Il Natale ci aiuti a riscoprire il significato autentico della speranza

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«Veniva nel mondo la vera luce, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9)

Il Natale è il tempo in cui celebriamo una nascita che ha cambiato la storia e continua a essere fonte di salvezza e speranza per l’umanità. Questo giorno speciale ci invita non solo a riflettere sul mistero dell’Incarnazione, ma anche a ritrovarci come comunità, uniti dalla missione che ci accomuna: annunciare il Vangelo, servendo chi è più fragile e bisognoso.

Il nostro lavoro quotidiano ci immerge profondamente nella vita della città di Roma, con le sue bellezze e le sue contraddizioni. Proprio per questo, il tempo dell’Avvento e del Natale ci offre un’occasione preziosa per riscoprire il significato profondo di tre parole che sono pilastri del nostro agire: gratuità, prossimità e solidarietà. Questi valori, che dovrebbero guidare ogni nostra azione, rischiano di sembrare scontati, ma nel contesto attuale acquisiscono un’urgenza rinnovata.

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Mentre ci prepariamo a festeggiare, il nostro pensiero va a coloro che vivono momenti di sofferenza o difficoltà. Nell’anno appena trascorso, molti hanno affrontato perdite, malattie, crisi familiari o fallimenti personali. A ciascuno di loro desideriamo offrire il nostro supporto concreto e la nostra vicinanza, perché il Natale è anche questo: un invito ad essere più attenti al prossimo, a partire da coloro che ci sono più vicini e che riempiono il nostro quotidiano, donando noi stessi con generosità e cuore aperto.

Quest’anno, la celebrazione del Natale si inserisce in un tempo speciale, che culminerà nell’apertura del Giubileo della Speranza 2025. Mai come oggi, in un mondo segnato da conflitti, disuguaglianze e incertezze, abbiamo bisogno di riscoprire il significato autentico della speranza. Essa non è un semplice sentimento, ma una forza interiore in grado di tradursi in parole, gesta e scelte che ci spinge a guardare oltre il presente, verso un futuro possibile di giustizia e pace. È un’àncora per i momenti difficili, una bussola che orienta il nostro cammino anche nelle tempeste più oscure.

Come Caritas, il Giubileo rappresenta per noi una straordinaria opportunità. Saremo chiamati ad accogliere pellegrini da tutto il mondo, che cercheranno nei nostri servizi un’esperienza di incontro con i poveri e con il volto di Cristo. Guardiamo loro con dolcezza, doniamo loro una ospitalità gentile, possono donarci molto! Allo stesso tempo, ci viene affidata la responsabilità di promuovere segni concreti di carità, contribuendo a dare risposte a molteplici forme di povertà diffuse nella nostra città: dall’emergenza abitativa alla solitudine di molti, a partire dagli anziani e dai giovani; dalla povertà alimentare alla mancanza di opportunità lavorative; dalla povertà educativa a quella di chi nelle carceri si trova a scontare una pena, senza dimenticare chi a volte vi lavora con grandi difficoltà; dalla povertà sanitaria a quella climatica

Ciascuno di noi, nel proprio ambito di impegno, è invitato a farsi promotore di segni di speranza. Già coltivare e parlare di speranza è un segno di speranza in un contesto così difficile fatto di 56 guerre in corso nel mondo; di svariate decine di milioni di migranti obbligati ad esserlo dalla povertà, dai conflitti armati e dagli stravolgimenti climatici; di tanta violenza che addensa le cronache quotidiane; di milioni di posti di lavoro in pericolo o in gravi condizioni di precarietà. È a partire dal piccolo gesto quotidiano, dall’attenzione al dettaglio nelle relazioni; dalla disponibilità a condividere qualche risorsa, qualche abilità che abbiamo che possiamo manifestare l’amore di Dio e tradurre in pratica la nostra fede. In questo modo, il Natale diventa non solo una celebrazione, ma un’occasione per rinnovare il nostro slancio missionario e il nostro impegno verso chi è meno fortunato.

Concludo con un augurio che nasce dal cuore: che questo Santo Natale sia per tutti voi fonte di gioia e serenità. Che il Bambino Gesù, insieme alla protezione della Vergine Maria Salus Populi Romani, vi doni la forza di abbandonarvi fiduciosamente all’amore di Dio Padre, superando angosce e paure per l’oggi e per il domani. Possiamo così essere, nel Giubileo della Speranza e oltre, testimoni appassionati di carità e promotori instancabili di segni concreti di speranza.

 

Giustino Trincia
Direttore della Caritas diocesana di Roma



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