La maxi-inchiesta, ecco come la triade voleva mettere le mani sulle grandi città del Trentino

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di
Dafne Roat

Minacce e soldi: come Hager, Signoretti e Benko volevano conquistare anche Trento e Rovereto

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«Non vorremmo farvi del male, se siete dei co..ni mettiamo un pool di avvocati e radiamo al suolo il comune di Riva del Garda». Il tono di Heinz Peter Michael Hager è apparentemente pacato. «Lui non alza la voce, l’abbassa.. dà un effetto più terrificante», diceva una dipendente. E anche questa volta il tono del commercialista usato con la segretaria del Comune di Riva del Garda è lo stesso. Tanto che un banchiere trentino, presente all’incontro, invita Hager alla calma. Il passaggio, riferito a un incontro avvenuto a settembre del 2020, è esemplificativo, secondo gli investigatori, dei metodi intimidatori utilizzati dal professionista bolzanino. «Al fine di ottenere ciò che corrisponde ai propri interessi adotta anche sistemi minacciosi».

Il gruppo affaristico

Quando non arrivavano con le dazioni di denaro per ammaestrare politici e amministratori per espandere il proprio impero edilizio Hager, René Benko e il trentino Paolo Signoretti passavano a metodi «più spicci». A conferma dell’esistenza di «una forte pressione e ingerenza esercitata dalla componente imprenditoriale, al limite dell’assoggettamento sugli apparati pubblici comunali e provinciali», osservano gli investigatori del Ros di Trento e della guardia di finanza nell’informativa sull’indagine «Romeo» che sta scuotendo il mondo politico e imprenditoriale del Trentino Alto Adige e ha portato a 9 misure cautelari agli arresti domiciliari per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di diversi reati contro la pubblica amministrazione, aggravata dal metodo mafioso, e all’iscrizione nel registro degli indagati altre 68 persone.




















































L’organizzazione

Il «gruppo affaristico» era guidato dal magnate austriaco, fondatore della società Signa, René Benko — uno degli uomini più ricchi d’Austria (già finito al centro altre inchieste, tra cui quella per riciclaggio nel 2006-20007 riconducibile a organizzazioni russe) — dal commercialista bolzanino e dall’imprenditore Signoretti che si occupava perlopiù della gestione delle «faccende» del Trentino e si avvaleva di dirigenti e funzionari pubblici «disponibili a favorire le procedure di concessione dei progetti immobiliari milionari seguiti dal gruppo affaristico per tornaconto economici e di carriera», con atteggiamenti anche solo «omissivi indispensabili all’acquisizione di una credibilità e capacità di intimidazione, tanto necessari quanto la sua potenza», sintetizzano gli inquirenti nei documenti.

Benko regista occulto

L’associazione aveva ruoli ben precisi, ma Benko, ritenuto il capo, non si esponeva quasi mai in prima persona, lasciava agli altri la gestione dei rapporti con le istituzioni e le autorità politiche, poi si faceva aggiornare al telefono. Hager era il «braccio destro», descritto come uomo di fiducia del magnate austriaco, era abile nell’intessere rapporti con dirigenti della pubblica amministrazione al fine di «condizionare — contesta la Procura di Trento — il regolare processo decisionale degli enti pubblici». Definito «l’influencer di tutti», aveva un certo potere, soprattutto in Alto Adige, tanto che la sorella di un imprenditore avrebbe messo in guardia il fratello dicendogli che lui «rappresenta la mafia di Bolzano». Accuse pesanti. Negli atti dell’inchiesta emergono cene, incontri, mirati a stringere alleanze per scambiare favori finalizzati a ottenere nuovi appalti. In alcune conversazioni intercettate dagli investigatori si evince il potere del gruppo che sarebbe stato in grado anche di influenzare scelte dei vertici provinciali altoatesini. In un passaggio viene citato il presidente Arno Kompatscher e il commercialista Hager fa pesare la sua influenza dicendo che il governatore senza di loro «rischierebbe di non essere più seduto qui».

I piani sul Trentino

Ma le mire espansioniste del trio erano rivolte anche al Trentino e in particolare l’idea era quella di mettere le mani sulle città principali a partire da Trento, poi Rovereto, Riva e Arco, per far questo servivano le relazioni giuste con il mondo della politica «intrattenendo contatti con i candidati di opposti schieramenti, ma Hager stava sempre attento», osservano gli investigatori. Tutto doveva rimanere riservato. Il commercialista in un’occasione si sarebbe anche lamentato con un suo socio che «le elezioni comunali gli costano tanta energia e tempo». Poi le mire sui Comuni trentini: «Riva e Rovereto vanno bene», facendo intendere che i sindaci sono «graditi» al gruppo di imprenditori. Mentre per quanto riguarda Trento Hager e Signoretti si erano messi al lavoro per «costruire» un rapporto con il sindaco Franco Ianeselli, segno della volontà espansionistica. «Sono ben posizionati e i prossimi anni possono essere divertenti se hanno Bolzano, Trento, Rovereto, Riva e Arco», afferma un socio di Hager, riferendosi ai tre imprenditori e poi aggiunge: «Bisogna essere sempre cool e questo gli costa tanta energia», afferma, parlando del commercialista. Negli atti affiorano alcuni incontri tra Signoretti, Hager e l’allora candidato sindaco Ianeselli, chiaro segnale di un tentativo di stringere una nuova alleanza. Signoretti si sarebbe quindi messo in contatto con Roger Daniel Fishmann, esperto di comunicazione, illustrando il suo disegno di «avere una persona di riferimento che fa il presidente..». «Con un governo così debole — dice Signoretti — la prossima volta cento per cento lo fa Ianeselli il presidente della Provincia». Ma il sindaco di Trento, evidentemente, non venne ritenuto idoneo.

Le banche

Secondo quanto ricostruito il «gruppo affaristico» aveva cercato di infiltrarsi anche nel tessuto socio economico, a caccia di appoggi nel mondo del credito. Sono esemplificativi i rapporti di Signoretti con i vertici di un istituto di credito. Il direttore della banca avrebbe promesso di assegnare alla società dell’imprenditore, la Heliopolis spa, diversi incarichi «sotto soglia» attraverso l’affidamento diretto. I primi contatti risalgono al maggio 2021. «Per vincoli Anac fissiamo un budget che è sotto la fatidica soglia dei 40.000, quindi noi che facciamo, ti facciamo questa sorta di incarico per un budget che ci consente di evitare la gara». La conversazione, intercettata, risale a maggio 2021. In cambio il direttore avrebbe chiesto a una valutazione sulla fattibilità di una ristrutturazione con le agevolazioni statali.

Gli interessi su Itea

Ambiziosi e pronti a tutto per espandere i loro affari («Alla fine conta solo il successo», ha sempre detto il magnate austriaco) Benko, Hager e Signoretti puntavano anche su Itea. Signoretti grazie all’aiuto della moglie, Barbara Messina (indagata per rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio) avrebbe messo gli occhi su alcune ristrutturazioni di alloggi Itea con il bonus del 110%, tanto che nel corso del 2021, aveva costituito la società Eletta srl proprio con lo scopo di proporre ai condomini la progettazione e l’esecuzione degli interventi di riqualificazione

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