«Il derby? In genere tifo per chi è in difficoltà, ma tengo sia al Cosenza che al Catanzaro»

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COSENZA Giacomo Zunico di derby tra Cosenza e Catanzaro se ne intende non poco. Considerato uno dei migliori portieri italiani tra gli anni ’80 e ’90, nato a Casoria, una buona fetta della sua carriera è legata indissolubilmente ai colori rossoblù e giallorossi, due squadre che il prossimo 26 dicembre al “San Vito-Marulla” si troveranno nuovamente di fronte. Con i Lupi (di cui è stato anche allenatore in serie D) Zunico ha giocato ben sei campionati cadetti, sfiorando la promozione in A, mentre ha vestito la maglia delle Aquile per tre stagioni, vincendo anche un torneo di C. «Di derby ne ho disputati quattro – racconta al Corriere della Calabria – tutti quando ero a Catanzaro. Non ho mai perso, anzi, ho vinto tre volte e pareggiato una». 

Oggi nota delle differenze rispetto alle sfide che lei ha giocato?

«In passato il derby era più sentito, c’era un pre-gara più elettrizzante, soprattutto a livello di sfottò. Ricordo l’anno in cui io da Varese passai al Catanzaro e battemmo il Cosenza 3-1 in casa. A fine gara, all’uscita di Lamezia Terme, trovammo una marea di macchine di tifosi in festa che ci scortarono fino in città. Oggi non è la stessa cosa, mi pare che si sia un po’ placato l’aspetto folcloristico e si sia invece appesantita la situazione, meno rilassante e al tempo stesso avvincente rispetto al passato. A Cosenza ultimamente mi sembra che questa partita sia caricata con la tensione sbagliata, o meglio, si pretende troppo. Invece bisognerebbe far capire ai giocatori che sì, bisogna cercare di vincere, ma senza aspettative esagerate, altrimenti poi si entra in campo nervosi e, se non si è ben strutturati, si rischia di sbagliare la partita».

Il Catanzaro sembra attraversare un periodo di forma migliore rispetto al Cosenza.

«Nel derby non conta il valore delle squadre, ma chi riesce a portare la giusta tensione in campo per giocare la gara nel miglior modo possibile. È vero, in questo momento il Catanzaro, a differenza del Cosenza, sta un po’ meglio mentalmente, ha trovato le misure giusto dopo un inizio non positivissimo. La squadra di Alvini, senza i quattro punti di penalizzazione che ti fanno lavorare sempre in affanno, potrebbe avere una classifica più tranquilla. Da questo derby dovrebbe prendere la giusta spinta per risalire».

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Quindi non c’è una squadra favorita.

«Non esiste una favorita, è una partita secca, sentita dai tifosi e non bisogna sbagliare l’approccio psicologico. Serve personalità e massima attenzione. Il Cosenza fino a poche settimane fa ha fatto delle ottime prestazioni, soprattutto in trasferta, anche se in alcuni casi, bisogna dirlo, ha portato a casa punti con un pizzico di fortuna. Penso ad esempio all’eurogol di Fumagalli a Pisa a tempo scaduto, o a quello di Charlys a Brescia altrettanto spettacolare. Ma è giusto così, diciamo che la fortuna ha compensato, in parte, la penalizzazione di quattro punti. Adesso vedo un calo psicofisico della squadra».

Però l’attacco del Catanzaro è sicuramente più attrezzato.

«Sì, il duo Iemmello-Biasci è di ottima qualità e il Cosenza dovrà prestare la massima attenzione per limitarlo. Dall’altra parte, purtroppo, non ci sono giocatori offensivi di primo piano. Sì, c’è qualche elemento bravo tecnicamente come Fumagalli, ma manca un bomber come Iemmello, che tra l’altro è di Catanzaro e sente più degli altri questo derby. Come accadeva un po’ a Palanca che, pur non essendo calabrese, sentiva l’affetto del pubblico e in campo dava il cento per cento, soprattutto quando affrontava il Cosenza. Avere in squadra giocatori che sono legati alla maglia, aiuta tanto».

Bisogna anche dire che a Cosenza tra problemi societari, polemiche e voci di possibili nuovi acquirenti e divieto di trasferta per i tifosi giallorossi, sembra un derby sottotono rispetto ai precedenti.

«Il derby è bello quando allo stadio ci sono entrambe le tifoserie. Una volta era piacevole anche perché, nonostante la rivalità accesa, numerosi cosentini lavoravano a Catanzaro e conoscevano da decenni tanti tifosi giallorossi. E quindi nello stesso ufficio si prendevano in giro».

Cosa pensa di Alvini?

«Ha lavorato bene nonostante le difficoltà. Forse qualche tifoso gli contesta di non pretendere rinforzi alla società, qualche giocatore più importante che possa risollevare la situazione. Magari lui pensa che col suo modo di giocare possa far bene ugualmente. Io glielo auguro, però credo che qualcosa in più serva a questo Cosenza. Un attaccante di ruolo che sa far gol può dare serenità alla squadra. Ho letto, però, nei giorni scorsi che in vista del prossimo mercato di riparazione i Lupi rischiano di rimanere con lo stesso organico. Se così fosse, la vedo dura per il raggiungimento della salvezza».

E Caserta?

«Ha trovato il feeling con il pubblico dopo i recenti risultati e mi sembra più sereno. Ha una rosa abbastanza importante, si gode il momento. Sicuramente a Cosenza vorrà dimostrare che l’esonero dell’anno scorso non è stato meritato».

Non le chiedo per chi farà il tifo, ma un pronostico sì.

«A me fa piacere quando tutte le squadre in cui ho giocato disputano campionati di prima fascia. Io sono stato bene sia a Catanzaro che a Cosenza, dove ho anche vissuto. Lì tante persone mi hanno voluto bene e mi hanno dato la possibilità di rilanciarmi, ci sono tanti aneddoti che mi legano ad entrambe le società. Spero che il derby lo vinca il migliore, anche se in genere faccio sempre il tifo per chi sta peggio e in questo momento il Cosenza è in difficoltà. Ma a prescindere da ciò, mi auguro che sia una partita spettacolare, ricca di gol. Ciò che conta è che entrambe le squadre a fine campionato possano raggiungere i rispettivi obiettivi». (f.veltri@corrierecal.it)

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