“È come se non fossi mai andato via dalla mia terra”

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Si è appena concluso, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, il tour di Testimone d’accusa, la celebre opera teatrale di Agatha Christie che fino a pochi giorni fa non era mai stata messa in scena in Italia. Protagonista sul palco, insieme a Vanessa Gravina, l’attore palermitano Giulio Corso, noto anche per i suoi ruoli ne Il paradiso delle signore, Squadra antimafia e I Leoni di Sicilia, che a Be Sicily Mag ha parlato di questa esperienza e non solo.

Giulio Corso in “Testimone d’accusa” di Agatha Christie

Com’è tipico delle opere di Agatha Christie, Testimone d’accusa è ricco di tensione e colpi di scena. La storia prende il via con l’uccisione di una ricca vedova e a esserne accusato è il suo ex amante nonché erede. Contro di lui testimonierà la sua stessa moglie. Nei teatri italiani i due sono stati interpretati da Giulio Corso e Vanessa Gravina, già colleghi nella celebre fiction Rai, Il Paradiso delle Signore

L’attore palermitano ha lavorato molto per interpretare il suo Leonard Vole. “Nella fase dello studio ci si fa tutte le domande del caso e si crea quella che noi chiamiamo la struttura. Su quella poi, piano piano, il lavoro dell’interprete cresce. Dopo tre anni il divertimento è maggiore”. Ne è valsa indubbiamente la pena. “Il mio personaggio difende con le unghie e con i denti la sua verità. Ha una grande ironia ma racconta un dramma potente, quello di chi è messo alla gogna e rischia l’impiccagione nonostante si professi innocente. Nel corso del tempo, l’idea del personaggio è maturata in me. Oggi nei suoi panni mi diverto moltissimo”.

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Giulio Corso ha avuto al suo fianco Vanessa Gravina, che definisce “una compagna di scena molto generosa e simpatica, oltre che un’interprete eccellente”. Insieme, i due hanno saputo portare in scena per più di un anno il ritmo calzante del giallo della Agatha Christie e i suoi personaggi misteriosi e ricchi di sfaccettature.  

Gli interpreti hanno divertito anche il pubblico, che ha vissuto con grande coinvolgimento sia il dramma che i momenti più leggeri e ironici dell’opera. Come succedeva anche a Londra, inoltre, ad ogni replica, sei spettatori hanno avuto la possibilità di salire sul palco ed entrare effettivamente a far parte della rappresentazione nelle vesti di giuria popolare. Un aspetto molto divertente. “Il pubblico la vive in maniera molto particolare. C’è chi la prende più seriamente, chi più giocosamente. In linea di massima si respira una forte tensione durante lo spettacolo, quindi anche dal palco sei particolarmente coinvolto. È una serata speciale”.

Il legame di Giulio Corso con la Sicilia

A rendere ancora più speciali le ultime serate di Giulio Corso nei panni di Leonard Vole ci ha pensato l’ambientazione. “Il fatto che essere in Sicilia coincida con la chiusura dello spettacolo mi è piaciuto molto. Il teatro è casa, ma quando lo si fa letteralmente nel luogo in cui sei nati è ancora più bello. Concludere il tour di Testimone d’Accusa qui mi inorgoglisce. Sono felice che siano i miei conterranei a vedere la conclusione di questo bel viaggio. Siamo stati ad Agrigento e abbiamo chiuso a Messina, al Vittorio Emanuele, un teatro bellissimo che conoscevo ma in cui non avevo mai recitato. Qui sono stato ancora più felice anche per la presenza dei miei genitori”.

E sulle sue origini: “Sono sempre profondamente siciliano, non me ne sono mai andato realmente”. Nonostante gli anni a Roma e le numerose esperienze su set e teatri diversi “il cordone ombelicale con la Sicilia non si è mai rotto”, ha spiegato Giulio Corso a proposito dell’amore per la sua terra. A proposito di legami importanti, l’attore oggi è anche papà del piccolo Edoardo, al quale vuole far conoscere fino in fondo le proprie radici. “È molto importante per me che mio figlio conosca la cultura del posto dove sono nato e che mi ha nutrito per tutta la vita. Ho sempre preso il bene e il male di questi luoghi e li ho tradotti in quella che è la mia esperienza. In assoluto penso che la Sicilia sia un posto meraviglioso”.

Giulio Corso: la carriera e la speciale esperienza ne “I Leoni di Sicilia”

Dopo ruoli in serie come Il paradiso delle signore, Squadra antimafia e Lunapark, ultimamente Giulio Corso è sbarcato anche al cinema con Maschile Plurale e ha preso parte alla serie evento I Leoni di Sicilia, con Michele Riondino e Miriam Leone. Nel raccontare la propria carriera, l’attore ha ammesso di nutrire sempre la volontà di “entrare in contatto sincero e onesto” con ogni personaggio che interpreta.

La produzione de I Leoni di Sicilia ha rappresentato in particolare un’esperienza particolarmente importante. Nella serie di Paolo Genovese, tratta dall’omonimo romanzo di Stefania Auci che narra le vicende della famiglia Florio, Giulio Corso ha interpretato proprio il patriota rivoluzionario palermitano Giuseppe La Masa. “Mi ha permesso di scoprire la storia dei moti rivoluzionari di Sicilia del 1848. Conoscevo già la storia della rivoluzione, ma metterla in scena mi ha permesso di approcciarmi ad essa in modo più intimo”.

I nuovi volti di Giulio Corso: da “Che Dio Ci Aiuti” a “Moby Dick”

Giulio Corso ha infine anticipato a Be Sicily Mag i suoi programmi per il futuro. Prossimamente l’attore palermitano tornerà in televisione con l’ottava stagione di Che Dio Ci Aiuti, le cui riprese sono iniziate lo scorso giugno a Roma. La serie, infatti, si è spostata da Assisi alla capitale. Il set non sarà più un convento, ma una casa di accoglienza. L’attore affianca quindi Francesca Chillemi, anche lei siciliana e protagonista assoluta della fiction di Rai 1, insieme alla new entry Giovanni Scifoni. Il rinnovato cast finirà di girare a gennaio. A teatro, invece, ricoprirà il ruolo di Starbuck nel Moby dick di Guglielmo Ferro, con Moni Ovadia nei panni di Capitan Acab.





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