detrazioni e le modifiche sono abbastanza importanti.
Per quel che riguarda le detrazioni per i figli a carico, la Legge di Bilancio 2025 le limita ai figli che hanno compiuto i 21 anni e sono fuori dal perimetro di azione dell’assegno unico, ma le consente fino al compimento dei 30 anni. Per i figli, anche se sono a carico, che superano questa età le detrazioni non possono più essere fruite (unica eccezione è rappresentata dai figli disabili per i quali le detrazioni spettano indipendentemente dall’età).
Cambiano anche le detrazioni per altri familiari a carico: fuori dal perimetro di azione del beneficio fratelli e sorelle, le detrazioni possono essere richieste solo per gli ascendenti (genitori e nonni).
La modifica più importante, però, la hanno subita le detrazioni per oneri e spese, quelle al 19%, al 36%, al 50%. Per le detrazioni sulle spese sostenute, con l’eccezione delle spese sanitarie, è posto un limite pari a:
- 14.000 euro per chi ha redditi tra 75.000 e 100.000 euro;
- 8.000 euro per chi ha redditi oltre i 100.000 euro.
Questa detrazione limite va, poi, moltiplicata per un coefficiente che varia in base al numero di figli a carico e nello specifico:
- 0,50 per chi non ha figli a carico;
- 0,70 per chi ha un figlio a carico;
- 0,85 per chi ha due figli a carico;
- 1 per chi ha più di due figli a carico o almeno un figlio disabile.
Aliquote Irpef 2025, come cambia la no tax area?
Le aliquote Irpef 2025 non hanno effetto sulla no tax area che resta invariata rispetto all’anno precedente..
Anche nel 2025 le detrazioni di dipendenti e pensionati sono equiparate a 1.955 euro, anche la no tax resta, quindi, invariata a 8.500 euro per i lavoratori dipendenti e per i pensionati. Per i lavoratori autonomi, invece, la no tax area resta confermata a 5.500 euro.
Nuove aliquote Irpef 2025 e calcolo del trattamento integrativo
Il trattamento integrativo spetta a tutti i lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito fino a 15.000 euro a patto che l’imposta dovuta sia superiore alle detrazioni da lavoro spettante. La regola generale, quindi, vuole che il trattamento integrativo spetti solo a chi ha capienza fiscale.
La regola di calcolo resta invariata rispetto all’anno precedente e prevede che per la spettanza dei 100 euro in busta paga è necessario che l’imposta dovuta sia superiore alle detrazioni spettanti a cui sottrarre l’importo di 75 euro (riproporzionato in base al periodo di anno lavorato).
Questo correttivo nel calcolo, che non impatta minimamente sui lavoratori, è stato necessario per garantire a tutti i beneficiari che percepivano il trattamento integrativo nel 2023 di continuare a vederselo erogare anche nel 2024, e di conseguenza nel 2025.
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