Minoranze. Più autonomia culturale con i nuovi Criteri di finanziamento

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Il Consiglio per le minoranze nazionali ha approvato i nuovi Criteri di finanziamento per lo sviluppo delle attività delle etnie.
Foto: Sanjin Strukic/PIXSELL

Il Consiglio per le minoranze nazionali della Repubblica di Croazia ha recentemente adottato i nuovi Criteri per il finanziamento e la contrattazione dei programmi per la realizzazione dell’autonomia culturale delle etnie. I Criteri sono stati adottati con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente e risolvere importanti questioni di indirizzo programmatico, di contenuti e di modo di lavorare delle associazioni minoritarie nel campo dello sviluppo dell’autonomia culturale come una delle aree più significative per la realizzazione dei diritti delle Comunità nazionali. Facciamo il punto sulle importanti novità con Ida Balić, viceresponsabile del Servizio tecnico del Consiglio per le minoranze nazionali, in un’intervista concessa all’agenzia Stina.

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I Criteri, come rileva l’agenzia Stina, offrono la possibilità di una serie di nuovi contenuti come la creazione di pagine web, le registrazioni digitali di suoni e immagini, la realizzazione di documentari sulla storia e il patrimonio culturale di alcune minoranze nazionali, ma anche un bando di gara e procedure semplificate, scadenze più rapide per la gestione delle domande e dei finanziamenti ricevuti, maggiori fondi per singoli obiettivi e capitoli di spesa, ma anche maggiore responsabilità e trasparenza del lavoro di tutte le parti interessate nell’attuazione dei programmi per l’autonomia culturale delle etnie.

Il Consiglio per le minoranze nazionali della Repubblica di Croazia, nella sua 108esima sessione, ha adottato i nuovi Criteri per il finanziamento e l’attuazione dei programmi per la realizzazione dell’autonomia culturale delle minoranze nazionali. Quali sono state le ragioni principali che hanno portato all’adozione dei nuovi criteri?
“I Criteri erano stati modificati e integrati già due anni fa. Dall’adozione della Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali nel 2002 e dei primi criteri nel 2003, ci sono state sei modifiche alle regole di finanziamento. Da tempo, quindi, si sentiva la necessità di creare un testo nuovo e completo di questo atto giuridico importantissimo per la realizzazione dell’autonomia culturale delle minoranze nazionali, proprio con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente e risolvere importanti questioni di profilazione programmatica dei contenuti e del modo di lavorare delle associazioni minoritarie per lo sviluppo dell’autonomia culturale come uno degli ambiti più significativi dell’esercizio dei diritti delle etnie. In questo contesto, abbiamo ritenuto che si dovessero creare opportunità per nuovi programmi e contenuti legati all’autonomia culturale, che le procedure previste dal bando stesso dovessero essere quanto più semplici, ma anche quanto più efficienti. Inoltre, è necessario garantire scadenze sempre più brevi per la disamina delle domande e quindi per il finanziamento stesso dei programmi approvati, e in particolare garantire una responsabilità e una trasparenza ancora maggiori nel lavoro e nella spesa dei fondi pubblici da parte di tutti i soggetti interessati alla realizzazione dell’autonomia culturale delle minoranze nazionali”.

Come sono stati concepiti i nuovi Criteri? Su che cosa è stata posta l’enfasi?
“Innanzitutto sono espressamente elencati i tipi di programmi per la realizzazione dell’autonomia culturale delle minoranze nazionali, per i quali vengono garantiti e distribuiti attraverso il Consiglio per le etnie i fondi del bilancio statale della Repubblica di Croazia. Esistono tre tipi di programmi: programmi di autonomia culturale, che comprendono i campi dell’informazione, dell’editoria, del dilettantismo culturale e delle manifestazioni culturali, poi programmi risultanti da accordi e trattati bilaterali sui diritti delle minoranze nazionali, e infine programmi che creano i prerequisiti per la realizzazione dell’autonomia culturale della minoranza nazionale”.

