nel 2025 più frutta e verdura

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Il moltiplicarsi di guerre e conflitti, l’incognita Trump, il rallentamento della crescita europea generano inevitabili impatti sul nostro Paese e nella mente degli italiani, che guardano al 2025 con il timore di dover spendere di più per le spese “obbligate”, tra cui il cibo. Allo stesso tempo, come risposta all’incertezza, i consumatori si concentrano sul presente e sul proprio benessere, fisico e mentale: al centro di questo stile di vita una dieta salutare, più ricca di frutta e verdura, con il plant based e il ready to eat che fanno tendenza fra i giovani. Tuttavia le famiglie meno abbienti saranno in previsione costrette a fare tagli nel carrello, partendo proprio dall’ortofrutta, ma anche dal pesce. Discount e private label continuano a essere i baluardi contro l’inflazione

Dalla Redazione

Stretti tra il moltiplicarsi di guerre e conflitti, l’inasprirsi delle tensioni internazionali (con l’incognita Trump alle porte), l’aggravarsi dell’emergenza ambientale e un’Europa che rallenta la sua crescita frenata dalla locomotiva tedesca, chiamati a definire con una parola l’anno che verrà, il 40% degli italiani sceglie il termine “preoccupazione”, il 25% opta per “insicurezza” e il 21% chiama in causa “inquietudine”. È un quadro certamente più grigio rispetto a quello di un anno fa, quello dipinto dal Rapporto Coop Winter Edition, basato su due survey dell’Ufficio Studi Coop condotte a dicembre 2024. La fotografia è quella di un Paese diviso tra speranza e pessimismo, con il 52% della popolazione che nutre attese positive, seppur di poco superiori a chi guarda al futuro con timore, soprattutto donne, baby boomers e lower class.

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Le due survey di dicembre

Le previsioni 2025 sono frutto di due indagini condotte nel mese di dicembre 2024 dall’Ufficio studi Coop e i suoi partner. La prima, in collaborazione Coop-Nomisma, “Wish List 2025” realizzata con metodo cawi nel mese di dicembre, ha coinvolto un campione di 1000 individui rappresentativo della popolazione 18-65 anni. Questa indagine ha visto anche la collaborazione con A21 Consulting di Mirko Veratti, La seconda “Looking Forward 2025”, rivolta alla community del sito di italiani.coop, ha visto la partecipazione di 670 opinion leader e market maker fruitori delle passate edizioni del Rapporto.

Pessimismo sulla crescita del Paese

A pesare sulle percezioni sono sicuramente il contesto internazionale e le difficoltà economiche del sistema Paese. Preoccupano soprattutto le guerre e i conflitti (81%), le tensioni geopolitiche (76%) e i cambiamenti climatici (71%). In questo contesto i manager italiani intervistati ipotizzano per i prossimi 12 mesi un ulteriore rallentamento del Paese che sembra nuovamente perdere il passo della – pur già lenta – economia europea. Per gli opinion leader la crescita italiana del Pil potrebbe fermarsi nel 2025 appena sopra lo zero (+0,5%, a fronte di una previsione Istat di +0,8%), con una Unione Europea che per il 60% degli intervistati è destinata ad indebolirsi, mentre 8 manager su 10 (77%) credono che potrebbe essere necessaria l’introduzione di dazi per proteggersi dalle politiche statunitensi e cinesi.

Rapporto Coop Winter Edition carrello spesa

Timore di spendere

Per la prima volta dopo lungo tempo, gli italiani che ipotizzano nel 2025 una crescita dei consumi superano del 6% quelli che prevedono di diminuirli. Tuttavia gli acquisti si concentrano sulle spese obbligate: le utenze (per le quali si prevede una spesa superiore del 26%), la salute fisica (+14%) e il cibo domestico (+11%). In calo, invece, le intenzioni di spesa per ristorazione, viaggi e intrattenimento. Migliora al contempo la percezione economica: meno famiglie temono di non riuscire a pagare mutuo o affitto (-10%), ricorrere ai risparmi (-8%) o rinviare spese (-6%). Tuttavia, restano centrali strategie di risparmio come promozioni (88%), rinuncia al superfluo (77%) e acquisti convenienti (75%). Beni durevoli come casa, auto ed elettrodomestici restano fuori priorità: solo il 9% pensa all’acquisto di una casa, il 14% a ristrutturarla.

Per la prima volta cade il mito dello smartphone, al top dei desiderata nell’ultimo decennio, surclassato nelle intenzioni di spesa dall’acquisto di piccoli elettrodomestici. Auto e abitazioni scivolano ulteriormente tra i desideri per il nuovo anno.

