Nel dramma di Edoardo Bove c’è la lezione di Sky Sport a Dazn

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I minuti, lunghissimi, durante i quali si è consumato il dramma di Edoardo Bove, calciatore che si è accasciato a terra nel corso della partita Fiorentina-Inter, sono serviti anche a una sintesi efficace di come funzioni il giornalismo sportivo televisivo in Italia. Oltre a quelle immagini tristemente familiari al telespettatore di calcio, il clamore e l’apprensione dei calciatori in campo durante i soccorsi, il triste rituale dello  “scudo” visivo per proteggere dalle telecamere l’atleta, c’è stata dimostrazione della netta differenza tra Sky Sport e Dazn.

Il caso ha voluto che la partita di Serie A delle 18 di domenica 1 dicembre fosse seguita da entrambe le piattaforme e il racconto dell’emergenza per quanto accaduto al centrocampista della Fiorentina (qui gli ultimi aggiornamenti sulle sue condizioni di Bove) è finito plausibilmente sotto la lente di ingrandimento dell’analisi di abbonati alle due piattaforme, nonché dei commenti comparsi sui vari social network nelle ore successive. Se la reazione dei rispettivi telecronisti non è stata dissimile, con lunghi silenzi intervallati da informazioni che, proprio per la natura del momento, non potevano che essere frutto di confusione e caos, a tracciare una differenza netta tra Dazn e Sky è stato il servizio giornalistico offerto al pubblico una volta accertata la sospensione della partita, quindi il rinvio.

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A Dazn dopo alcuni minuti Piergluigi Pardo e Dario Marcolin hanno dovuto chiudere il collegamento, con una schermata totale dalla tribuna dello stadio vuoto e la dicitura di “partita sospesa” prima e “partita rinviata” poi. Il telecronista ha provato proseguito fornendo alcuni aggiornamenti di agenzie e comunicati ufficiali, in difficoltà per responsabilità non sue, di fatto privo di un sostegno dall’esterno dello stadio Franchi e di uno studio dal quale si potessero gestire gli aggiornamenti continui, le notizie da verificare e le svariate interpretazioni sulla vicenda, più o meno attendibili.

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Dall’altra parte Sky Sport ha accompagnato lo spettatore nel momento di shock. La telecronaca di Maurizio Compagnoni con il commento di Luca Marchegiani si è ovviamente interrotta pochi minuti dopo i fatti, anche qui per problematiche evidenti nel fornire ulteriori aggiornamenti. Tempestiva l’organizzazione dello studio, con Giorgia Cenni a dettare i tempi di una fase concitata, prima di lasciare spazio a Fabio Caressa, con Bergomi e Marocchi, per l’appuntamento con il Club che avrebbe dovuto precedere il posticipo Lecce-Juventus. In un momento di comprensibile stress lavorativo, in diretta, per riempire il vuoto della partita sospesa, della paura per l’orribile scena vista in campo e dell’attesa per conoscere le condizioni del calciatore, il conduttore ha gestito i collegamenti con gli inviati, compresa Vanessa Leonardi dall’ospedale dove Bove era stato portato.

Il confronto Sky-Dazn, il caso Pino Daniele

Inevitabili le polemiche scaturite tra gli abbonati Dazn e, dall’altra parte, gli elogi al lavoro di Sky Sport. Questo evento si inserisce all’interno della più ampia cornice di confronto tra le piattaforme. Sette giorni prima la polemica era in un certo senso ribaltata, per ragioni decisamente marginali rispetto alla vicenda Bove, ovvero la mancata trasmissione da parte di Sky del momento collettivo al Maradona di Napoli dedicato a Pino Daniele, di cui appunto Dazn aveva esclusiva.

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I tagli a Dazn e le polemiche dei giornalisti

Nel caso specifico del dramma di Edoardo Bove, tuttavia, viene fuori un gap strutturale tra Sky Sport e Dazn, che non è solo frutto dell’idea di servizio offerto, ma anche di una storia. Pluridecennale nel primo caso, con una squadra strutturata, una rete consolidata e una maggiore esperienza degli interpreti. Dall’altra viene fuori la natura acerba del progetto Dazn, nato già grande e chiamato a grandi responsabilità visto l’ingresso in Italia improvviso di qualche anno fa. Squadra per altro condizionata da pesanti tagli dei mesi scorsi di cui avevamo parlato, con la decisione dell’azienda di liberarsi di 14 dei 32 giornalisti, con l’effetto inevitabile di uno snellimento del servizio offerto e conseguenti proteste del cdr di redazione, che in un comunicato commentava il nuovo piano redazione giudicandolo come “un evidente passo indietro rispetto al passato, visto che prevede che solo 5 partite su 10 per ogni giornata di Serie A siano coperte da giornalisti di Dazn inviati sul posto”. La sensazione è che un’emergenza come quella di ieri abbia evidenziato il principale nodo della piattaforma, ancora molto giovane, che da anni deve fronteggiare critiche dovute a problemi tecnici e limiti, costretta dalle circostanze a presentarsi più adulta di quanto non fosse.

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“L’avvenire è dei curiosi di professione”, recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia.
Renzo Arbore è il mio profeta.





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