Contenuti innovativi
Cosa comprende la prima e più ampia parte dei programmi di autonomia culturale nel campo dell’informazione, dell’editoria, dell’attività amatoriale e delle manifestazioni culturali? Vengono offerti nuovi contenuti?
“Con il programma di autonomia culturale vengono innanzitutto definiti alcuni punti di partenza per ciascuna delle quattro tipologie di programmi. Per i programmi d’informazione è pertanto previsto che possa trattarsi di giornali e altra stampa con una tiratura superiore a 200 copie per numero. Sono accettabili anche programmi relativi alla creazione e alla modifica di pagine web, nonché di pubblicazioni elettroniche e di registrazioni digitali (audio o immagini). In questo caso è chiaramente aperta la possibilità di finanziare documentari su una determinata minoranza nazionale, nonché documentari sul lavoro di una determinata associazione, come ha chiaramente comunicato il presidente del Consiglio per le etnie, Tibor Varga, nelle sue dichiarazioni fin dall’inizio del suo mandato. Nel caso dei programmi d’informazione è importante che la pubblicazione cartacea o elettronica contenga almeno 2/3 di contributi di autori della Repubblica di Croazia, perché nella pratica si trovano spesso esempi di giornali in cui gli articoli e i contributi vengono semplicemente trasferiti da altra stampa e/o media e da autori stranieri. Con il programma editoriale si definisce il tipo e il contenuto delle opere la cui stampa può essere finanziata. Naturalmente la digitalizzazione ha influito sulla necessità di consentire chiaramente il finanziamento anche degli e-book. Lo scopo del finanziamento di questi programmi è quello di incoraggiare la creazione di valori duraturi nelle lingue e nelle scritture delle minoranze nazionali nella Repubblica di Croazia, che saranno principalmente opera di autori appartenenti alle minoranze nazionali nella Repubblica di Croazia. Finora, le edizioni finanziate dal Consiglio hanno prodotto molte opere importanti, così come opere per le quali si è riscontrato un eccezionale interesse da parte di un pubblico più ampio (sia da parte degli appartenenti a una minoranza nazionale che di altre minoranze e della maggioranza)”.

Istituiti sei gruppi
Quale nuovo approccio viene offerto all’interno del programma di dilettantismo culturale?
“Nell’ambito del programma di dilettantismo culturale sono stati istituiti sei tipi/gruppi, nei quali sono presenti prevalentemente complessi che coltivano l’arte folcloristica tradizionale delle minoranze nazionali: musica (che comprende canto, gruppi corali, strumentali e orchestrali), danza, recitazione (teatro), arte, letteratura e tradizione. Considerando che ogni anno il Consiglio riceve quasi 500 domande per il programma di dilettantismo culturale riguardanti l’attività di diversi gruppi e sezioni, riteniamo che questo pre-raggruppamento aiuterà ad unificare il programma, e che nel corso della successiva elaborazione contribuirà a una maggiore confronto qualitativo dei vari dati e all’esecuzione delle analisi necessarie, ma anche alla determinazione della direzione da seguire nei periodi successivi”.

E che dire delle manifestazioni culturali; quali sono i programmi più numerosi finanziati dal Consiglio nell’ambito dell’autonomia culturale delle minoranze nazionali?
“Le manifestazioni culturali rivestono una grande importanza per ogni minoranza nazionale, ma anche per il territorio in cui operano prevalentemente le associazioni e le istituzioni minoritarie. L’obiettivo del finanziamento di questi programmi è quello di sostenere le minoranze nazionali a livello statale attraverso l’organizzazione delle manifestazioni centrali, più significative, ma anche di offrire il necessario sostegno nel loro ambiente locale. In questo modo viene incoraggiata la cooperazione nel campo culturale tra le diverse minoranze nazionali nella Repubblica di Croazia, nonché la cooperazione tra associazioni e istituzioni finanziate dal Consiglio. Per quanto riguarda i contenuti del programma, è importante sottolineare che spesso si ha la falsa impressione che l’autonomia culturale delle minoranze nazionali si limiti solo al folklore sotto forma di danza e musica. Tuttavia, l’autonomia culturale è molto più ricca e diversificata e offre molti altri contenuti, sia informativi che editoriali, ma soprattutto manifestazioni culturali significative come luogo di scambio e interazione delle culture, d’interesse anche per la popolazione maggioritaria di alcune aree e per la cultura croata in generale”.