Italiani più individualisti e concentrati sul qui e l’ora

Gli italiani continuano ad essere preoccupati per il futuro e, consapevoli di non poter influire sulle grandi vicende globali, si concentrano sul privato. La famiglia è centrale (75% vuole trascorrere più tempo insieme, +25% rispetto al 2024), con obiettivi di tranquillità e armonia (25%), ma anche il successo personale e la realizzazione di sé è tra i desiderata (16%). Tuttavia, valori come altruismo e generosità perdono importanza (-8%), così come integrità e ideali (-5%). Si punta a una dimensione più personale: sport, natura, lettura e una vita “zen” sono in crescita. Molti desideri però restano irrealizzati, come trasferirsi, mettersi in proprio o riprendere gli studi. Questo atteggiamento sembra segnare una rinuncia al futuro: solo il 6% pianifica figli o matrimonio, e appena il 4% tra i giovani (18-29 anni) pensa alle nozze. Un pragmatismo che riflette il vivere nel presente come risposta alle incertezze.

Home dining e long cooking

Benessere e casalinghitudine regnano sovrani anche quando si delineano le tendenze sul cibo; sempre più home dining e long cooking con il consumo domestico in crescita nelle intenzioni e quello fuori casa rimasto appannaggio dei più abbienti (se la upper class sale di 13 punti, la lower indietreggia di 35 e anche la classe media mostra segnali di fatica attestandosi su -14). In linea con questa tendenza il 71% privilegerà piatti dalle preparazioni lunghe a discapito dell’acquisto di piatti pronti, mentre il cibo preferito sarà salutare (66%), semplice (53%) e tradizionale (51%).

Rapporto Coop Winter Edition

A tavola più frutta e verdura, ma anche plant based e ready to eat

E infatti nella crescita delle intenzioni di consumo alimentare prevalgono (almeno nelle intenzioni) le diete più salubri con un maggior contenuto di verdure (31%), frutta (28%) e pesce (23%), mentre appaiono in calo soprattutto salumi (33%), dolci (29%), carni rosse (29%) e bevande alcoliche (24%). Avanguardia di queste tendenze i giovani (18-25enni) che dichiarano di voler acquistare nel 2025 cibo plant-based o comunque di origine vegetale nell’85% dei casi contro il 70% degli over 26 (26-70enni). Interessati anche al senza glutine più degli altri (29% vs 46%), si lasciano tentare più spesso anche dal ready to eat (76% vs 65%).

I tagli nel carrello e le strategie contro l’inflazione

E anche sulla tavola domestica pesano più che mai le differenze sociali ed economiche che si acuiscono in tutto il Paese. Se sono tutte in crescita le previsioni di spesa dell’upper class, le famiglie con redditi più contenuti si vedono costrette a immaginare qualche sacrificio sulla spesa di verdura, frutta e pesce. E nelle strategie di risparmio comunque indicate dalle famiglie persiste il ricorso alla MDD (il 29% ne aumenterà gli acquisti) e la frequentazione dei discount (lo farà di più il 24%).

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La Gdo tra efficientamento e valorizzazione del capitale umano

Le imprese della filiera alimentare italiana, secondo i manager food & beverage, sanno che dovranno affrontare un anno molto complesso, con una crescita delle vendite a valore nel Largo Consumo Confezionato del +1,3% rispetto al 2024. Sulle imprese potrebbe pesare il rischio di un aumento dei costi, oltre a dover sicuramente fare fronte al cambiamento dei modelli di consumo delle famiglie e forse anche attrezzarsi per superare la possibile adozione a livello internazionale di misure protezionistiche. Molti rischi, ma anche opportunità legate a una migliore gestione della supply chain, una riduzione dei costi ed un’implementazione proficua dell’utilizzo della AI. Ma la vera novità del 2025 sembra essere una rinnovata attenzione al capitale umano (lo dichiara quasi un manager su due) pensando a investimenti in formazione, miglioramento delle condizioni contrattuali e potenziamento delle politiche di welfare.

Discount e private label ancora in crescita

Il tutto in un contesto in cui la Gdo dovrà ancora fare i conti con una ulteriore crescita delle tensioni competitive. In particolare, i manager di settore prevedono una ulteriore crescita nel 2025 del discount (secondo l’84% degli opinion leader), dell’e-commerce (in miglioramento per il 57%) dei drugstore (meglio per il 35%) e dei superstore (33%). Lo strumento per rispondere al meglio alle necessità di un consumatore sempre molto attento al portafoglio ma anche alla qualità, sarà poi secondo tutti la private label: prevista in crescita nei prossimi mesi per l’85% dei manager, che interrogati su una previsione hanno ipotizzato che la quota di mercato di questi prodotti potrà aumentare di qui ai prossimi 5/10 anni di 6 ulteriori punti percentuali (dal 23% al 29%).

Copyright: Fruitbook Magazine





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