Lively e l’effetto della “campagna diffamatoria” di Baldoni

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L’attrice Blake Lively ha citato in giudizio Justin Baldoni, co-protagonista e regista di It Ends With Us, sostenendo che lui e il suo team abbiano messo in atto una campagna diffamatoria per infangare la sua reputazione dopo l’uscita della pellicola. Campagna che, secondo gli avvocati di Lively, avrebbe anche fatto subire un duro colpo alle iniziative commerciali della star di Gossip girl.

L’attrice hollywoodiana ha denunciato inoltre i dirigenti dei Wayfarer Studios (che hanno prodotto il film) per molestie sessuali e per presunte diffamazioni. Il tutto è avvenuto mesi dopo che alcuni fan la avevano attaccata accusandola di essere prepotente e intrattabile sul posto di lavoro.

Le voci sono iniziate ad agosto, quando l’adattamento cinematografico dell’omonimo bestseller ha debuttato nelle sale. I fan si erano subito resi conto che Lively, il cui ruolo è quello della protagonista Lily Bloom, non aveva fatto alcuna pubblicità al fianco di Baldoni, co-protagonista nel ruolo di Ryle Kincaid.
Gli investigatori di Internet hanno iniziato a condividere le loro teorie su siti come Reddit, TikTok e Instagram, e Lively è stata rapidamente colpiti da una serie massiccia di attacchi online. I commentatori si sono attaccati a tutto: ad esempio hanno criticato l’attrice per aver parlato nelle interviste del nuovo film, incentrato sulla violenza domestica, con un tono insolitamente ottimista. E hanno anche trovato vecchi spezzoni di interviste in cui Lively appariva scostante o irascibile.

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Ma, come dimostrano nuovi documenti portati alla luce dal New York Times questo fine settimana, la percezione dei fan potrebbe non essere stata del tutto corretta. I giornalisti del NYT, basandosi sulle comunicazioni tra gli agenti e le società di PR per gestire situazioni di crisi assunte da Baldoni e dal suo team durante il press tour, hanno affermato che Lively è stata probabilmente vittima di una campagna diffamatoria online attentamente studiata (il team di Baldoni comprendeva Melissa Nathan, un’esperta di gestione delle crisi che ha rappresentato Drake, Travis Scott e Johnny Depp, oltre a Jennifer Abel, un’altra dirigente specializzata in pubbliche relazioni). Baldoni e l’amministratore delegato di Wayfarer Jamey Heath, tra gli altri dirigenti, sono accusati di molestie sul set; le accuse vanno da Baldoni che improvvisa scene di baci intimi e irrompe nella roulotte di Lively mentre lei è svestita, a discussioni sulla sua vita sessuale e sulla pornografia, fino all’assunzione di un suo amico come ginecologo in una scena in cui il personaggio di Lively, quasi nuda per la scena, sta partorendo. Bryan Freedman, l’avvocato di Baldoni, Heath e Wayfarer Studio, in una dichiarazione rilasciata al Times, ha definito le accuse contro i suoi clienti “completamente false, oltraggiose e intenzionalmente pungenti, fatte con l’intento di ferire pubblicamente e di riproporre un certo tipo di narrazione ai media”. I rappresentanti di Lively e Baldoni non hanno risposto alle richiesta di commento di Fortune.

Secondo un insider, le vendite di Blake Brown potrebbero essere calate di quasi il 90% in seguito alla vicenda

Negli atti giudiziari di Lively le azioni della società di PR di Baldoni sono state definite “astroturfing”, per descrivere la semina strategica di opinioni e contenuti negativi sull’attrice nei forum online. Oltre alla ricaduta personale che la campagna diffamatoria ha comportato, le iniziative commerciali di Lively hanno subito un duro colpo: la sua nuova linea di prodotti per capelli, da sola, potrebbe aver subito un calo delle vendite di quasi il 90%. Sulla base di proiezioni interne sulle vendite, gli avvocati dell’attrice hanno dichiarato che “l’improvvisa e inaspettata campagna mediatica negativa” ha fatto crollare le vendite al dettaglio dei prodotti Blake Brown tra il 56% e il 78%.

Prima dell’inizio della “campagna di manipolazione sociale”, hanno fatto notare i legali della star, Blake Brown, che aveva generato un valore di 16 milioni di dollari in termini di impatto mediatico in una sola settimana, era “il più grande lancio di prodotti per capelli mai registrato da Target”. Secondo Puck, nelle prime tre settimane e mezzo di presenza sugli scaffali di Target, le vendite del marchio di Lively hanno sfiorato i 5 milioni di dollari, “un forte debutto per qualsiasi marchio di bellezza, di celebrità o meno”.
Poi è arrivato il calo. Secondo due fonti interne che hanno parlato con Puck, “le vendite settimanali di Blake Brown Beauty presso Target sono calate di oltre l‘87% tra l’11 agosto, quando le vendite hanno raggiunto il picco, e il 15 settembre”. Si tratta di una cifra addirittura superiore a quella ipotizzata dagli avvocati di Lively.

“Questo drastico calo era completamente in contrasto con gli alti punteggi di soddisfazione che i prodotti Blake Brown avevano ricevuto nei test condotti sui consumatori prima del lancio o con il successo iniziale dopo il lancio”, hanno scritto. I rappresentanti di Target non hanno risposto alla richiesta di commento di Fortune.

Ci sono poi altre conseguenze della diffamazione: Lively è stata costretta ad allontanarsi un po’ dai social network. Non è dunque solo la percezione dell’opinione pubblica ad aver influito sulle varie iniziative commerciali di Lively: il contraccolpo ha anche costretto la 37enne, sposata con l’attore Ryan Reynolds, a nascondersi. “Gli effetti sulla sua vita professionale sono stati immediati e sostanziali”, hanno scritto i suoi avvocati. “Lively non credeva di poter procedere con apparizioni o eventi pubblici senza essere costretta a parlare apertamente di quanto accaduto sul set”.

Ad esempio, il legale ha scritto che Lively ha cancellato un evento aziendale da Target per la sua nuova linea di prodotti per capelli e si è tirata indietro per la prima puntata della 50esima stagione del Saturday Night Live.
Nessuna delle attività di Lively “ha potuto svolgersi normalmente, come prima”, hanno aggiunto gli avvocati.
In prospettiva, resta da vedere come se la caveranno gli affari di Lively, che comprendono anche le linee di bevande Betty Buzz e Betty Booze. Fortunatamente per l’attrice oggi il web, dopo la notizia della causa, è di nuovo schierato a suo favore.

Questa storia è stata pubblicata originariamente su Fortune.com

Foto LIA TOBY – GETTY IMAGES

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