Procedure semplificate
Un significativo passo avanti è stato fatto per quanto riguarda le procedure di attuazione dei bandi per i programmi di autonomia culturale e il loro finanziamento. Si tratta di un grande lavoro per le associazioni stesse, ma anche per il Consiglio per le minoranze nazionali, ovvero il suo Servizio tecnico. Fino ad ora, secondo molti, tale processo si è svolto ad un livello elevato. Cosa è stato fatto ora per renderlo ancora più efficiente e di migliore qualità?
“La grande novità, presumiamo la più grande, riguarda la documentazione per l’attuazione del bando pubblico. Nello specifico, la novità più grande è l’adozione di istruzioni per le associazioni e le istituzioni, che regoleranno più nel dettaglio le condizioni specifiche di ciascun bando pubblico, la modalità di iscrizione e la procedura di attuazione del bando stesso. L’obiettivo è quello di fornire al Consiglio una certa flessibilità e la possibilità di una reazione tempestiva in alcune circostanze o situazioni nel caso in cui ciò si rivelasse necessario. In questo modo, nel caso in cui si rendessero necessarie modifiche ad alcune condizioni di finanziamento, i criteri non verranno intaccati, il che contribuirà anche alla certezza del diritto. L’intenzione è anche quella di dare la possibilità di semplificare alcune delle precedenti condizioni per la spesa dei fondi: pertanto si farà attenzione a garantire che le condizioni prescritte siano applicabili, realistiche e consentano alle associazioni e alle istituzioni di attuare il programma in modo qualitativo. Inoltre, tutte le associazioni e gli enti minoritari, sia già finanziati che “nuovi”, avranno una visione anticipata di tutta la documentazione – modulistica di domanda (application form), modulistica contrattuale e modulistica di rendicontazione – e potranno in qualche modo valutare tempestivamente se hanno capacità amministrative sufficienti per monitorare le condizioni di finanziamento e l’attuazione dei programmi”.

Costi accettabili
Il finanziamento è una parte estremamente importante dell’intero processo. Ci sono delle novità e a cosa si riferiscono?
“Una delle novità più importanti è che questi criteri definiscono la delimitazione dei costi ammissibili e non ammissibili, il che era stato stabilito nel periodo precedente come raccomandazione della revisione interna. La possibilità e la necessità di una suddivisione più dettagliata di queste categorie di costi sono previste nelle istruzioni. La “buona notizia” per le associazioni o le comunità minoritarie è la possibilità di trattenere fino al 25% dell’importo totale distribuito ai propri membri per le spese amministrative, ma la decisione finale sulla percentuale dei fondi “trattenuti” spetta ancora agli organi competenti delle singole associazioni o comunità. Questo aumento è in linea con i prerogative e le responsabilità chiaramente definite delle associazioni o delle comunità nei confronti dei loro appartenenti nel processo di finanziamento dei programmi di associazioni e istituzioni. Secondo i criteri precedenti, le associazioni o le comunità erano gli unici contraenti, cioè il rapporto contrattuale esisteva solo tra il Consiglio e le associazioni o comunità. Tuttavia, nella parte relativa all’applicazione del programma e alla rendicontazione, le varie componenti agivano in modo molto autonomo, spesso senza il consenso o la conoscenza della federazione delle associazioni o delle comunità quali parti contraenti. Ora viene rafforzato il ruolo delle associazioni o delle comunità nell’attuazione di tutti i programmi in conformità con il contratto stipulato con il Consiglio. Viene rafforzata inoltre la responsabilità delle federazioni o delle comunità per i dati dei loro membri presentati quando fanno domanda per un programma pubblico, nonché per i rapporti finanziari e descrittivi dei componenti”.

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Bando alla politica
Esistono meccanismi per impedire l’uso dei fondi per scopi non desiderati, ad esempio l’utilizzo di determinati mezzi per la promozione politica?
“Una delle novità è la disposizione secondo la quale i fondi del Consiglio sono “protetti” da un possibile utilizzo per scopi politici ed elettorali. A questo proposito, i Criteri stabiliscono espressamente che le associazioni e le istituzioni non sono autorizzate a utilizzare i fondi del bilancio statale trasferiti attraverso il Consiglio per la partecipazione alle elezioni o altra promozione di un partito politico, coalizione o candidato, o per finanziare partiti politici, coalizioni o candidati, per tutta la durata del finanziamento”.

Torniamo alla questione dei finanziamenti. Finora alcuni problemi sono stati causati dalla dinamica nell’erogazione dei fondi. I Criteri risolvono e accelerano tutto questo?
“La dinamica di erogazione dei fondi continuerà a essere trimestrale. Lo sforzo, però, è quello di modificare i tempi del bando pubblico per fare in modo che, una volta soddisfatti i requisiti amministrativi e di capacità, le decisioni sull’assegnazione delle risorse si riducano al quadro prescritto dalla Legge Costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali, cioè la decisione dovrebbe essere presa entro 90 giorni dall’adozione del bilancio dello Stato. Ciò sarà possibile anche perché il processo decisionale non sarà condizionato dall’accettazione della relazione annuale sulla spesa dei fondi per l’anno precedente, ma l’anno di riferimento della rendicontazione finanziaria sarà un (altro) anno precedente. È proprio qui che finora si è verificato il più grande ostacolo nel processo di finanziamento, perché prima della decisione i rendiconti finanziari di tutte le associazioni e istituzioni finanziate l’anno precedente dovevano essere esaminati e valutati, cioè in primo luogo accettati. Per effettuare tutto questo lavoro, tuttavia, il personale numericamente sottodimensionato del Servizio tecnico del Consiglio aveva a disposizione un periodo di tempo estremamente breve e limitato, circa due mesi. Va tenuto presente che le cifre sono impressionanti: vengono finanziati circa 1.300 programmi attuati da 250 associazioni e istituzioni, che hanno presentato 750 rapporti finanziari, 750 rapporti di lavoro e 1.500 rapporti di programma per l’intero anno. Il Servizio tecnico del Consiglio in futuro effettuerà il controllo essenziale della spesa dei fondi e l’analisi dei rapporti presentati senza pressioni relative ai termini per la presentazione della relazione annuale sulla spesa dei fondi per l’anno precedente. L’adozione anticipata della decisione sulla distribuzione dei fondi avrà anche un effetto positivo sull’attuale problema che assilla le associazioni e le istituzioni riguardo al periodo che va dalla fine dell’anno solare (fino a quando i fondi trasferiti possono essere spesi) fino alla nuova assegnazione di fondi per il nuovo anno. In questo contesto, un’importante novità è l’abolizione dell’obbligo di presentare le relazioni trimestrali, ovvero le relazioni che devono essere presentate entro il 31 ottobre per i fondi spesi nel periodo luglio-settembre dell’anno in corso. In questo modo le associazioni e le istituzioni avranno ora un obbligo amministrativo in meno e quindi la pressione sul Servizio tecnico del Consiglio sarà ridotta”.

Maggiore trasparenza
Quale tipo di aiuto il Consiglio per le etnie e il suo Servizio tecnico forniscono o possono fornire alle associazioni e alle istituzioni minoritarie nell’intero processo?
“In generale, è importante sottolineare che le associazioni o le istituzioni possono e devono contattare il Consiglio e il suo Servizio tecnico per qualsiasi questione o problema che possano insorgere nell’attuazione del programma. Pertanto, vi è l’obbligo per le associazioni e le istituzioni di fornire una spiegazione insieme alla relazione finanziaria se non hanno rispettato le disposizioni del contratto e dei Criteri. Inoltre, hanno l’obbligo di informare tempestivamente e senza indugio il Consiglio sugli ostacoli oggettivi all’attuazione del programma a causa dei quali non può essere attuato nei tempi previsti o integralmente, e in tal caso verranno effettuate le necessarie modifiche relative agli obblighi. Eccezionalmente, in casi giustificati, le associazioni e le istituzioni possono, mediante richiesta scritta al Consiglio, richiedere la riconversione di parte o di tutti i fondi, approvati per un programma che non può essere realizzato, a un altro programma approvato nello stesso ambito relativo all’​autonomia culturale. L’approvazione di tali richieste è stata semplificata in modo tale che le richieste di destinazione dei fondi nell’ambito del programma di dilettantismo culturale ed eventi culturali per un importo fino a 2.000 euro vengono approvate dal presidente del Consiglio. In ogni caso, nell’assumere le proprie decisioni, il Consiglio tiene conto anche delle situazioni specifiche delle singole associazioni e istituzioni e le valuta caso per caso. E, soprattutto, affinché il Consiglio per le etnie e i suoi servizi professionali possano rispondere in modo qualitativo ai bisogni delle associazioni e delle istituzioni e fornire loro sostegno, è necessario disporre di informazioni aggiornate su queste associazioni e istituzioni in ogni momento. Pertanto i nuovi Criteri stabiliscono anche l’obbligo di informare il Consiglio su tutti i cambiamenti che possono influenzare l’ordinata comunicazione e l’esecuzione degli obblighi contrattuali”.

Trattati blaterali
Qual è la situazione per quanto concerne i programmi derivanti da accordi bilaterali e i progetti per la creazione dei presupposti per la realizzazione dell’autonomia culturale delle minoranze nazionali?
“Il Consiglio finanzia anche i programmi risultanti da accordi e trattati bilaterali sui diritti delle minoranze nazionali firmati tra la Repubblica di Croazia e la Nazione madre della singola minoranza nazionale, verso il quale la Repubblica di Croazia ha assunto obblighi finanziari. Attualmente il Consiglio ha tre beneficiari dei fondi per i programmi bilaterali: per la minoranza nazionale ungherese, l’Unione democratica degli ungheresi in Croazia, e per la minoranza nazionale italiana, l’Unione Italiana e il Centro di ricerche storiche di Rovigno. Per quanto riguarda i programmi volto a creare i presupposti per la realizzazione dell’autonomia culturale delle minoranze nazionali, le disposizioni dei Criteri relative al loro finanziamento si armonizzano con le buone pratiche precedenti. Si tratta di programmi in cui i beneficiari dei fondi sono le unità dell’autogoverno locale e regionale che sono responsabili della loro attuazione, e si realizzano specificamente attraverso l’aiuto alla manutenzione o alla costruzione di centri di cultura, all’acquisto di attrezzature e alla creazione di spazi e altre condizioni per l’attività di associazioni e istituzioni minoritarie. La procedura viene avviata con la presentazione di una richiesta scritta delle autonomie locali e regionali per l’assistenza finanziaria per l’attuazione di programmi precedentemente concordati che creano i prerequisiti materiali per la realizzazione dell’autonomia culturale delle minoranze nazionali e si conclude con la consegna di una relazione sull’attuazione del programma entro la fine di febbraio dell’anno successivo”.

Incoraggiare altri soggetti
Quante domande per i programmi di autonomia culturale sono state presentate l’anno scorso, cosa è stato approvato e quanti finanziamenti sono stati stanziati per questi progetti dal Bilancio statale e quali sono le aspettative per il concorso di quest’anno?
“Nel 2024, il Consiglio ha ricevuto più di 1.350 notifiche di programmi. Sono stati approvati un totale di 1.250 programmi attuati da 106 associazioni e istituzioni delle minoranze nazionali, comprese federazioni di associazioni e comunità, con 145 componenti. Sono stati approvati 87 programmi di informazione, 87 programmi editoriali, 468 programmi amatoriali culturali e 608 eventi culturali. I programmi sono stati segnalati dalle associazioni e istituzioni di 20 delle 22 minoranze nazionali riconosciute nella Repubblica di Croazia (tutte tranne le minoranze nazionali valacca e turca). Tra loro c’erano 16 nuove associazioni che hanno notificato i loro programmi e ottenuto fondi. Si è così ampliata l’area dell’autonomia culturale. Ci auguriamo che la situazione continui ad essere favorevole per incoraggiare anche nuove associazioni e creare gli spazi per finanziare nuovi programmi di qualità. Nel 2024 sono stati stanziati complessivamente circa 10 milioni di euro dal Bilancio statale per i programmi di autonomia culturale (ovvero addirittura il 20% in più rispetto all’anno precedente) e speriamo di ottenere un certo aumento dei fondi nel quadro delle possibilità del Bilancio per il 2025”.

Come stanno andando i preparativi per il nuovo concorso pubblico per i programmi di autonomia culturale delle minoranze nazionali?
“La notifica dei programmi, così come la rendicontazione, avviene ancora per il tramite dell’applicazione disponibile sul sito web del Consiglio per le minoranze nazionali. In questo modo è assicurata l’uniformità del reporting e la velocità nella disponibilità dei dati, ed è eliminata la possibilità di manipolazioni o errori. In termini di sgravi amministrativi, le associazioni e le istituzioni non sono obbligate a fornire al Consiglio le prove di determinati fatti che sono pubblicamente disponibili nell’apposita banca dati al momento della presentazione della domanda. Il Consiglio ha già deciso l’istituzione della Commissione per disamina delle domande per i programmi notificati nell’ambito del Bando pubblico per il 2025 e della Commissione per la distribuzione dei fondi alle associazioni e alle istituzioni delle minoranze nazionali per l’anno 2025. Si tratta di due organismi importanti nell’attuazione procedurale di un bando pubblico. I loro compiti sono stati aggiornati con i nuovi Criteri e armonizzati con la prassi attuale. La prima Commissione verifica dall’ottica amministrativa le domande pervenute in relazione al rispetto delle condizioni prescritte dal bando pubblico (condizioni formali). Il risultato del lavoro della Commissione dovrebbe essere un elenco delle associazioni e delle istituzioni che soddisfano i requisiti formali e di quelle che non li soddisfano. Compito della seconda Commissione è esaminare e valutare le proposte programmatiche delle associazioni e delle istituzioni che soddisfano i requisiti formali e formulare una proposta per l’assegnazione delle risorse finanziarie per i programmi. Tale proposta della Commissione costituisce la base per mettere a punto una bozza di delibera sulla distribuzione dei fondi. Nell’ambito delle sue attività periodiche, il Consiglio per le minoranze nazionali organizza anche un seminario formativo per le associazioni e le istituzioni delle minoranze nazionali”.

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